L’Ordine dei Giornalisti della Sicilia si muove contro i comuni di canicattì e Casteldaccia per presunti abusi in materia di esercizio abusivo della professione

Pratiche diffuse, in violazione della legge vigente da parte di enti territoriali dello Stato. Una pessima pratica che è anche un cattivo esempio per la pubblica opinione. La legge è uguale per tutti, anzitutto per lo Stato che deve farla applicare

20130927-giornali-382x286L’Ordine dei Giornalisti di Sicilia ha presentato un esposto e una diffida nei confronti dei Comuni di Canicattì e Casteldaccia per l’esercizio abusivo della professione e lo svolgimento a titolo gratuito di attività giornalistica, per di più da parte di non iscritti agli albi.

«Siamo da tempo impegnati, assieme all’Associazione della Stampa – afferma il presidente Riccardo Arena – in un’azione che per adesso riguarda soprattutto la Regione Sicilia, ma che si sta rapidamente estendendo alle altre amministrazioni pubbliche dell’Isola. Sulla Regione un dettagliato esposto è stato presentato alla Procura di Palermo, che ha avviato accertamenti».

«L’esercizio della professione di giornalista – prosegue la nota dell’Ordine – è riservato agli iscritti agli albi e chi è inserito in un ufficio stampa e/o svolge funzioni e mansioni giornalistiche deve essere iscritto negli elenchi tenuti da questo Ordine professionale. Non è inoltre consentito lo svolgimento di attività giornalistica a titolo gratuito presso la pubblica amministrazione, che deve avere i fondi e le dotazioni, secondo le regole della legge 150/2000, per munirsi di un Ufficio stampa».

Una nuova iniziativa sta per essere avviata anche nei confronti di altre amministrazioni pubbliche. L’Ordine lancia un appello alla magistratura, affinchè faccia rispettare la legge riguardante l’esercizio della professione di giornalista, tutelando così il lavoro di chi è regolarmente iscritto agli albi, in un momento in cui la categoria sta affrontando una crisi senza precedenti. Crisi che comporta tagli indiscriminati di posti di lavoro, retribuzioni sempre più basse, difficoltà crescenti per tutti i giornalisti, professionisti o pubblicisti, contrattualizzati e precari, free lance e collaboratori esterni.

(Fonte ANSA)