Siria, a Raqa i ribelli jihadisti bruciano due chiese cattoliche. Lotta interna fra i nemici di Assad

Si tratta della chiesa greco-cattolica dell’Annunciazione e della chiesa armena dei santi Martiri. I fondamentalisti hanno distrutto la croce del campanile e innalzata la bandiera islamista. La denuncia dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. Crescono le divisioni nell’opposizione ad Assad. I gruppi fondamentalisti rifiutano l’autorità del Consiglio nazionale e vogliono la sharia

20130927-islamist_rebels-660x442-didDamasco – Ribelli jihadisti legati ad al Qaeda hanno bruciato statue e croci in due chiese di Raqa, nel nord della Siria. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, spesso favorevole ai ribelli, denuncia che ieri i “Combattenti per lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante” sono entrati nella chiesa greco-cattolica di Nostra Signora dell’Annunciazione distruggendo immagini e mobili all’interno. Hanno fatto lo stesso con la chiesa armeno-cattolica dei Martiri. In più, essi hanno distrutto la croce sulla punta del campanile per rimpiazzarla con la loro bandiera qaedista.

Raqa e la sua provincia, sulle sponde del fiume Eufrate, sono cadute nelle mani dei ribelli lo scorso marzo. Da subito, gli oppositori fondamentalisti hanno ingaggiato una lotta contro gli oppositori del Free Syrian Army.

I qaedisti hanno imposto sulla popolazione del luogo la sharia. Gli islamisti si sono spesso scatenati nel distruggere chiese e moschee sciite; hanno computo esecuzioni sommarie contro alawiti; sono sospettati di aver rapito sacerdoti e vescovi.

Secondo alcuni osservatori, questi attacchi «contro la libertà religiosa, sono un assalto contro la rivoluzione siriana». In effetti, a causa della violenza dei jihadisti, molti oppositori di Assad, abbandonano i loro gruppi e tornano ad essere sostenitori del regime.

All’inizio della resistenza contro Assad, i ribelli hanno applaudito l’arrivo di gruppi fondamentalisti da Iraq, Arabia saudita, Libia, Cecenia, Indonesia, Qatar, Egitto. Ma a poco a poco si è aperto uno scontro fra le due fazioni, quella “laica” e quella fondamentalista islamica, facente riferimento ad Arabia Saudita e Qatar, accusate di finanziare i qaedisti di Al -Nusrah.

Ieri undici gruppi di ribelli islamisti hanno annunciato di non riconoscere l’autorità della Coalizione nazionale, l’alleanza che unisce tutti gli oppositori del regime siriano, con base a Istanbul. Fra i motivi che hanno portato a tale decisione, vi è la condanna dei gruppi che gestiscono la rivoluzione siriana stando all’estero e soprattutto la voglia di islamizzare in modo integrale la lotta contro Assad. In una dichiarazione resa pubblica ieri essi esortano «tutti i militari e i civili a unirsi sotto una chiara proposta islamica basata sulla sharia, che dovrebbe essere l’unica fonte della legislazione»”.

(fonte AsiaNews)