Laura Boldrini querelata dal Movimento 5 Stelle

Ad annunciarlo è la ex capogruppo del Movimento alla Camera Roberta Lombardi. La decisione dopo la contestata partecipazione della terza carica dello Stato a ‘Che tempo che fa’. Nella querela si parla di “un danno di immagine e reputazione enorme

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Roma – Roberta Lombardi, la ‘battagliera’ deputata M5S prima capogruppo dei grillini alla Camera, ha querelato la presidente della Camera, Laura Boldrini.

A far scattare la denuncia la contestata partecipazione della terza carica dello Stato a ‘Che tempo che fa’, la trasmissione di Fabio Fazio in cui Boldrini, dopo gli scontri in Aula seguiti all’applicazione della cosiddetta ‘ghigliottina’ sul dl Imu-Bankitalia, parlò del M5S come di una forza politica “eversiva”, e, soffermandosi su una serie di attacchi piovuti contro di lei sul blog di Beppe Grillo, si riferì agli utenti del blog etichettandoli come dei “potenziali stupratori”.

Nella denuncia, un documento di 6 pagine citato dall’Adnkronos, a Boldrini viene contestato come, “nel manifestare la propria avversione nei confronti dei deputati del Movimento 5 Stelle e di tutti gli appartenenti al Movimento“, la presidente della Camera abbia “rilasciato dichiarazioni e formulato delle accuse molto gravi, diffamatorie e non consone al ruolo che riveste di garanzia degli equilibri democratici all’interno del ramo del Parlamento che presiede“. Si parla di una vera e propria “vena denigratoria e gravemente offensiva per tutti gli appartenenti al Movimento” e “ai deputati del gruppo“.

Boldrini non ha esitato – si legge ancora nella querela – ad usare espressioni lesive dell’onore e del decoro delle persone e di ciascun appartenente al M5S al fine di screditare e danneggiare nella reputazione collettivamente e singolarmente tali soggetti, oltre che usare la sua posizione per attaccare un avversario politico“. Nella denuncia vengono riportate alcune frasi pronunciate dalla presidente, “frasi ingiuriose e denigratorie atte ad offendere e screditare l’operato dei deputati del M5S“, si accusa.

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E tali frasi sono state pronunciate, si sottolinea, “su un’emittente televisiva pubblica, in prima serata, in una trasmissione con uno share altissimo qual è ‘Che tempo che fa’ di Fabio Fazio seguita da milioni di italiani e di elettori, usando l’autorevolezza e il prestigio che una carica come quella da lei ricoperta, la terza carica del nostro Stato per importanza, gode agli occhi dei telespettatori. Con queste affermazioni – puntualizza Roberta Lombardi – ha ingenerato in tutti quelli che non seguono sul web, dove sono ampiamente documentate, le attività del M5S e che si informano solo attraverso i canali della tv generalista un sentimento di paura e diffidenza nei confronti di una forza politica che viene definita eversiva, procurando un danno di immagine e reputazione enorme“.

Tuttavia, ambienti vicini alla presidente della Camera – citati dall’Adnkronos – hanno fatto rilevare che Boldrini parlò di “atti eversivi” riferendosi agli incidenti accaduti qualche giorno prima nelle commissioni parlamentari, che avevano impedito lo svolgimento dei lavori. Nessuna offesa diretta quindi, “a tutti gli appartenenti al Movimento“, “ai suoi rappresentanti in tutti i livelli elettivi” e “ai deputati del gruppo“, come invece si legge nella denuncia di Lombardi.

Quanto poi all’espressione generica “potenziali stupratori” pronunciata da Boldrini, il riferimento era – sostengono fonti della Camera – a “chi segue il blog” e in particolare a chi “partecipa a questi sondaggi“, come quello lanciato dal post pubblicato sul sito di Beppe Grillo, dal titolo “cosa faresti se ti trovassi la Boldrini in macchina“, che in poche ore aveva raccolto commenti osceni, accompagnati da minacce gravi e violente.

In alcune delle risposte, riferendosi alla presidente Boldrini, si leggevano dichiarazioni di una incredibile violenza, come “la porterei in un campo rom e la farei trombare dal capo villaggio; e se gode? Il capo rom oppure un nord africano, si chiama integrazione“; o ancora: “brucio la macchina assicurandomi di aver chiuso bene le porte” ovvero, ancora, “la riempirei di botte; prima di tutto inchioderei facendole battere la testa, dopo mi fermerei in autostrada con un guinzaglio la lascerei attaccata al guard rail“.

Come chiunque gestisce un blog sa, la moderazione è la chiave non tanto per esercitare una censura, quanto piuttosto per vigilare che dietro l’anonimato possano nascondersi messaggi violenti o incitanti alla violenza, visto che questo tipo di “pensieri gentili” è quasi sempre propagato da profili falsi o da troll che inneggiano alla violenza per disturbare il dibattito.

Resta il fatto che probabilmente Laura Boldrini avrebbe fatto meglio a usare altri termini, ma è indubbio che i gestori del sito di Beppe Grillo hanno mancato in modo grave e ripetuto di controllare i post di commento, per evitare che i più violenti prevalessero. Tranne che non fosse proprio questo il fine, allora temiamo che su questa storia si è appena aperto il sipario…

Sull’argomento era già intervenuto Luigi Di Maio, vice-presidente della Camera, molto critico sulla sua (e nostra) presidente.

Credit: Adnkronos