Dal 2008 crollata la spesa per consumi del 7 per cento. Abbigliamento, mobili e alimentari i settori più colpiti

Secondo una ricerca condotta dalla Coldiretti, i tagli minori hanno riguardato abitazione, acqua, elettricità (-1,4 per cento), sanità (-1,5 per cento) e istruzione (-1,2 per cento)

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Roma – La spesa per i consumi finali delle famiglie nel 2013 è crollata del 7 per cento dall’inizio della crisi nel 2008, con un taglio di 57,8 miliardi che ha toccato tutti i principali beni, ma sul podio delle rinunce salgono nell’ordine vestiario e calzature (-16 per cento ), mobili, elettrodomestici e manutenzioni (-12 per cento ) e gli alimentari (-8 per cento ).

Lo afferma la Coldiretti, sulla base di un’analisi dei dati Istat dei consumi finali delle famiglie, con base dati a partire da quelli del 2005. La Coldiretti ha condotto questa comparazione in occasione dell’annuncio dei tagli Irpef finalizzati ad aumentare il potere di acquisto delle famiglie e rilanciare così i consumi di alcune categorie di cittadini.

MENO TAGLI PER ABITAZIONE E SANITÀ – I beni e servizi che hanno subito minori tagli anche a seguito della maggiore rigidità della domanda sono stati l’abitazione, l’acqua, l’elettricità (-1,4 per cento ), la sanità (-1,5 per cento ) e l’istruzione e la cultura (-1,2 per cento ) che pure hanno sofferto.

GIÙ LA SPESA ALIMENTARE – Gli italiani nei primi anni della crisi, rileva Coldiretti, hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, ma una volta toccato il fondo hanno iniziato a tagliare anche sul cibo con un crollo record del 3,1 per cento della spesa alimentare nel 2013 rispetto all’anno precedente.

BOOM DEI PRODOTTI LOW COST – A differenza di quanto è accaduto per tutti gli altri settori, sottolinea la Coldiretti, in cui gli italiani hanno rinunciato agli acquisti, per l’alimentare, che va in tavola tutti i giorni, questo non è possibile, almeno oltre un certo limite, ma si è verificato un sensibile spostamento verso i prodotti a basso costo per cercare comunque di risparmiare.

In particolare, rileva ancora Coldiretti, si è assistito ad un calo nelle quantità di alimenti acquistati, ma soprattutto all’affermarsi dei prodotti low cost a basso prezzo in vendita nei discount che sono gli unici a fare registrare un aumento (+1,6 per cento ) nel commercio al dettaglio nel 2013. Dietro questi prodotti, precisa la Coldiretti, spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi.

CALO RECORD PER IL PESCE – La stima di un aumento dei consumi alimentari di 2,3 miliardi della Cgia di Mestre a seguito dell’intervento sull’Irpef contribuirebbe ad invertire una tendenza che nel 2013 ha visto crollare gli acquisti alimentari del 4 per cento con le famiglie italiane che hanno tagliato dal pesce fresco (-20 per cento ) alla pasta (-9 per cento ), dal latte (-8 per cento ) all’olio di oliva extravergine (-6 per cento ) dall’ortofrutta (-3 per cento ) alla carne (-2 per cento ) mentre aumentano solo le uova (+2 per cento ), sulla base dell’analisi della Coldiretti su dati Ismea relativi al primi undici mesi.

(Credit: Adnkronos)