I bambini italiani sono pigri e non mangiano in modo salubre. Colpa anche della crisi
Un’indagine condotta da Ipsos per Save the Children e Mondelez fa emergere il dato preoccupante. Tra le cause dell’inattività dei ragazzi, la mancanza di voglia e di interesse, il costo eccessivo delle strutture e l’incompatibilità degli orari con le attività dei genitori. A incentivare la sedentarietà dei bambini e adolescenti italiani ci sono i media
Roma – Saltano la colazione, concentrano i pasti o mangiano con la tv accesa. E per di più sono pigri. Questa è la fotografia dei bambini italiani scattata dalla ricerca “Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi“, realizzata da Ipsos per Save the Children e Mondelez e presentata mercoledì a Roma, in occasione dei 3 anni di attività di “Pronti, Partenza, Via!“, progetto promosso nelle aree periferiche di dieci città italiane, che proseguirà anche per tutto il 2014. Un progetto raccontato in una mostra fotografica, alle Scuderie di Palazzo Ruspoli, aperta martedì e mercoledì a Roma.
Dalla ricerca emerge che un minore su 4 nel tempo libero non fa moto e non pratica uno sport a causa di problemi economici. E ancora che 4 ragazzi su 10 si muovono in auto, pochi (24%, meno di uno su quattro) a piedi, ancora meno (9%) in bici; il 73% sta in casa nel tempo libero.
Tra le cause dell’inattività dei ragazzi – secondo il 35% di genitori intervistati – la mancanza di voglia e di interesse, quindi il costo eccessivo delle strutture, per il 28% di madri e padri, con un aumento del 13% rispetto al 2012, l’incompatibilità degli orari con le attività dei genitori – per il 13% del campione. A conferma dell’impatto crescente delle difficoltà economiche sugli stili di vita di minori e famiglie anche il dato su cosa fanno gli stessi genitori nel tempo libero: fra le attività che registrano un ridimensionamento (non lo praticano mai o raramente) vi è infatti lo sport a cui rinuncia il 44% dei genitori (a fronte del 37% nel 2012).
Se passiamo all’opinione dei ragazzi, sempre più numerosi sono coloro che danno scarsa rilevanza all’attività fisica. Alla domanda “tra i tuoi amici e compagni come viene considerato uno che pratica sport, fa attività fisica?“, il 39% risponde “in nessun modo particolare, non se ne parla quasi“, a fronte invece di un 40% di under 18 che dichiara un’opinione positiva. Rilevante si conferma il ruolo della scuola nella promozione delle attività sportive anche se si registra un calo nella disponibilità di spazi ‘dedicati’: il 91% dei ragazzi pratica attività a scuola, prevalentemente con la classica frequenza bi-settimanale. Un 9%, tuttavia, non fa pratica motoria a scuola e ciò, nel 39% dei casi, per l’assenza di uno spazio attrezzato (in aumento sul 2012).
A incentivare la sedentarietà dei bambini e adolescenti italiani ci sono i media. Il tempo trascorso davanti alla tv si conferma significativo. Quasi la metà – il 47% – la vede per un tempo compreso fra 1 e 3 ore al giorno. Aumenta, anche se di poco, il tempo dedicato ai videogame: dell’85% dei ragazzi che gioca con i videogiochi, il 57% impegna un tempo compreso fra una e 3 ore.
Internet è legato all’età: lo utilizza il 100% degli over 14 e il 30% vi passa anche più di 3 ore, contro un 80% degli 11-13 enni e il 59% dei minori di 10 anni, che ne fanno un uso minore, rispettivamente in media un’ora e mezz’ora. In generale, i minori italiani stanno moltissimo a casa: il 73% vi trascorre (a casa propria o di amici) il tempo libero, a fronte di un 27% che lo trascorre fuori casa all’aperto con gli amici. “Bambini più sedentari, disabituati all’incontro e confronto con i pari, che passano molto tempo a casa, rischiano più di altri non solo di sviluppare patologie ma anche di essere più tristi, depressi, soli“, commenta Valerio Neri, direttore generale Save the Children Italia.
Peggiorano inoltre le abitudini alimentari dei ragazzi italiani.
Dall’indagine emerge infatti una flessione nel numero dei bambini e adolescenti che mangia frutta e verdura a ogni pasto (35% a fronte del 37% nel 2012) o una volta al giorno (35% contro il 39% dell’anno precedente) e un aumento di coloro che non l’assumono o lo fanno un massimo di 2 volte a settimana (31% contro il 24% del 2012).
Per quanto riguarda il numero e regolarità dei pasti, dalla ricerca emerge un dato particolarmente critico circa la prima colazione: ben un quarto dei ragazzi non la consuma con regolarità. In particolare il 9% mai e il 16% a volte sì, a volte no. Con il crescere dell’età questo pasto perde il suo fondamentale ruolo e ben il 14% dei 14-17enni non lo consuma mai a casa, ma al bar.
Quanto al pranzo, circa metà dei ragazzi ha l’opportunità di consumarlo con almeno un genitore (49%) o comunque a casa in compagnia di qualcuno (14%). La mensa scolastica serve solo un quarto dei ragazzi intervistati, che sale a metà circa (48%) tra i 6-10enni.
La presenza della famiglia intorno al tavolo a cena risulta, invece, una costante nel tempo per quasi il 90% delle famiglie con bambini e ragazzi, anche se un convitato che risulta spesso presente è la tv, accesa sempre in 4 famiglie su 10, occasionalmente nel 35% dei casi e assente soltanto in un quarto dei casi. Il fuori pasto è un’abitudine che riguarda il 70% circa dei giovani intervistati, con maggiore occasionalità al crescere dell’età. Pomeriggio e metà mattina risultano alternativi per circa il 40% dei ragazzi intervistati, mentre solo 1 ragazzo sui 5 fa due break al giorno.
“Se a delle cattive abitudini alimentari si associa, come spesso, accade, l’assenza di un’adeguata pratica sportiva e motoria, le conseguenze sul benessere di un bambino o un adolescente, sia sul piano fisico che emotivo, possono diventare rilevanti”, ha commentato il presidente di Save The Children Italia, Neri.
Credit: Adnkronos