Difesa, missioni internazionali: sentita Roberta Pinotti dalle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato

La ministra ha descritto lo stato delle missioni in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione. Audizione aperta con un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell’attentato a Tunisi

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Roma – ​Potenziamento del dispositivo aeronavale nel Mediterraneo, sospensione della nostra attività in territorio libico, termine dell’impiego dei Nuclei militari di protezione imbarcati sulle navi mercantili italiane e stop alla partecipazione alla missione Nato Ocean Shield.

Queste alcune delle principali novità illustrate dal Ministro Pinotti nel corso dell’audizione sulle missioni internazionali.

Sottolineando come il Nord Africa rappresenti “la prima delle nostre preoccupazioni”, il Ministro si è soffermata sugli eventi in Tunisia: “a seguito dell’aggravarsi della minaccia terroristica si è reso necessario un potenziamento del dispositivo aeronavale nel Mediterraneo centrale” con l’obiettivo di “tutelare i molteplici interessi nazionali, oggi esposti a crescenti rischi determinati dalla presenza di entità estremiste, e assicurare coerenti livelli di sicurezza marittima”. Il tutto integrato nell’operazione Mare Sicuro.

A fronte di un progressivo peggioramento del quadro di sicurezza in Libia, e del perdurante caos istituzionale, il Ministro ha annunciato la sospensione dell’attività in territorio libico, aggiungendo che “l’Italia è pronta a tornare a giocare un ruolo di rilievo in una futura, eventuale iniziativa della comunità internazionale che fosse volta alla stabilizzazione e alla ricostruzione istituzionale della Libia”.

Illustrando la minaccia rappresentata dall’Isis, oltreché in Libia, nella regione del Vicino e Medio Oriente, il Ministro ha ricordato che la comunità internazionale, incluso un consistente numero di Paesi arabi e di fede islamica, sta operando per contenere l’espansione dell’Isis tanto in Iraq quanto in Siria.

Confermando i numeri già forniti – impiego nel corso dei primi nove mesi dell’anno di circa 525 militari – il Ministro ha introdotto un elemento di novità: “è in corso di pianificazione iniziale l’invio di un Contingente di Carabinieri ai quali potrebbe essere affidata la responsabilità di supervisionare, con ruolo di leadership, la costituzione di Unità di polizia militare irachene”.

Passando all’arco di crisi apertosi nell’est Europa, il Ministro ha spiegato che la comunità internazionale è attivamente impegnata per la gestione della crisi, sia favorendo le trattative diplomatiche tra le parti, sia operando per un contenimento del conflitto. “L’Italia fa la sua pare anche in questo caso” ha aggiunto, spiegando che dal mese di gennaio siamo subentrati nel fornire, a turno con gli altri Paesi dell’Alleanza Atlantica, l’attività di polizia aerea nella regione del Baltico impiegando sette velivoli. Partecipazione che terminerà alla fine di agosto.

Riguardo la presenza in Afghanistan, il Ministro ha detto che nel corso del 2015 è previsto il completamento della missione Resolute Support della Nato: “ridurremo significativamente la nostra presenza nella seconda parte dell’anno”.

Si modifica anche l’impegno italiano nella lotta alla pirateria. L’Italia continuerà a partecipare alla missione Atalanta, ma terminerà l’impiego dei Nuclei militari di protezione imbarcati sulle navi mercantili italiane e interromperà la partecipazione alla missione Nato Ocean Shield. Decisione presa “considerato il positivo trend rappresentato dalla diminuzione degli attacchi dei pirati negli ultimi mesi, nonché l’ormai avvenuto perfezionamento delle procedure che consentono di ricorrere alla difesa dei mercantili”. “Il Governo – ha detto il Ministro – ha ascoltato le più recenti deliberazioni del Parlamento, in particolare quelle che richiedevano di riesaminare le scelte relative alla nostra partecipazione alle attività di contrasto in relazione allo sviluppo nella vicenda dei Fucilieri di Marina”.

Diverse le missioni che vedranno una riduzione o sospensione dell’impegno italiano, in un’ottica di razionalizzazione, in linea con quanto annunciato al Parlamento lo scorso settembre.

(Fonte: Ministero della Difesa)

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