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A Monza la Ferrari vuole vincere per rilanciarsi nella lotta al titolo piloti con Alonso

Alonso, non c’è due senza tre. Massa non ha mai vinto a Monza, Vettel: da qui iniziò la storia. Mercedes con evoluzioni aerodinamiche, McLaren scettica sul podio

Italian Grand Prix, Monza 06-09 September 2012

Dodicesimo appuntamento della stagione di Formula 1 a Monza, per il GP d’Italia in una pista storica che andrebbe valorizzata ancora di più, ma è mortificata dalle varianti. L’ultima gara europea, prima del rush finale della stagione, ci consegna un campionato nelle salde mani di Sebastian Vettel e della Red Bull, con un ruolo da comprimari per i piloti della Mercedes, Rosberg e Hamilton.

Per Fernando Alonso Monza coincide con il quarto anno di una diatriba sportiva che vede il pilota spagnolo confrontarsi con Sebastian Vettel, in un ruolo che non è affatto da comprimario, ma semmai da coprotagonista seppur sconfitto nelle precedenti tre edizioni di questa tenzone che appassiona e far bruciare il fegato ai tifosi della Scuderia. Da qui iniziò, in quella domenica piovosa del 2008, la scia di vittorie che ha fatto del tedesco uno dei piloti della F1 più vincenti della storia della massima serie automobilistica. Per Alonso però c’è da affermare il noto detto: non c’è due senza tre. Sarebbe l’apoteosi rossa! Massa, invece, a Monza ha un tabù da sfatare, sarebbe un ottimo viatico per la riconferma, in un mercato piloti che sembra sull’orlo di una svolta, ma che per ora ha mantenuto solo …le promesse fatte.

Gli altri possono sperare di inserirsi, ma come comparse di uno spettacolo in cui – lo si deve riconoscere – il campione tedesco è l’attore principale, forte di una monoposto che ne asseconda l’impeto dominante. Così per Webber, che a Monza non ha mai vinto, come Rosberg. Hamilton, invece, terrebbe molto a infilare la sesta quinta pole consecutiva, la sesta stagionale, per riconfermarsi sul podio come lo scorso anno. La Mercedes porterà a Monza una configurazione aerodinamica a bassa resistenza, ulteriore evoluzione di quella che a Spa ha consentito – anche se in condizioni fortunose – la pole. Una pole che però finora non è stata trasformata in vittoria. Anche Räikkönen sulla pista italiana non ha mai vinto: se vuole riagganciare le possibilità di lottare per l’iride serve una vittoria.

In McLaren c’è molto scetticismo sulle possibilità di salire sul podio, ma se – come vedremo – le previsioni meteo danno pioggia intensa per la gara, c’è sempre la variabile Jenson Button che può fare la differenza, come ogni volta in cui l’aderenza della pista è precaria.

Monza è la pista in calendario con la velocità media più alta – circa 245 km/h – e la configurazione è caratterizzata dalla presenza delle chicane sul tracciato una volta ancor più veloce, modificato nel tempo anche nella seconda di Lesmo, resa una curva lenta, mentre prima era una di quelle pieghe dove si faceva la differenza tra onesti conduttori e piloti dal pelo sullo stomaco.

Per la gara di casa, a Monza, Pirelli ha scelto di portare pneumatici P Zero Orange hard (riconoscibili per la banda arancione sulla spalla) e P Zero White medium (banda bianca), ossia la stessa di Spa-Francorchamps. Tuttavia, se nel Gran premio del Belgio è soprattutto la forza laterale a interessare le gomme, a Monza sono l’energia longitudinale e gli elevati livelli di grip meccanico a impegnare le coperture. La scelta dell’assetto deve essere un compromesso tra le sezioni lente e quelle veloci del tracciato, così le gomme giocano a Monza un ruolo cruciale, con diverse opportunità di strategia.

A Monza la Pirelli ottenne la sua prima vittoria in un Gran premio, quando Gastone Brilli Peri ottenne il titolo nel 1925, alla guida di un’Alfa Romeo. Dopo aver cambiato aspetto molte volte nel corso degli anni, il circuito moderno è molto diverso dall’ originale.

In circa 75% del giro di Monza è percorso a tutto gas, ma ci sono anche alcune aree in cui la frenata gioca un ruolo fondamentale, con ripercussioni sia sull’impianto frenate – che a Monza è di solito potenziato – che sulle gomme. Nell’approcciare la prima chicane, le monoposto frenano da 340 a 80 km\h in soli 150 metri. In Parabolica la forza alterale arriva a 3,7G, una forza che si viene trasmessa anche dalle coperture. Tre i settori che impegnano molto le gomme: prima chicane, con forte frenata; variante Ascari, con rapidi cambi di direzione; Parabolica, curvone ad ampio raggio che stressa in laterale gli pneumatici.

La FIA seguirà l’intero week-end con il team di commissari sportivi costituito da Garry Connelly, australiano, vice-presidente del FIA INSTITUTE, che più volte nella stagione ha svolto questo ruolo; dal ceco Radovan Novak, segretario generale dell’ACCR, l’automobil-club della Repubblica Ceca; e da Danny Sullivan, ex pilota di F1 alla Tyrrell, vincitore della 500 Miglia di Indianapolis nel 1985 e del titolo di Indy Car World Series tre anni più tardi.

Sul fronte meteo, venerdì sotto il sole, mentre sabato potrebbe essere variabile. Incognita temporali per la gara di domenica. Una complicazione in più.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’analisi di Mario Isola per la Pirelli

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