Il ‘dissidente’ Liao Yiwu: nella Cina del XXI secolo crescono le conversioni al cristianesimo. Per vincere la paura

Nel suo ultimo libro, il poeta-scrittore dissidente, in esilio dal 2011, racconta le storie di alcuni cristiani dello Yunnan, dell’Hebei e di Pechino. Convertirsi al cristianesimo è di moda, ma è soprattutto importante per “resistere alle pressioni del potere“. In Cina si tenta di cancellare la memoria. Importante mantenere viva la testimonianza

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Roma – Nella Cina del XXI secolo crescono le conversioni al cristianesimo, cattolico o protestante. Un fenomeno che lo scrittore Liao Yiwu, dissidente e in esilio dal 2011, ascrive a un ben individuato fenomeno: porre “una barriera alla paura” con la “ricerca di un soccorso spirituale” che permetta di “resistere alle pressioni del potere”.

Liao Yiwu ha illustrato questa sua interpretazione in un’intervista concessa al quotidiano progressista “Le Monde” lo scorso 20 febbraio, in occasione della presentazione alla stampa della traduzione in francese del suo ultimo libro Dio è rosso (Dieu est rouge, Books Éditions, qui la scheda).

Lo scrittore cinese, 57 anni, vive a Berlino dal 2011 e ha fatto parte dell’avanguardia della letteratura e della poesia cinese fino al 1989, quando ha pubblicato un poema intitolato “Massacro“, rivolto agli autori del massacro di Tiananmen del 4 giugno 1989. Arrestato per quattro anni, ha conosciuto prigionia ed esclusione sociale: in Cina i suoi libri sono proibiti, anche se sono fra i più diffusi in modo clandestino. Fra i testi più famosi vi sono L’Empire des bas-fonds (“L’impero dei bassifondi”, Bleu de Chine, 2003) e Dans l’empire des ténèbres (“Nell’impero delle tenebre”, François Bourin Editeur, 2013), in cui descrive le sue esperienze in prigione.

20150310-liao-yiwu-libroNel suo “Dio è rosso“, pubblicato lo scorso febbraio, parla dei suoi incontri con i cristiani dello Yunnan, dell’Hebei, di Pechino e di altre zone della Cina. Yao Liwu non si era mai interessato al cristianesimo. In Cina, ancora oggi, fin dall’infanzia si educa a guardare le religioni come una superstizione e come un male. Il cristianesimo viene sempre presentato come un’emanazione al servizio dell’imperialismo occidentale e il Papa come un personaggio che “cospira” per far cadere lo Stato cinese e il Partito comunista.

L’esperienza della prigione lo ha messo in contatto con cristiani incarcerati come lui, facendogli scoprire una nuova fascia della popolazione cinese. Il libro presenta le storie di una ventina di personaggi cattolici e protestanti. Per un cinese – così come per molti cinesi che non conoscono la storia della Chiesa – la distinzione fra le due confessioni sembra quasi non esistere. E forse noi cristiani dovremmo guardare a queste differenze con un occhio diverso, in una prospettiva che porti alla riunificazione dei cristiani e al superamento degli scismi attorno a Cristo.

Alla presentazione del libro “Dio è rosso“, il 12 febbraio scorso, Liao Yiwu ha fatto notare che oggi in Cina sembra quasi “di moda” convertirsi al cristianesimo. Nell’intervista citata spiega che “nella Cina degli anni 2000, vi era un forte sentimento di insicurezza, di minaccia. Per resistere alle pressioni del potere, non tutti hanno la forza interiore di un Liu Xiaobo [premio Nobel della pace 2010, amico di Liao Yiwu, condannato nel 2009 a 11 anni di prigione per alcuni articoli pubblicati su internet – ndr]”, ha dichiarato a ‘Le Monde’. “Convertirsi – spiega – è un modo di cercare un soccorso spirituale. Yu Jie, uno scrittore divenuto celebre negli anni ’90, esausto per le minacce del regime, ha finito per convertirsi, come pure il mio amico Wang Yi. Anche le loro mogli. Per loro è una barriera contro la paura. Del resto, quando essi mi incontravano, i miei amici mi incitavano a convertirmi“.

Ancora oggi Liao Yiwu non si è convertito, non è cristiano, ma è colpito dal coraggio dei cristiani che, perseguitati dal governo comunista, sono rimasti fermi nella loro fede. “Tutti mi hanno impressionato. La loro feroce resistenza per la libertà di credere – continua nell’intervista – mi ha molto ispirato. Quella che forse simbolizza meglio questo tipo di combattimento è una vecchietta di più di 100 anni, posseduta da una collera santa. Ed è questa santa collera che la fa vivere: ella vuole battersi fino alla vittoria completa della libertà per la sua religione“.

Secondo Liao Yiwu, il problema della Cina d’oggi è la cancellazione della memoria, l’impossibilità a scrivere la storia. Per questo, prima che scompaiano i testimoni di questi 70 anni di persecuzione, egli ha cercato di testimoniarne l’esistenza e la vitalità.

Il tema della testimonianza è divenuto la dimensione fondamentale del proprio lavoro. “In un Paese come la Cina – ha detto a ‘Le Monde’  – al primo posto viene il dire la verità. Se si mette sulla bilancia la letteratura e la ricerca della verità, la cosa principale è senza alcun dubbio il trovare nello scrivere i mezzi per rendere conto al meglio della realtà“.

La lotta contro le pressioni del potere è peròdura“. “Se resisti troppo al potere – spiega – hai tre possibilità: o sei obbligato all’esilio, o vai in prigione, o devi morire“.

Nonostante ciò, Liao Yiwu è critico verso qualche scrittore cinese – anche premi Nobel come Mo Yan – che vedono come inevitabile la censura e vi si sottomettono.

Insomma, senza affermarlo con la consapevolezza di chi conosce il cristianesimo e il messaggio di Gesù Cristo, Figlio Incarnato di Dio nel Mistero della Santissima Trinità, Liao Yiwu rileva il nesso stringente, genetico e incontrovertibile tra cristianesimo e liberismo, tra Cristo e la Libertà. Percepisce questo legame non conoscendo le deviazioni, le strumentalizzazioni umane, l’utilizzo della religione per il potere e finalizzato solo al potere che nel corso dei secoli passati ha contraddistinto molte pagine della Storia. Ma da cui – i governanti cinesi se ne facciano una ragione – la Cristianità è uscita del tutto.

Oggi il Papa – lungi dall’essere il capo di truppe militari e di uno Stato aggressivo e interessato a territori geografici – è il leader morale riconosciuto universalmente, che predica la pace universale nel rispetto della giustizia e della genetica libertà dell’Uomo. Arriveranno anche in Cina questi principi, sarà inevitabile.

Una riflessione che vale ancor di più in questo momento storico in cui i cristiani sono oppressi e perseguitati in tutto il mondo, soprattutto dal movimento fondamentalista islamico.

(Credit: AsiaNews) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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