Bankitalia, economia in Sicilia a tinte fosche: ancora nel tunnel, l’occupazione crolla. Turismo in aumento
La fase recessiva prosegue anche nel primo semestre 2014, con un tasso di disoccupazione che sfiora il 23% e la perdita di ulteriori 37.000 posti di lavoro, ma il dato in controtendenza è rappresentato dal turismo, soprattutto internazionale, che aumenta la presenza e la spesa nell’isola. Anche il traffico aeroportuale cresce
Palermo – La Banca d’Italia delinea lo stato dell’economia siciliana a tinte fosche nell’aggiornamento congiunturale semestrale, secondo cui la Sicilia resta nel tunnel. Cedono gli investimenti e la fiducia degli imprenditori e la regione perde altri 37.000 posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione che sfiora il 23 per cento, peggio che nel resto del Paese.
Nella prima parte del 2014 è dunque proseguita la fase recessiva. Le aziende hanno segnalato un calo della spesa per gli investimenti in tutti i settori principali. Nei primi nove mesi dell’anno la quota di imprese industriali con fatturato in riduzione, ha superato quella delle aziende con ricavi in aumento. Nello stesso periodo è continuata la flessione dell’attività produttiva per l’edilizia e il fatturato nei servizi privati non finanziari è diminuito per circa la metà del campione.
“La Sicilia attraversa una situazione congiunturale difficile e la ripresa ancora non si vede – ha spiegato il direttore della filiale di Palermo della Banca d’Italia, Antonio Cinque – la fase di recessione che ha interessato la Sicilia dal 2007 continua ed è già costata tanto in termini di Pil, intorno al 13 per cento, e di occupazione“.
Un quadro “fragile” che “spiega anche perché le imprese investono poco e riducono gli investimenti“, in uno scenario di contrazione del numero di imprese e di produzione. Significativo il calo di imprese nel settore delle costruzioni, con un calo del monte ore lavorato denunciato alle casse edili.
Tuttavia, c’è una piccola luce verde, nel quadro comandi siciliano connotato di luci rosse e intermittenti (per segnalare la gravità della situazione): turismo e trasporti aerei. Infatti, secondo i “dati provvisori dell’Osservatorio turistico della Regione siciliana”, nel primo semestre del 2014 i flussi turistici verso la Sicilia sono aumentati, in particolare quelli provenienti dall’estero, segno che la “Sicilia” – come prodotto integrato – è appetibile a cittadini di altri Stati. Un’opportunità che tutta l’isola dovrebbe agguantare come trampolino per il rilancio generale dell’economia e un rinvigorimento della fiducia delle persone, soprattutto della classe media, in stato pre-comatoso.
La presenza di turisti stranieri nel primo semestre del 2014 è aumentata infatti del 10,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013, soprattutto nelle strutture extra-alberghiere, un dato che dovrebbe fare riflettere per rimodulare l’offerta e incrementare la possibilità di cogliere un range più ampio di domanda turistica. La spesa complessiva dei turisti nello stesso periodo è infatti aumentata del 17,4 per cento, una tendenza di crescita che non si interrompe dal 2014.
Sul fronte trasporti, nei primi otto mesi del 2014 il traffico aeroportuale ha registrato un incremento del 5,6 per cento in termini di voli e del 7,4 per cento in termini di passeggeri, dato valido sia per le tratte nazionali che per quelle internazionali. L’aeroporto di Catania ha avuto in questo quadro una vivacità maggiore, anche se non si può negare il benefico influsso arrecato dall’avvio dell’operatività dello scalo ragusano di Comiso, che ha grandi potenzialità sia sotto il profilo turistico verso la Sicilia Sud-Orientale che sotto quello commerciale, come punto di spedizione per le primizie coltivate nell’agricoltura di quella zona, che potrebbero beneficiare di tratte cargo a prezzi marginali decrescenti.
Insomma, non tutto è negativo in Sicilia, ma le difficoltà burocratiche e le “incrostazioni” nel settore pubblico giocano ancora un ruolo di freno per l’economia.
(Credit: AGI, Banca d’Italia) © RIPRODUZIONE RISERVATA