Trentuno anni senza Gilles, ma la “Febbre Villeneuve” non ha mai smesso di contagiare
L’8 maggio 1982 la F1 perse uno dei protagonisti più amati della sua storia: Gilles Villeneuve. A trentuno anni di distanza, molti che lo ricordano ancora, altrettanti lo hanno scoperto dopo Zolder, ma se ne sono innamorati perdutamente
Zolder, 8 maggio 1982, ore 13:52. Una data e un’ora che per la F1 e i suoi tifosi non sarà mai né banale, né cancellata. Quel giorno un pilota, Gilles Villeneuve, abbandonava le corse, la famiglia, i propri tifosi, la vita, per consegnarsi alla leggenda.

Un storia vera, immortale, quella del piccolo Canadese di Saint-Jean-sur-Richelieu, vissuta nella spensieratezza e nella gioia di chi sapeva di poter fare il lavoro che amava, di avere una famiglia splendida al seguito, nella genuinità del proprio carattere timido, ma sempre disponibile, senza mai “tirarsela”.
Tra il 1977, anno di debutto in F1, e il 1982, Villeneuve seppe demolire monoposto e poi rialzarsi come se nulla fosse successo; maturare duellando a vita persa con l’amico Renè Arnoux, divenendo vice campione del mondo nel ’79 alle spalle del compagno di squadra e amico Jody Scheckter; compiere imprese memorabili con vetture non proprio competitive (ricordiamo la vittoria a Montecarlo con la scorbutica Ferrari 126 CK, equipaggiata da un potente turbo e il trenino al Jarama, dove tenne a bada ben cinque avversari), regalare traversi, incidenti, vittorie, soprattutto emozioni.
Ma che cosa è rimasto a tutti coloro che non hanno potuto vivere la “Febbre Villeneuve” (termine coniato dal compianto Marcello Sabbatini) con i propri occhi? Video sulla rete, nastri, videocassette, gare registrate da papà o dal nonno, loro che ricordano bene “Quanto Gilles fosse unico, nessuno era come lui e nessuno lo è stato poi”. E ancora foto, poster, racconti e ricordi di altri che, per quanto possano saper coinvolgere, non daranno mai abbastanza il senso di quanto Gilles fosse amato e l’atmosfera di quel fatidico lustro.
Eppure, quel numero ventisette che sfrecciò per l’ultima volta alla curva Terlamenbocht alle 13:52 di quell’otto di maggio, sembra aver proseguito il giro, averlo concluso, aver disputato la gara ed essere tornato a Montecarlo, dove risedeva con Joann, Melanie e Jacques. E così per tutto il resto della carriera. Gilles è ancora vivo e lo è anche nelle persone che non hanno avuto la possibilità di vederlo correre, perché i video danno solo il senso del tempo passato, ma non tolgono nulla alle sensazioni che trasudano da ogni sorpasso, duello, testacoda o da qualche ostinata “passeggiata” su tre ruote.
Gilles Vlilleneuve non c’è più da trentuno anni, ma, così come ogni leggenda vuole, continuerà a vivere nelle emozioni e nei ricordi che ha lasciato e continuerà a lasciare, sino a quando ci sarà qualcuno disposto a innamorarsi di qualcosa di vero.
Salut, Gilles.
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