Turchia, inferno in miniera: 205 morti, oltre 300 intrappolati. Corsa contro il tempo, scenario da ecatombe

Nella miniera di Soma, 120 chilometri a nord di Smirne, l’esplosione è stata causata da monossido di carbonio. Il presidente Gul annulla visita in Cina, decretato lutto nazionale per tre giorni

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Ankara – In Turchia non è ancora stato estinto l’incendio divampato nella miniera di carbone di Soma, in cui sono morti almeno 205 minatori e centinaia di altri sono tuttora intrappolati.

Con il passare delle ore, la speranza di trovare ancora sopravvissuti sono ridotte al minimo. L’esplosione nella miniera nella provincia occidentale di Manisa, 120 chilometri a nord di Smirne, appare destinata a diventare il più grave incidente di questo genere mai accaduto in Turchia. Il governo ha decretato tre giorni di lutto nazionale per onorare le vittime, con tutte le bandiere sugli edifici pubblici esposte a mezz’asta.

La testimonianza Mio nipote 15enne tra i morti in miniera

Le squadre di soccorso hanno lavorato tutta la notte e la mattina, ma non è chiaro neanche quanti siano ancora all’interno: secondo l’azienda, al momento dell’esplosione nella miniera erano presenti 787 minatori e solo 300 sono riusciti a mettersi subito in salvo e altri 90 sono stati estratti in seguito. La maggior parte delle vittime è stata causata da avvelenamento da monossido e biossido di carbonio.

Il dramma è più grave di quanto pensassimo. Si sta profilando come l’incidente con il più alto numero di morti mai avvento in Turchia“, ha detto ai giornalisti il ministro dell’Energia, Tamer Yildiz. Il presidente Abdullah Gul ha cancellato la sua visita ufficiale in Cina e domani sarà a Soma. Finora il peggior disastro di questo tipo registrato in Turchia era accaduto il 3 marzo 1992, in una miniera di carbone di Kozlu, nella località di Zonguldak, vicino al Mar Nero, quando morirono 272 operai in un incendio causato da una fuga di gas.

I sindacati turchi hanno spesso denunciato che, nel Paese, avviene un numero di incidenti superiore alla media europea a causa della mancanza di misure di sicurezza. Stavolta l’esplosione, avvenuta nel primo pomeriggio, alle 14:30 ora locali, sembrerebbe avvenuta a causa di un trasformatore elettrico difettoso. I soccorritori hanno pompato ossigeno e aria pulita all’interno per cercare di mantenere in vita quanti sono ancora intrappolati a circa due chilometri sottoterra e quattro chilometri dall’ingresso.

Sul luogo si sono riuniti centinaia di familiari e colleghi di lavoro che attendono ansiosi e, nella rabbia diffusa, non mancano le accuse di negligenza al governo e alle compagnie minerarie. Il 29 aprile, il principale partito di opposizione, il Partito del Popolo repubblicano, aveva presentato un’interrogazione in Parlamento proprio per denunciare gli incidenti sul lavoro avvenuti nella miniera di Soma, ma la richiesta era stata respinta dal partito del premier Racip Tayyip Erdogan, Giustizia e Sviluppo. “Il bilancio delle vittime sta arrivando al punto che si temeva”, è stato costretto ad ammettere il ministro. “Il tempo non lavora a nostro favore, dobbiamo farli uscire. Ma più il tempo passa più ci avviciniamo a un esito infausto”.

Il disastro sembra esser stato causato da un trasformatore elettrico difettoso e il governo ha assicurato che “non chiuderà gli occhi” su eventuali negligenze. La miniera, secondo il ministero del Lavoro, era stata revisionata il 17 marzo scorso ed era stata trovata in linea con le norme di sicurezza. Un magazzino di solito utilizzato dai minatori come frigo e congelatore e’ stato allestito come obitorio improvvisato.

(AGI)