Aprile, vendite in aumento, ma per i movimenti dei Consumatori sono dati lontani dalla realtà

Istat: variazione positiva del 2,6%. Ai massimi dal 2011. Boom dei prodotti alimentari: +6,7%. Per la Cia però sono cifre gonfiate dall’effetto Pasqua. Confesercenti: “Bene ma la ripresa è tutta da consolidare”. Codacons: “Aumenti? Illusione ottica”

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Segnali di ripresa per il commercio. Ad aprile le vendite al dettaglio hanno fatto registrare una crescita dello 0,4% rispetto al mese precedente. Lo comunica l’Istat segnalando come rispetto ad aprile 2013, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una variazione positiva del 2,6%, ai massimi dal 2011.

Variazioni tendenziali positive si registrano sia per le vendite di prodotti alimentari (+6,7%) sia, in maniera decisamente più contenuta, per quelle di prodotti non alimentari (+0,2%). Nella media del trimestre febbraio-aprile 2014, l’indice non registra alcuna variazione rispetto ai tre mesi precedenti. Rispetto al mese precedente, ad aprile 2014 sono aumentate le vendite di prodotti alimentari (+1,2%), mentre diminuiscono leggermente quelle di prodotti non alimentari (-0,1%).

In riferimento alla forma distributiva, nel confronto annuo si registrano aumenti sia per le vendite della grande distribuzione (+5,0%), sia per quelle delle imprese operanti su piccole superfici (+0,4%). Nei primi quattro mesi del 2014, l’indice grezzo diminuisce dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2013. Le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione dello 0,5% e quelle di prodotti non alimentari dello 0,8%.

Per la Cia dati gonfiati dall’effetto Pasqua – Nel primo quadrimestre del 2014 le vendite dei prodotti alimentari registrano una flessione dello 0,5%, cedendo nei piccoli negozi (-2,3%) ma anche in supermercati (-0,7%) e ipermercati (-1%). Per questo il ‘boom’ di aprile (+6,7%) non basta a invertire il trend complessivo, che resta negativo, tanto più che l’incremento record è ‘gonfiato’ dall’effetto Pasqua con una spesa per la tavola stimata in poco più di un miliardo di euro. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati Istat.

Intanto, quel che diventa sempre più evidente, sottolinea la Cia, “è che, a causa della persistenza della crisi, le famiglie hanno fatto proprio uno stile d’acquisto improntato al ‘low-cost’, come dimostra l’aumento esclusivo della spesa nei discount (+8,5% ad aprile e +3,1% nei primi quattro mesi dell’anno), a dispetto di tutte le altre forme distributive”. D’altra parte, ormai per oltre la metà degli italiani (il 58%), conclude la Cia, “il prezzo diventa il fattore primario nella scelta dell’esercizio commerciale”.

Soddisfazione di Confesercenti – Per Confesercenti il dato è “positivo, ma è troppo presto per annunciare la ripresa definitiva dei consumi, che invece è da consolidare’’. “Il comparto no food è ancora stagnante -continua Confesercenti- La crescita di aprile è quindi da attribuirsi quasi interamente ai generi alimentari, dove si segnala – per la prima volta da marzo 2012 – una variazione positiva anche per le piccole superfici. La Pasqua (ad aprile quest’anno e a marzo nel 2013) ha senz’altro contribuito all’incremento su base annuale di vendite nel comparto Food, senza dimenticare l’inflazione molto bassa (+0,3%) registrata dai generi alimentari durante lo scorso aprile’’.

Per i Consumatori dati lontani dalla realtà – I dati sulle vendite non convincono Adusbef e Federconsumatori. È “un trend che non ci risulta minimamente – scrivono in una nota congiunta – così come non ci convince l’ipotetica spinta data dalla festività pasquale, i cui consumi, secondo quanto rilevato dal nostro Osservatorio hanno registrato una contrazione del -13,8% rispetto alla Pasqua 2013. Sorge il dubbio che i ricercatori siano già andati in vacanza in qualche ricco emirato e abbiano inviato da lì le rilevazioni, spacciandole per stime relative all’Italia.È questa l’unica spiegazione possibile per dei dati così lontani dalla realtà del nostro Paese’’.

Per il Codacons, invece, i dati diffusi dall’Istat “sono frutto esclusivamente di una ‘illusione ottica’’’. ‘’Il segno positivo delle vendite è da attribuire unicamente ad una alterazione, legata alla ricorrenza di Pasqua che, quest’anno, è stata festeggiata nel mese di aprile, mentre nel 2013 era caduta nel mese di marzo – spiega il presidente Carlo Rienzi – Non a caso l’incremento più elevato delle vendite è stato registrato nel settore alimentare, comparto che caratterizza fortemente questa festività’’.

(Adnkronos)