La Ferrari volta pagina, inizia il dopo Montezemolo. La F60America festeggia i 60 anni del Cavallino Rampante negli Usa

Grande festa a Beverly Hills sabato sera, con un parterre di stelle, sullo sfondo della City Hall. Domenica, grande parata dei gioielli di Maranello, con oltre 750 Ferrari arrivate per celebrare il prestigioso traguardo. Montezemolo non si è visto, a dispetto degli annunci precedenti. Da oggi la Fiat non sarà più quotata alla borsa di Milano e la FCA debutta a Wall Street. Marchionne assume la carica di presidente della Ferrari – FOTO

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Los Angeles – Per celebrare i 60 anni della presenza in Nord America la Casa di Maranello ha riproposto una tradizione tipica degli anni ’50 e ’60: quella delle vetture prodotte in numero estremamente limitato e su richiesta. Delle fuoriserie che hanno fatto ricchi i proprietari, ma hanno anche contribuito a innalzare il valore del parco circolante di GT con il Cavallino Ramante sul muso.

Con queste premesse è stata creata la Ferrari F60America, prodotta in soli 10 esemplari, che mette insieme due grandi passioni degli appassionati negli States: il motore 12 cilindri e la guida “a cielo aperto”.

La presentazione è avvenuta nello splendido scenario del Beverly Hills City Hall, che ha ospitato una cena di gala accompagnata da una serie di esibizioni musicali, da un’asta emozionante e un variopinto spettacolo di fuochi artificiali. 

Il Beverly Hills City Hall, illuminato del rosso tipico di Maranello – con il simbolo del Cavallino Rampante in grande evidenza sulla facciata – è stato il proscenio ideale per la serata, aperta dal saluto del sindaco, Lili Bosse, che ha ufficialmente aperto la serata e, insieme, i festeggiamenti del 60° anniversario della concessionaria Ferrari a Beverly Hills, la prima negli Stati Uniti.

All’evento di sabato hanno partecipato il presidente di FCA, John Elkann, l’amministratore delegato FCA e presidente entrante della Ferrari, Sergio Marchionne, l’amministratore delegato della casa di Maranello, Amedeo Felisa, e il vicepresidente Ferrari e figlio del Drake, Piero Ferrari.

Il banditore di aste David Gooding ha battuto il primo esemplare della nuova 458 Speciale Aperta, appena presentata al Salone Internazionale di Parigi. La vettura è stata aggiudicata a 900 mila dollari e i proventi sono andati in beneficenza a Daybreak, la filiale americana di Telethon, la charity italiana che da quasi 25 anni è impegnata nel finanziamento della ricerca sulle malattie genetiche. 

La serata è cominciata con alcune performance musicali. Carlo Ponti Jr. – figlio di Sophia Loren e Carlo Ponti – ha diretto la Los Angeles Virtuosi Orchestra, la famosa violinista Caroline Campbell e la vincitrice del Grammy Award Mary J. Blige. Tra gli ospiti famosi, l’attrice Megan Fox, con il marito e collega Brian Austin Green, il conduttore televisivo Mario Lopez, il campione di polo Nacho Figueras e la moglie Delfina Blaquier, l’imprenditore Robert Herjavec, il regista Michael Mann, i piloti Derek Hill, figlio del campione del mondo di F1 del 1961 Phil Hill, e Dan Gurney.

La festa è continuata domenica, con “Race Through The Decades 1954-2014“, la sfilata dei gioielli di Maranello, un omaggio ai 60 anni della presenza negli Usa delle macchine di Maranello, aperta dal sindaco di Beverly Hills, Lili Bosse. Ben 750 Ferrari hanno mostrato la propria incantevole bellezza, sculture moderne di un sogno diventato realtà. Sulla celeberrima Rodeo Drive, si sono potuti ammirare i modelli che hanno fatto la storia di Maranello: dalla Ferrari 308 GTS – quella di “Magnum, P.I” – alla Testarossa (utilizzata in “Miami Vice”); dalla 275 GTB/4 Daytona di Steve McQueen alla 375 MM vincitrice del prestigioso “Best of Show” a Pebble Beach di quest’anno, dalla LaFerrari alle ultime nate, la 458 Speciale Aperta e la F60America.

I dieci esemplari della F60America – tutti già venduti da tempo – sono verniciati dal caratteristico blu NART (North America Racing Team), con una fascia centrale bianca e bordini blu. Sui parafanghi il logo commemorativo del 60° Anniversario della Ferrari negli States, che poi si ritrova sul tunnel centrale dentro l’abitacolo. 

Gli interni – una novità assoluta in un’auto stradale, fuoriserie in linea con l’essenza corsaiola della F60America – presentano una doppia zona cromatica: quella del guidatore in rosso Ferrari; quella del passeggero in un più tradizionale nero. Un motivo che richiama gli abitacoli delle barchette da corsa, in cui il sedile era presente solo per il guidatore. Le sedute della F60America risentono dell’impostazione racing, con stilizzazione della bandiera americana nella parte centrale. Un omaggio nell’omaggio.

Sotto il cofano ruggisce il potente e innovativo V12 anteriore-centrale, con rapporti del cambio dedicati che esaltano il carattere sportivo della GT, uno spirito corsaiolo che si presenta sulle fiancate – con un innovativo disegno a diapason – mentre sul frontale spicca la classica monobocca Ferrari, con calandra cromata e prese aria dei freni integrate.

La manifestazione americana avrebbe dovuto essere l’ultima occasione per vedere Luca Cordero di Montezemolo come presidente uscente. A dispetto delle anticipazioni, Montezemolo in America non è andato. Il suo saluto definitivo ai ferraristi – dopo l’incontro con i dipendenti a Maranello, richiesto dagli stessi dipendenti, riconoscenti per il lavoro fatto dall’ex presidente – è stato rivolto all’atto del lancio del nuovo profilo Twitter della casa di Maranello, @Ferrari, con un messaggio significativo: “Ciao l’azienda più bella al mondo fatta da persone eccezionali. Luca di Montezemolo”.

Si apre dunque una nuova era per il Cavallino Rampante sull’onda della discontinuità. Da oggi la Fiat non sarà più quotata alla borsa di Milano, dopo 111 anni. E oggi FCA – Fiat Chrysler Automobiles – debutta a Wall Street. Un cambio di prospettiva globale, nella sintassi imprenditoriale italiana, inseguita da uno Stato famelico e spendaccione: ma sul punto, la relazione con l’ex gruppo torinese è stato nei decenni costellato da intrecci politici ed economici con i destini del Paese tali che sarebbe sbrigativo derubricarli a mera propaganda (in un senso e nell’altro). La parola passa gli storici dell’economia.

Da oggi Sergio Marchionne diventa presidente della Ferrari, ma dovrebbe esserlo al massimo fino al 2018 (visto che dopo dovrebbe cambiare lavoro, come ha dichiarato in questi giorni). Un impegno gravoso, su cui i ferraristi temono non possa dedicare il tempo che necessita per risollevare le sorti sportive del Cavallino Rampante (i fatturati veleggiano a ritmi da record). Montezemolo è stato il più vincente presidente Ferrari finora, il paragone non sarà semplice.

Ma nel quadro della discontinuità su cui si è mosso il vertice FCA, sarebbe stato opportuno mantenere una continuità di eleganza, che avrebbe dovuto consigliare a Sergio Marchionne di rispettare il dress code della festa di Beverly Hills, dove il manager canadese di origine italiana non si è presentato con lo smoking d’ordinanza, ma con il classico maglioncino blu notte. Noblesse oblige, forse…

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.