Siria, Usa ad Assad: ”Niente raid se consegna le armi chimiche”

Il segretario di Stato americano Kerry dà una settimana di tempo al regime: ”Se ci sarà attacco sarà limitato e mirato, non una guerra”. Piccinin rilasciato domenica con Quirico: ‘‘Non è il regime ad aver usato il gas

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Se il presidente siriano Bashar Assad consegnerà tutte le sue armi chimiche alla comunità internazionale entro la prossima settimana non vi sarà più l’intervento americano. Lo ha dichiarato a Londra il segretario di stato americano John Kerry.

Riferendosi all’intervento che Washington intende condurre contro la Siria, ha spiegato: “L’azione militare sarà limitata e mirata, non una guerra” e ha detto di “comprendere” le preoccupazioni di chi, negli Stati Uniti ed in altri paesi alleati, teme un nuovo impegno bellico come quello in Afghanistan e in Iraq.

Il segretario di Stato americano, che ha alle spalle una lunga carriera al Senato, ha detto che per questo l’amministrazione si sta sforzando al massimo con i briefing al Congresso, mentre lui è impegnato a parlare con gli alleati e Barack Obama martedì parlerà alla nazione. “E’ nostra responsabilità comunicare quello che sappiamo” ha aggiunto che dopo quello che è successo in Iraq nessuno in America vuole vedere di nuovo i giovani partire.

“Ma non è di questo che stiamo parlando, non stiamo andando in guerra – ha ribadito – si tratterà di una risposta limitata, mirata e di breve durata. L’obiettivo è punire l’utilizzo di armi chimiche, ma non ci prenderemo la responsabilità del conflitto civile in Siria”.

Il ministro siriano degli Esteri, Walid al-Muallim, in visita a Mosca , ha dichiarato che il regime di Damasco è convinto che ”gli Stati Uniti non vogliano la conferenza” di pace sulla Siria, nota come ‘Ginevra 2’.

Il capo della diplomazia del regime di Assad ha comunque confermato la volontà della Siria di partecipare alla conferenza, che la Russia si è nuovamente impegnata a organizzare. ”Per quanto riguarda Ginevra, abbiamo confermato molte volte la nostra partecipazione alla conferenza, senza condizioni preliminari – ha detto – Ma non so cosa potrebbe accadere dopo un’aggressione americana. Forse verrà lanciato un missile e farà fallire la conferenza”.

”Siamo arrivati al punto in cui il rullo dei tamburi di guerra si sente dagli Usa – ha proseguito il ministro – Riteniamo che la Russia giochi un ruolo importante per scongiurare l’aggressione”.

Il ministro russo degli Esteri, Sergei Lavrov, ha ribadito dopo l’incontro con l’omologo siriano che non c’è ”alternativa” alla soluzione pacifica della crisi siriana, che non può essere risolta attraverso un’azione militare.

Un’azione militare contro la Siria provocherebbe una ”esplosione del terrorismo” nella regione, ha affermato il ministro russo degli Esteri, mettendo anche in guardia dal rischio di un nuovo esodo dalla Siria e di una nuova ondata di rifugiati.

Intanto, secondo fonti dell’opposizione siriana, citate dal quotidiano saudita al-Watan, il regime siriano avrebbe dispiegato missili terra-aria nei pressi di Damasco in vista di una possibile azione militare straniera. Secondo le fonti, i missili sarebbero stati dispiegati nell’aeroporto militare di Almaza e nella zona dell’aeroporto internazionale di Damasco.

(ADNKRONOS)