Lucas di Grassi, Audi Abt Team, vince il primo ePrix di Cina con finale “elettrizzante”

Incidente all’ultimo giro tra Nick Heidfeld e Nicolas Prost in lotta per la prima posizione: la monoposto del tedesco si ribalta, i commissari di pista placidi come se nulla fosse accaduto. Prost e Heidfeld sotto investigazione, la manovra del francese dubbia. Secondo posto per Montagny, terzo Abt. Il cambio auto torna nelle corse, gara appassionante. Trulli sfortunato: ritirato. Michela Cerruti perde il primo scontro con Katherine Legge, ma si rifarà

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Pechino – Lucas di Grassi ha vinto il primo ePrix della Formula E, il campionato del mondo in cui corrono monoposto elettriche, grazie a un colpo di scena all’ultimo giro, quando Nicolas Prost e Nick Heidfeld si sono toccati all’ultima curva. Prost aveva guidato fin dalla partenza e ha resistito, forse con una manovra non del tutto corretta, l’arrembante attacco del pilota tedesco della Venturi, che è decollato sul cordolo interno e si è ribaltato più volte. Molta paura, ma per fortuna nessuna conseguenza per il pilota tedesco, anche se i soccorsi sono stati lentissimi. Ritiro per entrambi e strascico con i Commissari Sportivi, che hanno messo sotto investigazione l’incidente costato il successo a entrambi.

Prost, partito dalla pole, aveva allungato subito, mentre alle spalle Montagny aveva attaccato il compagno di squadra Pic, che aveva evitato di sbattere sul muretto esterno. Nelle retrovie, Senna – partito senza tempo per i problemi tecnici durante le qualifiche, dopo aver stabilito il miglior tempo nelle seconde libere – si toccava con Takuma Sato, finendo la corsa subito. Il contatto tra i due piloti di Mahindra e Amlin Aguri, imponeva il dispiegamento della Safety Car, già alla prima tornata.

Lucas di Grassi, Audi Abt Team
Lucas di Grassi, Audi Abt Team

Al restart, Motagny attaccava Alguersuari (Virgin), che consentiva a Bird di superare il compagno di squadra. Prost continuava a comandare la corsa su Di Grassi e Abt, mentre il francese Montagny risaliva al quarto posto a spese di Chandhok.

Interessante a metà gara il cambio di monoposto, un inedito per le corse moderne: quasi tutti i piloti si fermavano al 14° giro. Prost, alla fine dei cambi, rimaneva in testa su Heidfeld, che riusciva a superare di Grasi e sul rimontante Montagny, mentre Abt scivolava al quinto posto. Bird, fermatosi il giro successivo, riusciva a prendere il sesto posto, davanti a Chandhok e Pic, con l’indiano all’attacco sul britannico.

Nelle fasi finali, una bandiera gialla ricompattava i primi, con Heidfeld in grado di annullare il distacco dal leader della corsa, la premessa per il contatto finale all’ultimo giro e all’ultima curva, quando il tedesco allungava la frenata per passare il francese della e-dams-Renault, ma Prost inopinatamente si spostava verso sinistra per chiudere l’attacco. Ne conseguiva il contatto, con Heidfeld lanciato in aria dal cordolo interno (impensabile mettere un cordolo sporgente in quel posto!) e monoposto ingovernabile finita sulle reti esterne di protezione, con doppio avvitamento e caduta a testa in giù.

In quel momento è stato evidente come molto lavoro sia ancora da fare in materia di sicurezza da parte degli organizzatori della Formula E: i commissari cinesi infatti si distinguevano per calma e assoluta inadeguatezza a prestare i soccorsi ad Heidfeld, che usciva da solo dalla monoposto ribaltata.

Così, Lucas di Grassi riusciva a imprimere il logo Audi Abt sulla prima corsa della serie “elettrica”, grazie a un “elettrizzante” finale di gara, precedendo Montagny e il compagno di squadra Abt. Quarto posto per Pic, che precedeva l’indiano Chandhok, D’Ambrosio, Servia, Piquet Jr e Sarrazin, ultimo a punti.

Alguersuari concludeva 11°, prima dei ritirati Prost e Heidfeld. Katherine Legge vinceva il primo “duello rosa” con Michela Cerruti, che precedeva al 15° posto il cinese Tung.

Sfortuna per Jarno Trulli, che non si è riuscito a schierare sulla griglia di partenza, così come Sato, e ritiratosi subito. Problemi anche per la seconda e.dams-Renault di Sébastien Buemi, che ha concluso anzitempo la gara, dopo una lunga sosta ai box.

Naturalmente giudicare una gara di monoposto elettriche con lo stesso metro di giudizio di un GP di Formula 1 (o financo di F3) sarebbe un errore di metodo grave, per un osservatore attento: diverse le monoposto per motorizzazione, per autonomia, per velocità. Resta il fatto che la Formula E è un banco di prova fondamentale per la crescita delle motorizzazioni alternative, perché è evidente a ogni osservatore che l’estensione della motorizzazione e della libertà di movimento automobilistica (perché di questo stiamo parlando in definitiva) passa per una modifica degli stili di consumo e di utilizzazione delle automobili, che comporterà un diverso modo di alimentare i motori delle macchine.

È la sostenibilità del pianeta che lo impone, non un ghiribizzo di Jean Todt o un avventurismo economico/imprenditoriale di Alejandro Agag. Un giorno gli storici economici valuteranno questa prima gara in modo diverso: come passo pioneristico verso un domani che è, in parte, cronaca di oggi.

Aggiornamento: a fine gara, Daniel Abt, che aveva concluso la gara al terzo posto, è stato retrocesso al 10° posto, per un Drive Through non rispettato in gara. Al terzo posto sale quindi Sam Bird (Virgin Racing) e tutti gli altri avanzano di una posizione. 

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Ultimo aggiornamento 13/09/2014, ore 14:05:16 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.