Maaloula, i ribelli invadono le case del villaggio. Uccisi tre giovani cristiani

Fonti di AsiaNews denunciano le violenze e la persecuzione dei cristiani nel villaggio dove ancora si parla l’aramaico. I ribelli islamisti fanno irruzione nelle abitazioni e catturano almeno sei giovani appartenenti alla Chiesa greco-cattolica. I corpi degli uccisi sono abbandonati in strada come monito per gli abitanti. A Damasco la Chiesa locale tenta di soccorrere i rifugiati, ma “molte famiglie sono rimaste bloccate nelle abitazioni. Di loro non si sa più nulla”

20130909-syria-christians-murderedMaaloula –  Corpi di cristiani uccisi abbandonati sul ciglio delle strade, abitazioni e chiese distrutte e depredate. E’ lo scenario di Maaloula, villaggio a circa 60 chilometri a nord di Damasco invaso nei giorni scorsi dai ribelli islamisti. L’abitato, culla della tradizione cristiana siriana e unico luogo al mondo dove si parla ancora l’aramaico, è ormai una città fantasma. Fonti di AsiaNews (anonime per motivi di sicurezza), raccontano che “i ribelli islamisti stanno invadendo le abitazioni del villaggio. Ieri hanno ucciso tre persone e preso prigionieri sei giovani cristiani appartenenti alla Chiesa greco-cattolica. I cadaveri sono stati lasciati in strada come monito per la popolazione. Molte famiglie sono bloccate nelle loro case e non possono nemmeno fuggire. Nessuno conosce le loro condizioni”.

La situazione è critica anche per chi è riuscito ad abbandonare il villaggio. “Sono diverse centinaia di persone – spiegano le fonti – esse sono riuscite a salvarsi, ma hanno dovuto abbandonare tutti i loro averi. Per loro inizia un nuovo calvario”.

In questi giorni le parrocchie della capitale hanno offerto ospitalità alle famiglie, ma i viveri non basteranno a lungo. “Questa gente è traumatizzata – aggiungono  le fonti di AsiaNews – intere famiglie hanno lasciato tutta la loro vita a Maaloula. Non hanno bisogno solo di beni materiali come cibo, acqua, un letto in cui riposare ma anche di sostegno spirituale, soprattutto gli anziani, le donne e i bambini”.

I ribelli del Free Syrian Army (Fsa) hanno invaso il villaggio lo scorso 5 settembre, sconfiggendo le truppe del regime grazie all’appoggio delle brigate al-Nousra, legate ad al-Qaeda. Dopo aver preso il controllo sulla città, gli islamisti hanno iniziato a profanare gli edifici cristiani, distruggendo le croci della cupola del monastero greco-cattolico dei santi Sergio e Bacco. In una testimonianza raccolta da AsiaNews, un residente racconta che lo sheick del villaggio, leader della comunità musulmana locale, ha condannato gli attacchi affermando che quanto sta avvenendo è contro l’islam: “La violenza non si può attuare né in nome di Allah né di Maometto”. L’appello si è però rivelato inutile.

(fonte AsiaNews)