L’aereo scomparso della Malaysia Airlines, anche un cinese nega essersi imbarcato sul volo MH370

Intelligence di mezzo mondo impegnate a supportare le ricerche, finora senza esito

Pechino, 9 mar. – La Cina ha chiesto alla Malaysia di accelerare le operazioni di ricerca del volo MH370 della Malaysia Airlines scomparso dai radar dell’aviazione vietnamita nella notte tra venerdì e sabato scorso. Il primo ministro cinese Li Keqiang, in una telefonata al suo omologo malese, Najib Razak, ha chiesto maggiore solerzia nelle ricerche per non perdere le speranze di ritrovare ancora qualche sopravvissuto.

Intanto, le autorità cinesi hanno confermato l’assenza a bordo del volo MH370 di un cittadino cinese. Si tratta di un uomo della provincia sud-orientale del Fujian di cui non viene fatto il nome. L’uomo ha confermato alle autorità di non essersi imbarcato. Il numero del suo passaporto coincide con quello di un’altra persona inserita nella lista dei passeggeri, ma il diretto interessato ha confermato alle autorità di polizia di trovarsi nella sua casa, nel Fujian, e che il suo passaporto non è mai stato rubato o smarrito, scrive l’agenzia Xinhua.

Le autorità cinesi stanno continuando a seguire gli sviluppi dei soccorsi dalla Grande Sala del Popolo, in piazza Tiananmen, a Pechino, dove si riunisce in questi giorni l’Assemblea Nazionale del Popolo, una sorta di Parlamento cinese. I media cinesi hanno criticato nelle scorse ore la risposta giudicata tardiva della compagnia aerea di bandiera della Malaysia e hanno avanzato dubbi sulla rigorosità dei controlli di sicurezza all’aeroporto di Kuala Lumpur. Alcuni funzionari di pubblica sicurezza della Malaysia hanno rivelato nelle scorse ore di non escludere la pista uighura nella scomparsa del volo MH370, anche se, ha spiegato uno di loro, “è troppo presto per stabilire un legame”.

A gettare acqua sul fuoco, nelle scorse ore, è stato Li Jiheng, governatore dello Yunnan, la provincia meridionale cinese di cui Kunming è il capoluogo, che ha dichiarato che al momento non ci sono informazioni che facciano pensare a un legame tra l’attacco di sabato scorso alla stazione di Kunming e la scomparsa del volo MH370 della Malaysia Airlines.

Gli inquirenti a Kuala Lumpur, coadiuvati da alcune squadre dell’FBI, stanno continuando a indagare su tutti i nomi della lista dei passeggeri. Il primo ministro malese Najib Razak ha fatto sapere che verranno rivisti i protocolli di sicurezza degli aeroporti e che saranno aumentati i controlli. Najib ha poi specificato che le cause della scomparsa dai radar del volo MH370 sono ancora ignote, anche se la pista che sembra prevalere nelle ultime ore, secondo quanto affermato dagli inquirenti, è quella secondo cui l’aereo si sarebbe disintegrato in volo.

Da diverse ore, il governo della Malaysia prende in esame l’ipotesi dell’attacco terroristico, con la possibilita’ che il volo abbia deviato il suo percorso prima di scomparire dai radar: una possibilita’, questa, ancora non confermata, ha spiegato il quotidiano filo-governativo New Straits Times, ma neppure esclusa, per il momento. La possibilita’ di una deviazione dalla rotta del volo MH370 non ha convinto, pero’, l’amministratore delegato della compagnia aerea di bandiera della Malaysia, Ahmad Jahuari Yahya, che ha spiegato che in caso di deviazione del percorso si sarebbero azionato un meccanismo automatico di allarme. Ancora nessun risultato apprezzabile è arrivato dal luogo dei soccorsi.

Nelle scorse ore, un elicottero della Marina del Vietnam ha avvistato due oggetti che si presume appartengano al volo di linea MH370, secondo quanto reso noto dalle autorità dell’aviazione civile vietnamita, che spiegano pero’ che l’area delle ricerche era troppo buia per procedere agli accertamenti.

Qualora venisse confermata l’appartenenza all’aereo della Malaysia Airlines si tratterebbe del primo ritrovamento da quando l’aereo era scomparso dai radar, nella notte tra venerdì e sabato. Attualmente, nelle operazioni di soccorso sono impegnati 34 velivoli e 40 navi di diverse nazionalità.

Credit: AGI