F1

Hamilton batte Rosberg nel GP di Spagna, doppietta Mercedes in terra iberica dopo 79 anni

Terzo posto per Daniel Ricciardo, ormai una certezza della Red Bull. Vettel, rimonta da incorniciare. Ferrari in difesa. Per Hamilton è la ventiseiesima vittoria in carriera, con cui conquista la leadership della classifica piloti

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Barcelona – Lewis Hamilton come Rudolf Caracciola. Settantanove anni fa Caracciola vinceva il Gran Premio di Spagna davanti ai compagni di squadra Luigi Fagioli e Manfred von Brauchitsch. Oggi Hamilton e Rosberg hanno ripetuto la storia con una doppietta, la quarta stagionale, come quattro sono le vittorie infilate da Luigino finora.

Un dominio Mercedes indiscusso, interrotto solo da Daniel Ricciardo, terzo impotente al traguardo: impotente ad attaccare il duo di testa, senza festa, perché il muso di Nico Rosberg sul podio era visibile, malgrado il sorriso di circostanza. Per Ricciardo è il primo podio della carriera, dopo il podio annullato dell’Australia. Per Hamiton è la ventiseiesima vittoria, per Rosberg il sedicesimo podio della sua storia in F1.

Ai piedi del podio uno straordinario Sebastian Vettel, autore di una rimonta da favola dal 15° posto in griglia, posizione in cui era piombato. Un risultato costruito a suon di sorpassi senza timidezze. Da incorniciare quello su Räikkönen al 57° giro nella difficile Curva 10, prima di agguantare Bottas e istallarsi al quarto posto finale.

Williams in chiaro-scuro. Bottas, con il quinto posto, ottiene punti importanti e riprende fiducia dopo lil 7° posto in Cina. Sempre meglio di Felipe Massa, penalizzato da una strategia di gara infelice, per non pensare male.

Al sesto e settimo posto le due Ferrari di Fernando Alonso e Kimi Räikkönen, ma avrebbe potuto finire a parti invertite – e non sarebbe stato un dramma, vista la posta in palio – che mette la Ferrari sul banco dei condannati a perdere (almeno per ora). Il sorpasso di Alonso sul compagno di squadra è stato una delle migliori rappresentazioni teatrali della storia dello sport: a qualcuno (e noi siamo tra questi) è parso che la “battaglia” fosse in realtà più a favor di media e di pubblico che reale. Se Räikkönen si fosse spostato – alla fine – per “favorire” il passaggio di Alonso, non ci stupiremmo. Un atto di intelligenza, peraltro ricambiato, perché giri prima Alonso non aveva premuto troppo per sorpassare il finlandese che usciva dai box in occasione del secondo pit.

Gran Premio di Spagna in grande recupero per la Lotus, passata dall’evanescenza all’ottavo posto di Romain Grosjean, che torna a punti dopo tanto patimento. Un risultato che poteva perfino essere migliore, se Maldonado non fosse incorso nell’incidente all’inizio delle qualifiche di sabato. E peraltro anche il venezuelano non ha fatto una brutta gara, malgrado la penalizzazione di cinque secondi per una toccata con Ericsson nelle prime fasi della gara.

Top Ten a punti chiusa dalle due Force India-Mercedes, sembrate un po’ in arretramento sul circuito di Montmelò, ma con Perez e Hülkenberg in grado di porre rimedio con una gara accorta.

Ai margini della zona punti le due McLaren-Mercedes, con Button e Magnussen nell’ordine, poi Massa e Kvyat, che a un certo punto era perfino in zona punti. A parte le retrovie da serie C, le due Sauber non avanzano dal pozzo dell’inconcludenza, malgrado la cura dimagrante su una delle due monoposto, quella di Sutil, con il pilota tedesco autore di una delle più imbecilli azioni che uno sportivo professionista possa aver mai fatto: stare digiuno per due giorni, bevendo solo acqua.

Un’idiozia che però ha una serie di mandanti: i regolamenti tecnici fatti per le macchine, ma senza alcuna considerazione per gli atleti, costretti a dimagrire all’inverosimile, mettendo in pericolo la propria salute in modo davvero sconclusionato. Regolamenti concordati dai team con l’avallo della FIA, bella combriccola.

La gara è stata noiosa e rivitalizzata solo negli ultimi venti giri dalla rimonta di Vettel e dal tentativo di attacco di Rosberg sul compagno di squadra, impelagato nel traffico dei doppiati. Se ci si concentra sul rumore dei motori – un falso problema – e non si capisce che il crollo dell’audience (sia sulla pay tv che sulla Rai in chiaro, diretta o differita che sia) è dovuto a regole che bloccano la competizione, allora si fallisce l’obiettivo di fondo della F1: che è anche uno spettacolo.

Chapeu alla Mercedes, che ha saputo interpretare tecnicamente una sfida tecnologica, non ci scandalizziamo per il dominio. È accaduto altre volte nella storia della F1. Siamo arrabbiati perché i limiti posti dai regolamenti non consentono la ricerca continua, il miglioramento, l’affinamento della performance, aspetti di ogni competizione che non sia solo una rappresentazione per gli allocchi.

La Formula 1 sembra un wrestling male interpretato. Ci pensino lor signori…

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.

Un pensiero su “Hamilton batte Rosberg nel GP di Spagna, doppietta Mercedes in terra iberica dopo 79 anni

  • Con una serena e realistica considerazione, si può affermare che la Rossa si renderà visibile,non si sa bene come, quando il regolamento consentirà ad ogni scuderia di fare i test nei tempi e nei modi ritenuti da ciascuna i più idonei alle proprie esigenze. Il diluvio di regole e regolette crea una lotteria dove vince chi ha la combinazione giusta. Quest’anno il biglietto vincente lo ha la Mercedes, acquisito con indiscutibile perizia tecnica e organizzativa. Continuare a “gareggiare” non ha più senso, salvo per i bookmaker (che saranno costretti a dare alla pari Hamilton) e per le scuderie minori: quest’ultime hanno bisogno di farsi le ossa, senza ansie per il podio (che può essere riposto fino al Campionato 2015).

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