Obesità: il sole potrebbe essere arma per ridurla, mentre liti e depressione sono fattori di rischio

Ricercatori britannici hanno messo in relazione l’esposizione ai raggi solari con un rallentamento dell’obesità e delle malattie connesse, anzitutto il diabete di tipo 2. Negli Stati Uniti è stato rilevato il nesso tra depressione, litigiosità familiare e dissipazione di calorie, anticamera dell’aumento del peso

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Londra – Come si può ridurre la propensione all’accumulazione del peso? Facendo una passeggiata al sole. Naturalmente non è così facile, ma ricercatori delle università di Edimburgo e di Southampton hanno rilevato un meccanismo biochimico che metterebbe in relazione l’esposizione ai raggi UV con il rilascio di una proteina, che avrebbe un ruolo chiave nel processo di rallentamento dello sviluppo dell’obesità, ma anche un effetto benefico sulle malattie connesse, come il diabete di tipo 2.

Secondo i risultati dello studio, pubblicati sulla rivista scientifica ‘Diabetes‘, l’ossido nitrico rilasciato dalla pelle dopo l’esposizione alla luce solare svolge un ruolo chiave nel metabolismo. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno condotto esperimenti sui topolini/cavie: quelli esposti ai raggi UV sono risultati meno a rischio di avere livelli di glucosio anormali e di avere resistenza all’insulina, sintomi tipici del diabete di tipo 2. Secondo i ricercatori, l’ossido nitrico rilasciato dalla pelle avrebbe un ruolo importante nel modo in cui si assimila il cibo, scongiurando condizioni metaboliche nocive come il diabete.

Tuttavia, per i ricercatori britannici sono necessari ulteriori approfondimenti con altri studi, visto che per il momento le loro osservazioni sono state effettuate solo sui topi. “Studi come questo – ha detto Richard Weller, uno degli autori della ricerca – stanno aiutando a capire come il sole puo’ essere buono per noi. Abbiamo bisogno di ricordare che il cancro della pelle non e’ l’unica malattia che puo’ ucciderci e forse i consigli sull’esposizione al sole dovrebbero essere bilanciati meglio“, ha precisato, mettendo in relazione gli effetti benefici sulla propensione a sviluppare obesità da un lato, e potenziali fonti di rischio di sviluppare neoplasie della pelle.

Nel frattempo, in materia di obesità, i ricercatori della Ohio State University hanno di recente trovato un nesso tra sviluppo della malattia e l’insorgenza della depressione o una vita familiare litigiosa. Secondo gli studiosi americani, liti coniugali e depressione giocherebbero un ruolo non indifferente nell’aumento del rischio di sviluppare obesità, perché altererebbero il modo in cui il metabolismo corporeo “digerisce” i cibi ad alto contenuto lipidico.

La ricerca ha perciò concluso che gli uomini e le donne affetti da depresione, ma anche quelle litigiose, hanno una propensione maggiore a bruciare meno calorie dopo la consumazione del pasto, di quanto accada in coppie non litigiose e in cui nessuno dei due partners è affetto da depressione.

Questo fenomeno accadrebbe perché le coppie litigiose presentano livelli di insulina più alti, un fattore che favorisce il deposito dei grassi nei tessuti adiposi, anche grazie all’aumento dei trigliceridi.

A queste conclusioni gli studiosi americani sono arrivati dopo aver messo sotto osservazione 43 coppie sane, di età compresa tra 24 e 61 anni, sposati da almeno tre anni. Attraverso dei questionari hanno rilevato la soddisfazione coniugale dei volontari, la mutevolezza di umore di entrambi i coniugi e la presenza di sindromi depressive.

I ricercatori hanno così somministrato un pasto di 930 calorie con 60 grammi di grassi alle persone partecipanti allo studio, misurando il numero di calorie bruciate dopo una discussione animata accaduta dopo due ore dalla fine del pranzo. Nei casi osservati, gli studiosi americani hanno trovato che le coppie avessero consumato 31 calorie in meno  e presentassero il 

Questi risultati suggeriscono non solo come fattori di stress cronico siano in grado di portare all’obesita’, ma anche quanto sia importante il trattamento dei disturbi dell’umore“, ha dichiarato Jan Kiecold-Glaser, autore dello studio, secondo il quale “interventi mirati alla salute mentale potrebbero quindi avere benefici anche per la salute fisica“.

Ne discende che bisognerebbe andare d’amore e d’accordo per affermare i presupposti per non aumentare di peso e se si passeggiasse amorevolmente sotto il sole si ridurebbero ancor di più i rischi di sviluppare obesità.

(Credit: AGI) © RIPRODUZIONE RISERVATA