Bankitalia: “Paese spaccato a metà, niente ripresa al Sud”. Prometeia: consumi e investimenti al Sud in caduta

Nel 2013 pil a -4% nel Mezzogiorno (calo più attenuato, invece, al Centro-Nord) mentre il tasso di disoccupazione è stato del 19,7% contro il 9,1% del resto dell’Italia

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Roma – Fotografia impietosa di Bankitalia, che mostra un Paese spaccato a metà dall’analisi dei dati economici del 2013 e, soprattutto, dalle prospettive per il 2014. Non è un chiaro-scuro, ma è una denunzia sulla differente qualità delle classi dirigenti dell’Italia, con quella del Mezzogiorno bocciata senza appello.

Con la pubblicazione de ‘L’economia delle regioni italiane nel 2013‘, Palazzo Koch ha fotografato tutti i ritardi del Mezzogiornoil Pil nel 2013 ha accelerato la sua contrazione, con un saldo negativo del 4 per cento, mentre si è attenuato il calo al Centro-Nord. Il tasso di disoccupazione nel 2013 è stato del 19,7 per cento al Meridione, contro il 9,1 per cento del resto del Paese. Infine, della ripresa al Sud non c’è traccia, mentre nel Centro-Nord si percepiscono i primi segnali. 

PIL. Nel 2013, il Pil è risultato in flessione in tutte le aree del Paese, ma i dati sono eterogenei. La flessione è stata maggiore (-4 per cento) e più accentuata rispetto al 2012 (-2,9) nel Meridione, mentre si è attenuato il calo nel Centro (-1,8 dal -2,5 dell’anno prima), nel Nord Est (-1,5 dal -2,5 del 2012) e soprattutto nel Nord Ovest (-0,6 dal -2,3 dell’anno precedente).

RIPRESA. Per il 2014 emergono segnali di ripresa, sebbene ancora moderati e differenziati tra le diverse aree. Il riavvio dell’attività delle regioni centro-settentrionali non si è ancora esteso a quelle meridionali, meno aperte agli scambi internazionali.

LAVORO: La disoccupazione al Sud è oltre il doppio di quella che si registra al Centro-Nord. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto nel 2013 il 19,7 per cento nel Meridione, il 9,1 al Centro Nord; per i giovani fino a 29 anni, è rispettivamente pari al 43 e al 23 per cento.

CREDITO: La flessione dei prestiti bancari è risultata nel 2013 più pronunciata nel Nord Ovest, dove le imprese hanno però fatto un più intenso ricorso al mercato obbligazionario; è stata meno marcata nel Mezzogiorno. Segno che il sistema bancario al Sud ha continuato a sostenere l’economia, anche di fronte a sofferenze bancarie incontrovertibili.

I dati relativi al primo trimestre dell’anno in corso indicano, in tutte le macroaree, un’attenuazione della contrazione dei finanziamenti alle imprese manifatturiere e a quelle dei servizi. Nella seconda metà del 2013, le condizioni di offerta, soprattutto nel Nord Est e nel Mezzogiorno, hanno pesato meno sull’andamento dei prestiti alle imprese. La domanda di finanziamenti è rimasta debole in tutte le aree ed in tutti i settori, in particolare nel comparto delle costruzioni, specie nelle regioni del Nord Ovest e del Mezzogiorno.

MUTUI. Nello stesso periodo, la seconda metà del 2013, la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni si è stabilizzata nel Centro Nord, mostrando segnali di ripresa nel Nord Est. Nel Mezzogiorno si è registrato un ulteriore indebolimento. Le condizioni di offerta alle famiglie, ancora prudenti, mostrano primi segnali di miglioramento nel Mezzogiorno e nel Nord Est.

EXPORT e CONSUMI. Sull’economia meridionale ha inciso sia il peggior andamento dell’export, comunque meno rilevante in queste regioni, sia una più forte contrazione della domanda interna. Le esportazioni nel 2013 sono aumentate al Nord, rimaste pressoché stabili al Centro, calate nel Mezzogiorno. Secondo i dati Prometeia, fra il 2011 e il 2013 i consumi e gli investimenti si sono ridotti nel complesso del 7,6 per cento nel Mezzogiorno e del 6,5 nel Centro Nord.

INDUSTRIA. Nell’industria in senso stretto, il valore aggiunto ha evidenziato nel 2013 una flessione in tutte le aree, più intensa nel Mezzogiorno e al Centro. L’indicatore del livello degli ordini ha fatto, però, registrare sempre nel corso del 2013 una tendenza positiva: gli ordini sono, infatti, tornati a crescere nelle regioni centro settentrionali, trainati dalla componente estera e accompagnati da un decumulo delle scorte; e anche nel Mezzogiorno si è registrata una ripresa degli ordinativi, sebbene più lenta che nelle altre aree.

La conclusione che se ne deve trarre è che non è Matteo Salvini o la Lega Nord che vogliono spaccare il Paese. La separazione tra il Sud e il Nord dell’Italia è prodotta dai ceti dirigenti meridionali, che non sanno governare il territorio, sono inadeguati alle sfide della contemporaneità, frenano l’iniziativa imprenditoriale privata, vendono il futuro dei propri territori alle relazioni spurie con la burocrazia melmosa e il letame costituito dalla criminalità organizzata. O il Meridione si sveglia da sé o sarà inevitabile commissariare le zone più in difficoltà, per sottrarle a un destino che oggi appare inevitabile.

(Fonte: Adnkronos) © RIPRODUZIONE PARZIALMENTE RISERVATA