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Medicina sportiva, l’allenamento di sera non inficia la qualità del sonno degli atleti

Lo ha dimostrato una ricerca dell’University of Western Australia, che ha monitorato un gruppo di calciatori, sottoponendo ciascuno di essi ad actigrafia h24

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Londra – Secondo uno studio della University of Western Australia, pubblicato sullo European Journal of Sport Science, fare esercizi sotto sforzo durante le ore serali non danneggia la qualità del sonno degli atleti.

La ricerca ha dimostrato che l’allenamento intensivo svolto nella prima serata non ha alcun impatto significativo sulla qualità e la quantità del sonno di giovani calciatori. Anche l’immersione in acqua fredda, un metodo diffuso e usato dagli atleti dopo l’allenamento per diminuire con rapidità la temperatura corporea, innalzatasi durante l’allenamento, sembrerebbe non produrre alcuna influenza negativa sulla capacità di riposto e di ritemprarsi con una sana dormita.

I ricercatori australiani hanno sottoposto ad actigrafia il sonno di un gruppo di dodici calciatori maschi nelle notti successive a sessioni di allenamento serale, per monitorarne qualità e quantità. L’actigrafia consiste nell’applicazione di uno strumento (l’actigrafo) con dimensioni e forma di un orologio multi-funzione, applicabile a un polso o alla caviglia dell’arto non dominante. Alcuni actigrafi hanno anche un pulsante, che il soggetto sottoposto a monitoraggio può segnalare il verificarsi un determinato evento (per esempio, lo spegnimento della luce prima di andare a letto, il momento in cui il soggetto si corica o si alza dal letto, etc.). Gli actigrafi di ultima generazione presentano anche un sensore della luminosità, onde registrare l’influenza della luminosità nell’ambiente in cui si trova il soggetto sottoposto a studio.

Gli actigrafi sono però dotato di un accelerometro piezo-elettrico, che registra l’attività motoria, registrandone intensità, quantità e durata.  I valori dell’attività motoria possono essere tradotti in grafico (actogramma) dopo un periodo variabile d’impiego (anche 3-4 giorni e più). L’analisi del tracciato permette individuare il sonno e la veglia, nonché la qualità del sonno, attraverso l’incrocio dei dati.

I dodici calciatori di giovane età sono stati dotati di actigrafo e il loro sonno è stato registrato per qualità e quantità nelle notti successive ai training serali. Attraverso la comparazione dei dati raccolti, la ricerca ha dimostrato – tenendo conto anche dei fattori di rischio, come orario della sveglia e della messa a letto, durata del sonno e quantità di tempo impiegata per andare a letto – che l’allenamento dopo il tramonto non riduce durata e qualità del sonno.

Credit: AGI