Allarme sigarette elettroniche: metalli pesanti e tossici nei liquidi
Risultati shock quelli pervenuti dal dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli: all’interno dei sei liquidi contenuti nelle sigarette elettroniche ci sarebbero piombo, cadmio, cromo e arsenico, metalli pesanti e tossici per l’organismo.
NAPOLI – Non si fermano le polemiche intorno alle sigarette elettroniche. Dopo il divieto nelle scuole, arriva un nuovo allarme: le e-cig conterrebbero cadmio, piombo, cromo e arsenico. Ma questi sono solo alcuni dei metalli pesanti, cancerogeni e tossici, contenuti nelle sigarette che negli ultimi tempi hanno fatto “convertire” migliaia di italiani.
A fare analizzare i sei liquidi presenti nelle sigarette da boom di incassi il settimanale “Il Salvagente”. Esaminati dal dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli, i valori dei fluidi “sembrerebbero molto elevati, in special modo per il campione Louisville, nel quale la concentrazione di arsenico sarebbe più elevata di quella ammessa per l’acqua potabile. Valuteremo attentamente”, spiega Raffaele Guariniello, procuratore di Torino al settimanale.
Ad intervenire in merito alla questione anche il Codacons, che richiede attenti controlli e sequestri a tappeto in tutto il Paese. “In attesa di una normativa – suggerisce il presidente Carlo Renzi – che regolamenti il settore delle e-cigarettes, nel quale regna il vero e proprio caos, il Ministero della Salute e i Nas devono compiere analisi a tappeto su tutti i liquidi per sigarette elettroniche venduti in Italia, acquisendo i prodotti all’interno dei tanti punti vendita in franchising presenti sul territorio”.
Renzi, inoltre, tiene a precisare che “tutti i liquidi contenenti sostanze pericolose per la salute devono inoltre essere ritirati dal commercio con effetto immediato, sulla base del principio di precauzione e a tutela dei consumatori”
E arriva intanto puntuale anche la replica dei consumatori, che corrono ai ripari: “Qui in Italia – assicura all’AGI Massimiliano Mancini, presidente dell’associazione nazionale fumo elettronico – lavoriamo con elevati standard di sicurezza, i nostri prodotti sono sicuri e rappresentano l’80% del mercato”.
“Poi certo – continua Mancini – ci sono i prodotti importati dall’estero, spesso senza controlli, che magari costano meno ma che possono presentare dei rischi, per la nostra come per tutte le altre categorie merceologiche. Arrivano da Cina, Polonia, India, Croazia, Russia… Un import selvaggio facilitato dalla mancanza di regole. I consumatori scelgano il prodotto cercando i marchi più noti, tracciabili, con tutte le informazioni sull’azienda, piuttosto che magari rivolgersi a siti internet dietro cui non si sa chi si celi, per risparmiare qualche euro”.
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Perché non presentare un report analisi delle sostanze chimiche delle sigarette tradizionali e quelle elettroniche?
ps: e magari no, da un dipartimento di ‘farmacia’ (non me ne voglia in particolare l’Università Federico II di Napoli) ma, dal Ministero della Salute?
Con marca/brand e nome del produttore naturalmente.
E’ un anno che non fumo più sigarette classiche, più toccate da quando ho iniziato a fumare ‘elettronico’, oggi ‘fumo’, praticamente, a bassissimo livello di nicotina.
Non da meno, ho risparmiato in questo anno molti soldi.
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