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A Bologna e caccia a molestatore sessuale seriale. La Polizia di Stato diffonde identikit

Presidi in aeroporto e stazione per evitare la fuga: biondo, occhi azzurri e accento anglosassone. Gli investigatori: cautela, soprattutto nelle ore notturne e chiamate subito le Forze dell’Ordine (112 Carabinieri o 113 Polizia di Stato)

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Bologna – Potrebbe camminare indisturbato per il centro vestito con un trench, pantaloni e stivaletti neri, oppure girare fuori le mura con un cappuccio in testa e un foulard chiaro al collo; il giovane straniero sospettato di aver aggredito e importunato già cinque ragazze nei giorni scorsi a Bologna potrebbe lasciare la città dopo che la polizia ha diffuso tre identikit realizzati grazie alle testimonianze di alcune vittime. Per questo la Squadra Mobile, in accordo con la Procura, ha intensificato i controlli in particolare ai varchi della città, in provincia, in aeroporto e in stazione. “Un lavoro a 360 gradi, da giorni senza soluzione di continuità” precisa il capo della Mobile, Pietro Morelli.

Diversi sono gli stranieri sospettati che in queste ore vengono interrogati dagli investigatori, dopo le testimonianze raccolte dalle cinque ragazze, vittime di una aggressione di tipo sessuale, e le decine di segnalazioni di altri cittadini. “Le indagini sono in corso, non possiamo confermare il numero delle persone finora ascoltate perché sospettate – ha chiarito Morelli – Stiamo lavorando con serenità, senza soluzione di continuità, con tutti i mezzi a disposizione e in stretto contatto con la Procura“.

Dopo la diffusione da parte della questura felsinea di tre identikit del possibile aggressore – un giovane sulla trentina, biondo con gli occhi azzurri, con accento straniero anglosassone – sono decine le telefonate al centralino della Polizia. “Oltre agli investigatori esperti al lavoro da giorni – ha proseguito il capo della Mobile – abbiamo un’arma in più: stiamo, infatti, registrando un’impennata del senso civico dei bolognesi che mai come in questo momento stanno collaborando con noi”. Magistrati, investigatori, uomini della polizia, vittime e cittadini “sono l’anello di una stessa catena“.

A Bologna non si parla d’altro e, a giudicare dal numero di telefonate alla questura, il rischio è che stia montando una sorta di isteria. Lo esclude il capo della Mobile: “La gente deve usare le normali regole di cautela già al primo sospetto – ha spiegato Morelli”.

Le segnalazioni, ovunque esse vengano fatte, “non sono tutte pertinenti”, ma sono ugualmente importanti per gli investigatori che aggiornano di ora in ora l’identikit del sospettato, arricchendolo di particolari.

Ci sentiamo di reiterare il suggerimento del capo della Squadra Mobile di Bologna, Pietro Morelli: fare attenzione, soprattutto nelle ore notturne, cercare di non andare mai in giro sa soli (soprattutto rivolto alle donne: è tristissimo, ma purtroppo è la realtà…). Inoltre, “parlare al telefono con qualcuno” può generale un effetto deterrente alle aggressioni.

A ogni minimo sospetto, chiamare le Forze dell’Ordine (Carabinieri, 112; Polizia di Stato, 113), fornendo le generalità e indicando informazioni essenziali quali indirizzo della presunta minaccia, particolari dell’abbigliamento (colore di giacche, pantaloni e scarpe, caratteristiche che possano consentire l’individuazione come la forma dei vestiti o l’utilizzo di cappelli, borse o monili da parte del presunto aggressore).

Ultimo aggiornamento 17 Gennaio 2014, ore 15.17 | Credits: TMNews