Il Crocetta/bis vacilla prima di cominciare a lavorare. Indietro non torna, ma avanti non va. Si dimette Fiumefreddo

Antonio Fiumefreddo – dopo soli tre giorni – ha rimesso l’incarico di assessore ai Beni Culturali della nuova giunta regionale, scrivendo una lettera al presidente Crocetta con forti riferimenti religiosi

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Palermo – Antonio Fiumefreddo L’avvocato catanese Antonio Fiumefreddo ha rinunciato all’incarico di assessore ai Beni culturali nella nuova giunta regionale di Rosario Crocetta, dopo le polemiche che lo hanno investito per le spese del Teatro Massimo Bellini durante la sua gestione come sovrintendente e per un appalto a una società vicina al clan mafioso Ercolano. I

In una lettera consegnata ieri al governatore, ma di cui si apprende solo oggi, Fiumefreddo dà la sua motivazione per una decisione che forse toglie qualche imbarazzo a Crocetta stesso. L’avvocato catanese era stato indicato dai Democratici riformisti per la Sicilia, partito creato dall’ex ministro della Margherita e democristiano di lungo corso Salvatore Cardinale, diventato decisivo per la maggioranza all’Assemblea regionale.

Era stato soprattutto il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, a esprimere forti riserve sull’opportunità di una presenza di Fiumefreddo in giunta. L’avvocato catanese ha infine scelto di fare un passo indietro alla vigilia dell’appuntamento in Aula all’Assemblea Regionale, dove nel pomeriggio Crocetta presenterà la sua nuova giunta monca di un braccetto, una lacuna che andrà presto colmata. Un governo che appena nato perde un pezzo e che dunque approda all’Ars azzoppato, con una casella da riempire, e in un clima di forte tensione tra i partiti. Un vero record, come aveva correttamente segnalato lo stesso segretario regionale del Pd, Raciti, proprio ieri.

La lettera di Fiumefreddo è infarcita di continui riferimenti religiosi (“che tutto ciò avvenga nella settimana della Passione è un privilegio di cui non sono degno”, scrive tra l’altro Fiumefreddo: “boom”, verrebbe da rispondergli, se l’accostamento non fosse vagamente blasfemo…) ma appare anche accusatoria nei confronti di ha criticato la sua nomina.

Ieri, secondo quanto riporta la stampa siciliana, il presidente Crocetta intercettato in tribunale a Palermo – dove si trovava per la causa per diffamazione ai danni di Nello Musumeci  – aveva risposto in modo sibillino ai cronisti che lo sollecitavano sul caso Fiumefreddo e se l’assessore in conto DRS dovesse dimettersi: “si tratta di una valutazione che spetta ai Drs e allo stesso Fiumefreddo, che è intelligente e sa quello che deve fare“.

Vedremo quel che accadrà oggi pomeriggio e come Crocetta e i partiti che lo sostengono risolveranno la situazione, riempiendo la casella di assessore ai Beni Culturali, un assessorato strategico per la Sicilia (se solo i siciliani ce ne rendessimo davvero conto).

Ecco la lettera di Antonio Fiumefreddo a Rosario Crocetta (tratta da SiciliaInformazioni.it), lettera che andrebbe analizzata dagli esperti in geroglifici egizi…

“Caro Presidente, la violenza degli attacchi subiti in questi giorni, con il ricorso spregiudicato alla calunnia in un crescendo irrefrenabile di aggressioni, non mi stupisce giacché so bene che combattere Cosa nostra se mette a repentaglio la nostra vita, insieme e prima di tutto attenta alla nostra reputazione così da confondere ogni cosa; è un metodo vecchio ma sempre in uso.

L’attacco alla mia persona servirebbe in quel caso a colpire il governo, a cogliere ogni occasione per indebolire l’azione di profondo cambiamento da te avviato. Non posso, pertanto, assecondare la tua generosità volendo anche restare libero di portare avanti il mio impegno per la giustizia e la legge, senza doverlo contemperare con le esigenze di temperanza che si impongono a chi governa. Credo, anzi, di poterti essere assai più utile continuando a sostenerti come cittadino intransigente, come avvocato orgoglioso di garantire lo stato di diritto a Caino, come docente universitario impegnato a spiegare agli studenti quanto vale il loro impegno, come editore difendendo un’informazione libera ed indipendente che il mio ruolo di governo inevitabilmente potrebbe condizionare.

Ti chiedo, quindi, di andare avanti, di non cedere di un passo, di rendere anzi ancor più radicale l’azione del cambiamento, di mantenere il piglio ed i modi della rivoluzione. Per la mia terra e per i miei valori sono pronto a dare la vita, e per farlo sarà più bello non stare comodamente seduto in eccellenti poltrone di governo bensì mantenendomi tra la povera gente, dove risiede il giusto, piccolo tra la folla, dove vigono sentimenti veri, umile tra i piccoli, dove nessuno ti ossequia per accoltellarti. Con te ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto e che mi hanno chiesto di non mollare, amici parlamentari, uomini e donne delle istituzioni, semplici cittadini. Ma, io non mollo, bensì agisco da uomo libero. Sempre grato dell’onore ricevuto, ti rinnovo il mio affetto. Sei nelle mie preghiere”.

(Fonti: AGI, SiciliaInformazioni.com)

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