Ingroia lascia la toga: adesso solo “Azione Civile”
Antonio Ingroia ha deciso: toga appesa al chiodo per dedicare “anima e corpo” alla politica. Decisione che non sorprende, nell’aria da tanto tempo, come preventivato da The Horsemoon Post già da aprile.
Lo ha ufficializzato lo stesso “allievo” del giudice Paolo Borsellino durante una conferenza stampa in cui ha altresì annunciato che sabato 22 giugno ci sarà la prima Assemblea Nazionale di Azione Civile, di cui Ingroia è leader, nato sulle fondamenta di Rivoluzione Civile che, senza successo, ha affrontato le elezioni politiche di fine febbraio.
L’ormai ex magistrato palermitano – che è anche giornalista pubblicista – ha affermato, a proposito della sua scelta, di lasciare “con un sentimento misto: amarezza perché abbandono la magistratura dopo 25 anni; entusiasmo per questa nuova avventura politica“. Inoltre, ha anticipato che firmerà le dimissioni il 18 giugno ad Aosta.
Naturalmente Ingroia non ha perso tempo per attaccare il provvedimento del Consiglio Superiore della Magistratura di trasferirlo nel profondo Nord: “È stato politico, non c’è spazio per me e il mio modo di fare magistratura. Chi tocca certi fili muore“.
Il quasi-ex magistrato però non dice che il CSM decise di trasferirlo alla Procura di Aosta solo perché quella circoscrizione era l’unica in cui non si era candidato alle politiche – così come prescrive la legge – e di certo non avrebbe potuto non trattare la questione del rientro all’attività di magistrato come se non fosse successo nulla. Considerazioni che non hanno niente di politico, ma al contrario fanno riferimento a quella legalità giustamente invocata da Ingroia, il quale avrebbe però meritato anche critiche politiche, visto che un magistrato della Repubblica dovrebbe sempre allontanare da sé ogni sospetto di “parzialità”, soprattutto nell’ambito di indagini che hanno per protagonisti esponenti della vita politica. I tre poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) non possono affatto intersecarsi in uno Stato che pretende di essere “civile”.
Sotto il profilo politico, è assai probabile che il movimento ‘Azione Civile’ di Ingroia trovi in Sicilia un alleato forte, Rosario Crocetta. Il “governatore”, infatti, non ha mai nascosto di nutrire stima e simpatia per l’ex magistrato, tanto che nell’aprile scorso avrebbe voluto che Ingroia ricoprisse l’ufficio di presidente di “Riscossione Sicilia”, la società partecipata dalla Regione che nell’isola riscuote le imposte. Nomina poi bloccata di fatto dal CSM.
E ancora, il mai domo Crocetta, pur di evitare a Ingroia di trasferirsi nella fredda Aosta, avrebbe pensato di nominarlo commissario della Provincia di Palermo, dopo che mercoledì scorso si è concluso il mandato del presidente eletto, Giovanni Avanti, e della sua giunta, in attesa che l’Ente locale si trasformi in libero consorzio di Comuni (con la conseguente moltiplicazione dei costi, altro che risparmi).
L’alleanza tra i due sarebbe strategica in vista della prossima importante scadenza elettorale: le europee del 2014.
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