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Bernie Ecclestone, rinviato a giudizio in Germania, si dimette dalla F1, ma non sul serio…

Il “padre-padrone” della Formula 1 moderna è stato rinviato a giudizio nell’indagine aperta in Baviera sulla presunta tangente pagata al banchiere tedesco Gerhard Gribkowsky, in galera per evasione fiscale. Ecclestone si è sempre difeso: ho subito un’estorsione. Il processo inizierà ad aprile, ma Uncle Bernie fa un passo indietro sotto il profilo sociale, non sotto quello manageriale. Ne uscirà intonso

Bernie Ecclestone (Foto AGI)

La Formula 1, a pochi giorni dai primi test invernali, subisce oggi uno scossone con il rinvio a giudizio del padre-padrone, Bernie Ecclestone, l’uomo che ha fatto la fortuna del Circus negli ultimi 40 anni e che a 83 anni rimane un vulcano di idee e un produttore di denaro contante che neanche una miniera d’oro riuscirebbe a eguagliare.

I magistrati inquirenti del Tribunale di Monaco di Baviera hanno mandato sotto processo Ecclestone per la presunta tangente pagata al banchiere Gerhard Gribkowsky otto anni fa, all’atto della vendita del pacchetto di maggioranza della Formula 1 alla CVC. Il manager britannico si è sempre difeso affermando che quel denaro – 45 milioni di euro – fu versato al banchiere come frutto di un’estorsione e non come frutto di una concussione, una differenza sostanziale che ora sarà vagliata nel dibattimento, il cui inizio è previsto per il prossimo aprile.

Gerhard Gribkowsky, ex manager della Bayern Land Bank, sta scontando una condanna a otto anni di reclusione per evasione fiscale, perché non pagò le tasse su quel denaro percepito indebitamente. Quando è stato inquisito dal fisco bavarese ha dichiarato di aver ricevuto una tangente da Ecclestone e i magistrati hanno ritenuto sufficienti le prove per portare in giudizio Ecclestone per corruzione.

Nel luglio scorso, quando il Boss della F1 era stato messo sotto inchiesta, la CVC aveva sostenuto il mentore del Circus, pur affermando che sarebbe stata valutata la situazione in futuro con l’evolversi della situazione processuale.

Quel futuro è oggi arrivato, così Ecclestone ha deciso di fare un passo indietro e di dimettersi dal board della Formula 1, ma solo perché lascerà il consiglio di amministrazione della Delta Copco Limited, che controlla la Formula One Group (il gruppo di aziende che gestisce il Circus) e che è a propria volta controllata da un gruppo di finanziarie, tra cui CVC Capital Partners, Waddell & Reed e LBI Group (e una percentuale minima resta allo stesso Ecclestone e ad altri manager).

Tuttavia, l’azionista di riferimento – CVC Capital Partners – ha già chiesto a Bernie Ecclestone di continuare nella gestione operativa del business, in attesa di capire cosa succederà in futuro. Non è certo, infatti, che il tribunale di Monaco riuscirà a dimostrare la colpevolezza di Ecclestone.

«Dopo discussioni con il consiglio di amministrazione, Ecclestone ha proposto che fino a quando il processo non sarà concluso, si dimetterà da direttore con effetto immediato, e il consiglio ha accettato», si legge in una dichiarazione. «Il consiglio di amministrazione ritiene, nell’interesse sia del business della F1 che dello sport, che Ecclestone continui a gestire gli affari commerciali, benché sotto un controllo maggiore da parte del consiglio stesso», precisa la nota della società che controlla la F1, in cui si precisa che «Ecclestone ha accettato questi accordi».

In attesa che il manager britannico risolva i propri problemi giudiziari, la gestione formale del business però passa di mano. La dichiarazione della Delta Copco Limited precisa che «l’approvazione e la firma di importanti contratti e altri accordi commerciali sono adesso di competenza del Presidente, Peter Brabeck-Letmathe , e del VicePresidente, Donald Mackenzie».

In Formula 1 di fatto si apre il periodo di successione, anche se dal nostro punto di vista Ecclestone non sarà alla fine condannato a Monaco. Tuttavia, per evitare che un’eventuale condanna possa riverberarsi in modo negativo sulla F1 e sui rapporti commerciali che legano il business allo sport, agli sponsor e alla Federazione Internazionale dell’Automobile, Bernie Ecclestone ha attuato un gesto di grande responsabilità, rimettendo il mandato formale di vertice della F1, che però continuerà a gestire negli “affari correnti”.

Tra Tomasi di Lampedusa – tutto cambia, perché niente cambi – e una rivoluzione, la F1 si incammina verso un’altra era, visto che il dato anagrafico in questa storia influisce non poco. Una successione necessaria,  pur augurando lunga vita e salute a “Zio Bernie”.

Credit: Adnkronos, AGI

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.