Josefa Idem: “Contro di me parole di inaudita violenza, non mi dimetto”. Merita una mozione di sfiducia…

La ministro per le Pari opportunità in conferenza stampa a Palazzo Chigi: “Non sono cittadina infallibile ma onesta. In Germania nessuno si sarebbe dimesso. Non la darò vinta a montatura mediatica”. Ma la Idem ha memoria corta, cortissima…

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«Le parole vanno usate con cognizione di causa e con responsabilità», sono state «pietre scagliate contro di me con inaudita violenza». Lo ha affermato il ministro per le Pari opportunità, Josefa Idem, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. L’esponente dell’esecutivo ha ribadito che delle questioni di cui si parla in questi giorni si sono occupati dei tecnici e non lei direttamente. «Non sono una cittadina infallibile ma onesta», ha rivendicato Idem.

Il legale Luca Di Raimondo ha sottolineato l’inconsistenza delle accuse rivolte al ministro, aggiungendo che non “c’è reato”. Sulla vicenda dell’Ici e dell’Imu c’è stato il “ravvedimento operoso”.

Poi, rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa, Idem ha detto che vista l”’irrilevanza dei fatti, in Germania nessuno si sarebbe dimesso e non mi dimetto. Tante persone mi hanno detto di continuare, di non darla vinta ad una montatura mediatica, intendo continuare per non tradire la fiducia delle persone che contano sul mio contributo”.

Sulla conferenza stampa della ministra Idem occorre però fare qualche considerazione.

Anzitutto, è vero che un cittadino può sbagliare, anche pensando di rispettare la legge, e che si può rimediare con il cosiddetto “ravvedimento operoso”. Ma servirebbe sapere quando ci sia stato questo “ravvedimento operoso”, se prima o dopo che il caso è stato sollevato dalla stampa.

In secondo luogo, la presenza del legale di fiducia – Luca Di Raimondo – in una sede istituzionale è in se stessa assai discutibile, perché la ministra Idem mostra con chiarezza di sapersi destreggiare meglio sulle linee del canottaggio che su quelle – assai più delicate – dell’utilizzo di sedi ufficiali a fini privati. Chiarire questioni attinenti la sua vita privata e il suo rapporto contorto con la tassazione locale non è sicuramente materia che attenga alla sua funzione di ministra per le Pari Opportunità.

Infine, la ministra Idem sbaglia quando afferma che in Germania nessuno si sarebbe dimesso, per due motivi: il primo, è che la Germania non è termine di paragone assoluto, non è la Città del Sole di Tommaso Campanella (dubitiamo che Josefa Idem conosca vita e opere del filosofo calabrese); in secondo luogo perché è già successo che un ministro fosse costretto a dimettersi, non per aver “commesso reati”, ma per aver detto il falso.

Nello specifico, possiamo ricordare a Josefa Idema due episodi recenti. Nel marzo del 2011 Karl-Theodor zu Guttenberg, stella nascente della CDU, si dimise da ministro della difesa per non aver correttamente redatto la tesi di dottorato, attribuendosi un brano del suo studio e non citandolo con nota critica. Nello scorso mese di febbraio, più o meno lo stesso “problema” colpì Annette Schavan, ministro della pubblica istruzione di Angela Merkel, accusata di aver copiato la tesi di dottorato, che in seguito l’università di Dusseldorf le revocò.

Per questi motivi, oltre alla brutta figura, la difesa della ministra Josefa Idem appare davvero debole e meritevole di una mozione di sfiducia in Parlamento. Siamo d’accordo che le parole sono pietre e non finiremo mai di esecrare gli imbecilli che offendono le persone; ma non ci arrendiamo a farci prendere ancora per il naso da chi – con argomenti classici della partitocrazia più becera – cerca di difendere l’indifendibile.

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