Jens Stoltenberg nominato Segretario Generale della NATO dal Consiglio Nord Atlantico

L’ex Primo Ministro norvegese nominato per “consenso” (all’unanimità) grazie al sostegno fondamentale degli Stati Uniti e di un Paese coerente con le scelte di politica militare e industriale

Anders Fogh Rasmussen e l'allora Primo Ministro norvegese Jens Stoltenberg: presente e futuro della guida dell'Alleanza Atlantica
Anders Fogh Rasmussen e l’allora Primo Ministro norvegese Jens Stoltenberg:
presente e futuro della guida dell’Alleanza Atlantica (foto NATO Media)

Questo pomeriggio, il Consiglio Nord Atlantico ha deciso di nominare Mr Jens Stoltenberg Segretario Generale della NATO e Presidente del Consiglio Nord Atlantico, succedendo a Anders Fogh Rasmussen“, afferma un breve comunicato pubblicato sul sito istituzionale dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico, il braccio politico-militare dell’Alleanza Atlantica.

Designate NATO Secretary General Jens StoltenbergMr. Stoltenberg – conclude la nota – assumerà le sue funzioni come Segretario Generale a partire dal 1° Ottobre 2014, alla scadenza del mandato di Mr. Fogh Rasmussen dopo 5 anni e due mesi alla guida dell’Alleanza“. La nomina dell’ex PM laburista norvegese era stata anticipata dalla ministro degli Esteri italiana, Federica Mogherini, nel corso di un breve incontro con la stampa alla Camera, durante la quale aveva rivelato di averne parlato con il candidato italiano, l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha affermato di “comprendere e condividere” la scelta caduta su Stoltenberg.

L’Italia ha svolto un ruolo attivo perché si giungesse a una scelta unanime e non c’è dubbio che su questo risultato abbia pesato la presenza al governo di Matteo Renzi e della sua squadra di sinistra.

Franco Frattini ha affidato a una nota il proprio commento, con cui si è detto “onorato di essere stato indicato come il candidato del mio Paese alla segreteria generale della Nato“. L’ex ministro della Difesa ha anche rivolto un “ringraziamento ai governi che in questi due anni hanno sostenuto la candidatura italiana e un ringraziamento particolare al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha sempre incoraggiato un ruolo forte dell’Italia all’interno dell’Alleanza Atlantica e che ha creduto fino alla fine nella mia candidatura, anche in ragione del grande contributo del nostro Paese alla Nato e alle ineludibili prospettive di un’azione nel bacino del Mediterraneo su cui da sempre l’Italia ha esercitato un’azione da protagonista“. “Buon lavoro al primo ministro Jens Stoltenberg – conclude Frattini – consapevole delle sfide che lo attendono“.

L’Italia non ha un proprio candidato nominato Segretario Generale della Nato dai tempi di Manlio Brosio, partigiano, membro del comitato militare del CLN durante la guerra di liberazione, poi diplomatico e senatore della Repubblica nelle fila del Partito Liberale. Brosio fu al vertice della NATO dal 1º Agosto 1964 al 1º Ottobre 1971.

CZECH-ITALY-SCHWARZENBERG-FRATTINI

In altre tre occasioni un italiano ha servito l’Alleanza Atlantica come Segretario Generale ad interim. Dal 13 Agosto al 17 Ottobre 1994 l’ambasciatore Sergio Balanzino sostituì il tedesco Manfred Wörner, deceduto dopo breve malattia. Balanzino si trovò a sostituire – dal 20 Ottobre 1995 al 5 Dicembre 2005 – anche il successore designato di Wörner, il fiammingo belga Willy Claes, travolto dallo scandalo di un giro di tangenti risalente all’epoca in cui era al governo in Belgio.

Ancora, l’ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo ebbe l’incarico ad interim dopo la fine del mandato di Lord George Robertson of Port Ellen, dal 17 Dicembre 2003 al 1° Gennaio 2004, quando a prendere il timone della NATO fu l’ex ministro degli Esteri olandese Jaap de Hoop Scheffer .

Jens Stoltenberg ha 55 anni è un economista. Ha raccolto il “consenso” grazie alla coerente e ferma politica norvegese in politica estera e di difesa, saldamente atlantica in ogni manifestazione. Non deve essere stata indifferente la posizione della Norvegia sull’acquisto dei JSF-F35, di cui il regno scandinavo acquisterà in un primo lotto 16 unità, ma in proiezione potrebbe anche acquistarne oltre 50.

Il problema dell’F-35 è che non ha sostituti quale cacciabombardiere che assicuri la superiorità aerea, in uno scenario come quello euro-mediterraneo e mediorientale in piena effervescenza e in cui le minacce possono assumere la veste statuale, ma anche quella di gruppi transnazionali non ancorati al principio di realtà e alla razionalità delle mosse. Un tema su cui però torneremo in modo più approfondito.

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