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L’ultima volata di Alfredo Martini, maestro di vita e storico CT della squadra azzurra di ciclismo

Si è spento a 93 anni nella sua abitazione di Sesto Fiorentino. Come Commissario Tecnico portò sei medaglie d’oro dei professionisti con Moser, Saronni, Argentin, Fondriest e due volte con Bugno. Nibali: “Un grande uomo, le sue parole ci mancheranno”. Malagò: “Grazie Alfredo!”. Renzi: “Ha onorato l’Italia mostrando i veri valori dello sport”

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Firenze – Il mondo del ciclismo è in lutto per la morte di Alfredo Martini. Lo storico ct della nazionale italiana si è spento ieri sera nella sua abitazione di Sesto Fiorentino, in modo “naturale e senza grande sofferenza”. Lo ha riferito Renato Di Rocco, presidente della Federciclismo. Una ultima silenziosa volata verso l’Infinito, per lo storico ct della nazionale azzurra di ciclismo che infinite emozioni ha donato agli appassionati della bicicletta e al Paese.

La salma sarà esposta dalle 15 di ogginella sala consiliare del Comune di Sesto, la città in cui nacque 93 anni fa. “Martini – ha ricordato su Twitter il sindaco Sara Biagiotti – è stato partigiano, ciclista, ct nazionale, assessore e consigliere a Sesto. Ci mancherà la sua forza e umanità“. La camera ardente sarà aperta fino alle 19 e riaprirà mercoledì mattina alle 10. I funerali si svolgeranno mercoledì alle 16 nella Pieve di San Martino.

Martini è nato a Firenze il 18 febbraio 1921. Fu il ct per antonomasia della Nazionale azzurra di ciclismo e dello sport italiano in genere: ruolo di commissario tecnico cui approdò nel 1975 e che onorò sino al 1997 per poi interpretare quelli di supervisore delle rappresentative azzurre e di presidente onorario della Fci. Già protagonista nelle categorie minori; già professionista dal 1941 al 1957 con successi al Giro dell’Appennino, al Giro del Piemonte, in tappe del Giro d’Italia e del Giro di Svizzera. Fu compagno di squadra e confidente di Fausto Coppi. Poi, una volta chiusa la carriera da ciclista, divenne direttore sportivo di squadre di lignaggio vincendo il Giro d’Italia 1971 con lo svedese Goesta Pettersson. Martini portò da ct sei medaglie d’oro dei professionisti con Francesco Moser nel 1977 a San Cristobal, Giuseppe Saronni nel 1982 a Goodwood, Moreno Argentin nel 1986 a Colorado Springs, Maurizio Fondriest nel 1988 a Renaix e Gianni Bugno nel 1991 a Stoccarda e nel 1992 a Benidorm. A questi titoli vanno aggiunte sette medaglie d’argento e sette di bronzo. Martini rappresentò la coscienza del ciclismo: l’uomo capace di impartire lezioni di vita prima ancora che di sport. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è stato informato della scomparsa di Martini dal presidente della Federciclismo, Di Rocco. “Con Martini se ne va l’ultimo dei grandi testimoni di un’epopea che ha reso il ciclismo uno degli sport più popolari in Italia. Martini è stato il più grande commissario tecnico nella storia del ciclismo – ha dichiarato Malagò – vincendo sei Campionati del Mondo e diventando negli anni un punto di riferimento irrinunciabile per l’intero mondo dello sport al quale ha dedicato l’intera vita prima da atleta, poi da tecnico e infine da dirigente. Senza di lui – ha concluso il presidente del CONI – il ciclismo da oggi è sicuramente più povero. Un’ultima sola parola: Grazie Alfredo!“. Matteo Renzi ha ricordato Martini con un cinguettio su Twitter, come spesso è solito fare. “Un pensiero commosso per Alfredo Martini.Ha onorato l’Italia, come ct del ciclismo.Ma soprattutto ha mostrato i veri valori dello sport “, il presidente del Consiglio ha twittato.

Anche Vincenzo Nibali, campione in carica del Tour de France, ha affidato a Twitter il proprio saluto pubblico al maestro fiorentino: “non poteva raggiungermi una notizia più triste di questa. Addio Alfredo Martini, grande Uomo, le tue parole ci mancheranno“, ha scritto su Twitter.

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(Fonte: Adnkronos)