Libia, il premier Al-Thani lancia l’allarme: “Comunità Internazionale intervenga o ISIS arriverà in Italia”. Egitto acquista 24 Rafale dalla Francia

Egitto, Francia e Russia attivano l’Onu, per Renzi serve diplomazia. Gentiloni scrive a Federica Mogherini: carissima … ma per parlare di immigrazione. Della minaccia islamista in Libia? Nessuna traccia. Della richiesta di riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per trattare della minaccia all’Italia? Nessuna traccia. Nel frattempo la Francia vende 24 Rafale all’Egitto e noi stiamo a guardare come degli imbecilli

Abdullah al-Thani, premier del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale
Abdullah al-Thani, premier del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale

Roma – Abdullah al Thani, premier del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, ha rinnovato l’appello al dialogo, ma ha messo in rilievo che il fallimento dei colloqui tra le diverse fazioni politiche significherebbe le porte aperte al dilagare dei fondamentalisti islamisti di Ansar al-Sharia e di Alba Libica e in quel caso sarebbe indispensabile una campagna aerea occidentale per stanare i jihadisti che controllano Tripoli. Altrimenti, ha avvertito, “la minaccia arriverà in Italia“.

Dopo la decapitazione dei 21 prigionieri egiziani copti e l’avvio della campagna di bombardamenti egiziana, il presidente Abd al-Fattāḥ al-Sīsī e il presidente francese Francois Hollande hanno agito quasi all’unisono, sottolineando l’importanza di una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dell’adozione di nuove misure da parte della comunità internazionale per far fronte al pericolo rappresentato dal cosiddetto Stato Islamico.

I due capi di stato hanno avuto lunedì – come ha celermente informato l’Eliseo sul sito web – una conversazione telefonica nel corso della quale Hollande ha rinnovato ad Al-Sisi “l’espressione della propria solidarietà” a seguito dell’assassinio di 21 egiziani copti in Libia. Ma rientra in una strategia di avvicinamento dell’Egitto alla Francia, di cui fa parte l’acquisto di 24 caccia-bombardieri Rafale, per un equivalente di 5,2 miliardi di euro. Il fiore all’occhiello dell’aeronautica francese – finora mai venduto all’estero – sugella l’avvio dello smarcamento del Cairo da Washington, con scenari tutti da costruire nel Mediterraneo e da cui l’Italia rimane fuori. Proprio in serata il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, è arrivato nella capitale egiziana dove sarà firmato il contratto.

Il Dassault Rafale è un aereo da caccia multiruolo francese prodotto dalla Dassault Aviation. È caratterizzato da un'ala a delta e da alette canard, con una coppia di motori turbofan Snecma M88-2 montati nella sezione di coda e un'unica e ampia deriva
Il Dassault Rafale è un aereo da caccia multiruolo francese prodotto dalla Dassault Aviation. È caratterizzato da un’ala a delta e da alette canard, con una coppia di motori turbofan Snecma M88-2 montati nella sezione di coda e un’unica e ampia deriva

Politica internazionale, militare e industriale intrecciata con intelligenza. Intanto, ha fatto sapere il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Badr Abdelati, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shukri è partito alla volta di New York “per incontri urgenti e per avviare contatti immediati con gli alti responsabili dell’Onu, in primis il segretario generale Ban Ki-moon e i 15 membri del Consiglio di Sicurezza“. Shukri ha ricevuto questo mandato dal presidente al-Sisi.

Obiettivo del viaggio: “riferire gli sviluppi della situazione attuale alla luce dell’abietto atto terroristico che ha colpito alcuni cittadini egiziani per mano dell’Is in Libia“.

Anche la Russia ha espresso “preoccupazione per l’espansione geografica delle attività terroristiche dell’Is e più in generale dell’estremismo islamico”. Il presidente Vladimir Putin ha presieduto una riunione del Consiglio di Sicurezza per discutere sia dell’attuazione degli accordi di Minsk per l’Ucraina che dell’escalation della crisi in Libia. Il Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa – si è limitato ad aggiungere il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov – condanna “con forza” la “barbara uccisione” dei cristiani egiziani dai terroristi del sedicente Stato Islamico in Libia.

La Libia sarà al centro di un incontro giovedì 19 febbraio a Washington tra l’Alto Rappresentante PESCE (Politica Estera e di Sicurezza Comune) Ue, Federica Mogherini, il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, a margine del summit internazionale contro il terrorismo organizzato dagli Stati Uniti.

Il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, non ha ritenuto di doversi precipitare in Parlamento per riferire suli sviluppi nel Mediterraneo Centrale. Lo farà – con tutta calma – solo giovedì. Intanto oggi, come riferisce la Farnesina, ha scritto a Federica Mogherini – sua inconcludente predecessore al ministero degli Esteri e Vice-Presidente della Commissione Europea – a Frans Timmermans e “agli altri sei Commissari che il prossimo 4 marzo si riuniranno per discutere di immigrazione”. Dopo aver espresso “il senso di sgomento e frustrazione largamente diffuso in Italia, tanto nell’opinione pubblica quanto in Parlamento, per il ripetersi di un nuovo tragico incidente di immani proporzioni al largo delle coste di Lampedusa”, il Ministro Gentiloni  ha sottolineato “la complessità di un fenomeno che non accenna a diminuire di intensità”, il titolare della Farnesina ha chiesto una “risposta adeguata” dell’UE per affrontare il fenomeno, visto che i “salvataggi dall’inizio dell’anno alla giornata odierna sono in crescita del 58,8% rispetto al 2014”.

Della minaccia islamista in Libia nessuna traccia. Gente allegra, il Ciel l’aiuta.

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