Ogni volta che un bambino siciliano dice ‘dolcetto o scherzetto’ un Pupo di zucchero muore
Si ripeterà anche stanotte il rito dell’emulazione della festa di Halloween. Soprattutto in luoghi, come la Sicilia, dove la ‘Festa dei Morti’ fa parte della tradizione. Ma c’è chi non si arrende
Stanotte in USA si festeggerà Halloween e tanti bambini andranno a chiedere dolciumi e caramelle con la domanda “trick or treat?“, “dolcetti o scherzetti?“, rinnovando una celebrazione che risale al periodo pre-cristiano, in particolare alla festività celtica di Samhain. Fin qui, tutto ok. È sempre bello che una cultura difenda e celebri le proprie feste.
Il problema, però, nasce quando gli altri Paesi, più per uno spirito di emulazione consumistica che di reale attaccamento al substrato culturale di provenienza, importa le feste altrui, difettando di un ingrediente essenziale: la tradizione. E ciò assume connotati più paradossali quando arrivano ad offuscare e a sostituire le consuetudini ‘indigene‘.
Un esempio lampante di questo accade, da alcuni anni a questa parte, a Palermo, dove la ‘Festa dei Morti‘ rischia di essere letteralmente sepolta da quella ‘copiata e incollata‘ dal calendario statunitense.
Il 2 novembre, infatti, c’è la ricorrenza di regalare un dono, raccontando che proviene da un caro estinto: il nonno o la nonna che non ci sono più, che da lassù guardano il nipotino e una volta all’anno gli portano un regalo con cui giocare appassionatamente. La morte, quindi, diventa tradizione, entrando in contatto con la vita.
Al contrario di Halloween, dove la morte fa paura e si traveste di forme mostruose. In Sicilia, invece, essa ha un rapporto continuo con l’esistenza, che continua nel nero delle vedove dopo il suo compimento, perché il ricordo addolorato non può scomparire, perché il solo pensiero rende viva la stessa morte, perché si ha più timore dell’oblio. E, quindi, il 2 novembre diventa non tanto la commemorazione dei defunti quanto la celebrazione del ricordo della vita di chi non c’è più.
Come detto, però, ciò si sta progressivamente allontanando dalla memoria culturale, causato dall’intromettersi di festeggiamenti forestieri, fomentato da pub e discoteche che, fiutando l’affare, cercano di dare un senso ad un ‘party’ che per i siciliani non ne ha neanche mezzo.
Tuttavia, c’è chi si ostina – nonostante la potenza consumistica e globalizzante che punta a cancellare l’identità territoriale – a credere che qualcosa si possa ancora fare.
Segnaliamo, a tal proposito, l’iniziativa dello Spazio Atreju che in via Paolo Paternostro 43, nel capoluogo siciliano, ha organizzato per domani.
Il titolo trasmette un messaggio chiaro: “Viva le feste dei Santi e dei Morti! Giornata in difesa delle tradizioni siciliane“.
Si comincia alle 17 con un dibattito dal titolo: “Esoterismo, consumismo, omologazione: perché non festeggiare Halloween“. Alle 18, poi, ci sarà un momento di animazione per i bambini. Infine, alle 20, ci sarà la “muffulettata“, aperitivo con la tradizionale focaccia palermitana “cunzata“, e la degustazione dei tipici dolci siciliani.
Tutto questo perché “ogni volta che un bambino siciliano dice ‘dolcetto o scherzetto’ un Pupo di zucchero muore“.
16 euro e parlate di consumismo…malimorte’