Sprechi, corruzione, inefficienze e partitocrazia costano alla Sanità 23 miliardi del contibuente, una voragine

I dati dal Libro bianco Ispe-Sanità sulla ‘Corruption’ e il Rapporto Trasparency-Rissc su ‘Corruzione e sprechi in sanita” delineano uno scenario devastante per il denaro del contribuente, che si riflette in una caduta di qualità dei servizi. Oltre 6 miliardi di illeciti ogni anno generano a cascata un effetto su intero sistema sanitario nazionale. Da spese legali a telefono, sprechi per 430 mln per Asl e ospedali

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Roma – Oltre 23 miliardi. È il costo finale di corruzione, sprechi, inefficienze per la sanità italiana. In senso stretto la corruzione, in realtà, manda in fumo ogni anno circa 6,4 miliardi che generano un effetto moltiplicatore sull’intero sistema: la ‘corruption’ totalizza così 23,6 miliardi l’anno e può essere addirittura maggiore.

Sono alcuni dati del Libro bianco Ispe-Sanità sulla ‘Corruption’ e il Rapporto Trasparency-Rissc su ‘Corruzione e sprechi in sanita”, presentati oggi a Roma nel corso dell’Assise nazionale sull’etica in sanita’ pubblica, oraganizzato da Ispe Sanita’ (Istituto per la promozione dell’etica in sanita’) e Trasparency International con il supporto di Rissc.

Un fenomeno, quello analizzato dal ‘Libro bianco’, che non risparmia gli altri Paesi europei: uno studio dell’Ocse ha stimato che la corruzione nel settore sanitario ha un costo di 56 miliardi di euro all’anno o di 80 milioni di euro al giorno. In Italia l’indicatore del fenomeno accertato dalla magistratura, rispetto alla spesa sanitaria, è del 5,6 per cento, superiore alla media europea. Walter Forresu, di Ispe-Sanità si è spinto oltre cercando di valutare l’impatto complessivo della corruption nel settore ovvero la corruzione in senso stretto sommata ad inefficienze e sprechi.

Partendo dal dato di letteratura calcolato da Leys e Button, per l’Italia, in 6,4 miliardi di corruzione in senso stretto, ha sommato l’inefficienza della spesa pubblica nel comparto sanitario che è dell’ordine del 3 per cento del totale della spesa (secondo Piacenza e Turati 2013). Ed ancora gli sprechi nella spesa sanitaria sono dell’ordine del 18 per cento della spesa totale, di cui il 13 per cento direttamente conseguente alla corruzione (secondo PriceWater-HouseCooper). A partire da questi dati la corruzione totale si attesta a 23,6 miliardi

ASL E OSPEDALI – Lavanderia, pulizia, mensa, elaborazione dati, smaltimento rifiuti, utenze telefoniche, premi assicurativi, spese legali. Gli acquisti di beni e servizi non legati alle terapie possono essere una fonte di spreco che si attesta a oltre 430 milioni di euro per Asl e ospedali.

Il punto di partenza dei ricercatori è stata l’analisi delle differenze tra Asl e ospedali nei costi non sanitari, cioè non direttamente legati ad esisti di salute. Dai risultati i risparmi totali legati alle 8 voci di spesa esaminate (lavanderia, pulizia, mensa, elaborazione dati, smaltimento rifiuti, utenze telefoniche, premi assicurativi, spese legali) si attestavano a 896.217.674 di euro per le Asl e 964.350.254 di euro per le aziende sanitarie. Queste voci rappresentano approssimativamente il 4,3 per cento della spesa sanitaria pubblica: di conseguenza, lo ‘spreco’ di risorse per punto percentuale di spesa sanitaria pubblica ammonta a 208.422.715 di euro per le Asl e 224.267.501 di euro degli ospedali. .

(Adnkronos Salute)