Tunisia, primo doppio attentato kamikaze, attacco a un hotel a Susa, morto l’attentatore

Arrestato a Monastir un kamikaze inefficiente: voleva farsi esplodere davanti la tomba di Bourguiba. Il popolo reagisce contro gli islamisti: mobilitazione popolare spontanea già questa mattina. Identificati gli autori, appartenenti alle frange salafite

20131030-attentato-di-susa-342x256L’incubo kamikaze si affaccia in Tunisia, dove si sta vivendo una travagliata transizione, dopo la reazione popolare contro il partito islamico al governo, accusato di contiguità con i movimenti jihadisti operanti nel Maghreb e colpevoli di numerosi assassini politici contro esponenti democratici e laici.

Questa mattina a Susa, terza città del Paese e tra principali mete turistiche, una persona si è fatta esplodere nella spiaggia antistante l’Hotel ’Hôtel Riadh Palms, senza fare vittime altre vittime. L’uomo è morto. L’esplosione è avvenuta intorno alle 9.30 e ha prodotto solo danni materiali e molta paura tra i turisti presenti.

Secondo il portavoce del ministero dell’interno, Mohamed Ali Aroui, l’uomo che si è dato la vita è stato identificato insieme a un suo complice, riuscito a fuggire e in queste ore ricercato con una imponente caccia all’uomo. Le generalità dei due terroristi non sono state rese note per non compromettere le indagini, ma si è appreso che entrambi appartengono alle frange salafite che propugnano l’abbattimento della laicità dello Stato e l’instaurazione di una repubblica islamica retta dalla sharia.

Quasi contemporaneamente, a Monastir un giovane di 18 anni veniva arrestato mentre si apprestava a farsi saltare in aria sulla tomba di 20131030-attentato-di-susa_map--342x251Hamed Bourguiba, primo presidente della Tunisia indipendente. Le forze di sicurezza hanno confermato l’età e il nome del giovane – Ayman – che sarebbe originario di Zaghouan.

La sicurezza locale ha peraltro rilevato come il giovane non indossasse alcun segno religioso che potesse far pensare alla sua appartenenza a gruppi salafisti, tanto che la guardia d’onore alla tomba di Bourguiba non aveva sospettato nulla, ma poi è riuscita lo stesso ad arrestarlo, prevenendo l’esplosione.

Dopo l’esplosione di Susa e il successo dell’operazione di prevenzione a Monastir, la popolazione di Susa ha dato vita a una manifestazione spontanea contro il terrorismo. Diversi cittadini hanno espresso il loro sostegno alle forze di polizia nella loro lotta al terrorismo, ma la tensione nel Paese è cresciuta di colpo, mentre la trattativa in seno all’Assemblea Costituente è ancora in una pericolosa impasse.

L’ambasciata di Francia a Tunisi, in un comunicato, ha chiesto ai turisti francesi di aumentare la vigilanza, consigliando di essere prudenti negli spostamenti e di evitare luoghi affollati. Da evitare assolutamente le zone al confine con l’Algeria, da dove si ritiene vi possa essere una presenza maggiore di salafiti legati alle organizzazioni che si riconoscono in “Al Qaeda nel Maghreb arabo”.

Rached Ghannouchi, presidente di Ennahdha, ha emesso un duro comunicato in riferimento a quanto accaduto questa mattina. «Coloro che hanno voluto attaccare le città della Tunisia e il Mausoleo del presidente Habib Bourguiba sono dei criminali che vogliono distruggere la Tunisia, la sua economia e la sua transizione democratica» ha affermato Ghannouchi, che ha anche ammonito queste forze perché non riusciranno «nella loro opera grazie al nostro esercito, alla nostra sicurezza e alla maturità del nostro popolo e all’unione della nostra classe dirigente contro il terrorismo».

Nelle ultime settimane, molte critiche sono state rivolte al partito, sospettato di vicinanza con i gruppi terroristici di matrice jihadista. L’appello di Ghannouchi serve a riaffermare la distanza di Ennahdha dai terroristi, ma non è certo che questa sia la percezione che i tunisini hanno davvero.

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