Siria, gli Usa mobilitano la Marina. Obama convoca i consiglieri. Iran e UK: usate armi chimiche
Inviato un cacciatorpediniere nel Mediterraneo, dove già si trovano altre tre navi da guerra. Il segretario alla Difesa, Chuck Hagel: “Pronti a ogni opzione scelta dalla Casa Bianca“. Il presidente incontra i consiglieri alla sicurezza nazionale. Il presidente Rohani invita la comunità internazionale a fermare Damasco, ma non cita i crimini dei ribelli pro-Iran
Washington – Gli Stati Uniti sono pronti ad eseguire qualsiasi opzione scelta dal presidente Barack Obama a seguito delle informazioni secondo cui il regime siriano avrebbe utilizzato armi chimiche sui civili. «Il Dipartimento della Difesa – ha detto il segretario alla Difesa, Chuck Hagel, mentre era in volo per l’Asia – ha la responsabilità di fornire al presidente opzioni per tutte le emergenze e questo richiede il posizionamento delle nostre forze e dei nostri asset per essere in grado di attuare qualsiasi opzione il presidente possa scegliere».
Hagel non è voluto entrare nei dettagli, ma secondo alcuni media, la marina americana sta rafforzando la sua presenza nel Mediterraneo. Sempre in merito all’utilizzo di armi chimiche da parte della Siria, i consiglieri alla sicurezza nazionale di Obama questo fine settimana si riuniranno alla Casa Bianca per discutere le opzioni americane, tra cui una possibile azione militare.
«Il presidente – ha aggiunto il segretario alla Difesa dell’Amministrazione statunitense – ha chiesto al dipartimento della Difesa delle opzioni. Come sempre, il dipartimento è preparato, è stato preparato, per offrire al presidente degli Stati Uniti opzioni su tutti i rischi e continueremo a farlo». «Abbiamo a che fare con un problema molto serio – ha concluso Hagel – stiamo lavorando con i nostri partner internazionali, con la comunità internazionale e con le Nazioni Unite. Stiamo esaminando tutte le opzioni».
In precedenza un funzionario del Pentagono ha affermato alla rete all news Cnn che la lista di attacchi a potenziali obiettivi è stata aggiornata e che la pianificazione include l’utilizzo di missili da crociera. La CBS ha rivelato che il capo degli Stati Maggiori Riuniti, Martin Dempsey, nell’incontro alla Casa Bianca di oggi esporrà tutte le opzioni di un eventuale attacco.
Dalla base di Norfolk in Viriginia sarebbe partito il cacciatorpediniere Mahan, della Classe Arleigh Burke, dotato del sistema antimissile AEGIS, in funzione di protezione delle navi della Sesta Flotta del Mediterraneo, già presenti nell’area. L’invio del Mahan significa che l’opzione militare è più vicina e che un programma di bombardamenti chirurgici potrebbe essere alle porte. Il Mahan avrebbe compiti di protezione verso gli stormi della US Navy e delle altre aviazioni di marina chiamate a colpire il regime di Damasco. Nel Mediterraneo, si trovano altre navi da guerra statunitensi.
Intanto, sulla vicenda del presunto uso di armi chimiche, l’Alto rappresentante Onu per il disarmo, Angela Kane, è arrivata questa mattina a Damasco. La Kane intende incontrare esponenti della leadership siriana, per ottenere un’estensione del mandato della commissione di inchiesta sulle armi chimiche che si trova già nel paese. L’obiettivo è condurre ispezioni anche nei pressi di Damasco, nelle aree in cui l’opposizione ha denunciato il massacro di oltre mille persone con il gas nervino.
Per la prima volta il presidente iraniano Hassan Rohani ha ammesso che in Siria sono state usate armi chimiche che hanno ucciso “persone innocenti” e ha chiesto alla comunità internazionale di «usare tutti i suoi poteri» per fermare questa pratica. Senza puntare il dito contro i ribelli o contro il regime di Damasco – del quale l’Iran è uno stretto alleato – il neo-presidente ha affermato che «molte persone innocenti in Siria sono state ferite o uccise da agenti chimici e questo è inaccettabile».
«Condanniamo in modo completo e forte l’uso di armi chimiche», ha aggiunto, senza fare un riferimento preciso all’ultima strage denunciata dai ribelli, che sarebbe stata commessa dal regime nei pressi di Damasco. «La Repubblica Islamica – ha proseguito Rohani, citato dall’agenzia Mehr – chiede alla comunità internazionale di usare tutti i suoi mezzi per prevenire l’uso di queste armi ovunque nel mondo, specialmente in Siria».
Due giorni fa, riferendosi ai fatti di Damasco, anche il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad-Javad Zarif, si era pronunciato sulle armi chimiche in Siria, ma aveva puntato il dito contro i ribelli, scagionando il regime. «Se le notizie sull’uso di armi chimiche in Siria sono vere, sono sicuramente state usate dai terroristi e dai gruppi takfiristi (una confessione radicale sunnita, ndr)», aveva affermato Zafir, aggiungendo che il regime di Damasco non ha interesse a condurre un attacco del genere, mentre i «terroristi hanno interesse ad esasperare la crisi in Siria».
Anche Londra ha confermato l’uso di armi chimiche a Damasco, così come da Israele si citano fonti di intelligence su intercettazioni elettroniche comprovanti l’azione del governo di Assad.
(fonte ADNKRONOS/ALTRE AGENZIE)