Immigrati, Mogherini chiede all’Onu ok per azione militare evanescente, governo Libia infuriato

L’ambasciatore libico alle Nazioni Unite insorge: “Il governo libico non è stato consultato dall’Unione europea, ci hanno lasciato all’oscuro delle loro intenzioni”. Frutto delle mediazioni dell’Onu e della legittimazione degli insorti islamisti del cosiddetto ‘governo di Tripolì (sostenuto dai Fratelli Musulmani egiziani, dalla Turchia e dal Qatar). Gentiloni, intervistato da Christiane Ampanpour alla CNN sfiora l’ovvietà: “folle immaginare di distruggere i barconi quando sono già in mare carichi di migranti, bisogna fermarli prima”. Quirinale: occorre consenso dei libici. Confusione al potere in Italia

Security Council Meeting: Cooperation between the United Nations and regional and sub-regional organizations in maintaining international peace and security


Roma – L’emergenza immigrazione “non solo è un’emergenza umanitaria, ma anche una crisi di sicurezza e noi siamo qui per agire e per agire subito”, perché “per noi è un dovere morale”. L‘Alto rappresentante per la politica Estera e di Sicurezza Comune dell’Unione Europea, Federica Mogherini, parlando davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nella prospettiva di una risoluzione che dia il via al piano elaborato dall’Ue – comprendente anche missioni contro gli scafisti, i trafficanti e le loro imbarcazioni – ha sottolineato che siamo di fronte ad una crisi “eccezionale“, che necessita di “una risposta eccezionale, immediata e coordinata“.

Mogherini ha illustrato a Palazzo di Vetro la bozza del piano di azione dell’Europa che prevede quattro punti principali:

  • aiuti ai paesi di origine e di transito dei migranti;
  • controlli alle frontiere in Libia e nei paesi confinanti;
  • missioni contro i trafficanti di esseri umani e gli scafisti;
  • suddivisione dei profughi attraverso un meccanismo di quote tra i Paesi dell’Unione.

Mogherini ha dichiarato che il Consiglio di Sicurezza “condivide il senso di urgenza“. “Bisogna essere sicuri che i barconi non vengano più usati” ha ammonito l’Alto rappresentante Ue, assicurando che le prime decisioni in materia di sicurezza e politica estera contro i trafficanti saranno prese lunedì 18 maggio al Consiglio Europeo

L’Unione Europea – ha continuato – è pronta a fare la propria parte e ad assumersi le proprie responsabilità, anche se non è sempre stato così. L’Ue può fare molto, faremo molto, ma non lo faremo da soli. Vogliamo lavorare con l’Onu sul mandato di una operazione navale per fermare il traffico illegale di migranti“.

Da Madrid, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – in visita di Stato – ha affermato “siamo in attesa di una risoluzione delle Nazioni Unite, per poi ascoltare i libici“, perché, ha precisato, “occorre il loro consenso all’ipotesi di una guida italiana di una missione internazionale in Libia“, mostrando una pericolosa confusione di idee in seno al Governo e al Quirinale sulle modalità con cui si conducono operazioni così importanti.

Quando ci sarà una decisione dell’Onu e quando la Libia avrà trovato una condizione che la faccia uscire da questo stato di mancanza di autorità, l’Italia sarà pronta ad aiutare“, ha aggiunto il capo dello Stato, parlando però di un’ipotesi irrealistica, visto che il governo libico legittimo (detto ‘di Tobruk’) ha accettato il piano presentato dal diplomatico spagnolo Bernardino León, inviato speciale dell’Onu in Libia, mentre il cosiddetto governo ‘di Tripoli‘ ha rigettato lo stesso piano di pace e di unità nazionale. 

Il ‘governo di Tripoli’, presieduto da Khalifa al Gweil (ex vice di Omar al-Hasi, ‘licenziato’ a fine marzo), in realtà è un movimento insurrezionale islamico sostenuto dai Fratelli Musulmani egiziani, da Turchia e Qatar. Le basi concrete di un accordo non ci sono e continuare a ripetere questo mantra significa legittimare una banda di terroristi, solo un po’ meno terroristi di Ansar al-Sharia e dei vari movimenti affiliati al sedicente Stato Islamico.

Sui tempi di approvazione della risoluzione preparata dall’Italia e presentata dalla Gran Bretagna, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha affermato che ci vorrà una decina di giorni per capire se, oltre all’appoggio esistente di Francia, Gran Bretagna, Spagna e Lituania si potrà contare anche su quello degli altri undici membri. La Russia, per ora, non ha vincolato il suo sì alla questione delle sanzioni, lasciando aperta la strada dell’ottimismo.Degli altri due membri permanenti – che potrebbero imporre il ‘veto’ – si ritiene che gli Usa darebbero l’assenso, mentre la Cina potrebbe anche astenersi per non creare un precedente.

Intervenendo poi da Roma alla trasmissione della Cnn condotta da Christiane Amanpour, Gentiloni ha spiegato che la risoluzione “fornirebbe una cornice di legalità internazionale per poter condurre operazioni mirate all’identificazione e distruzione delle imbarcazioni dei trafficanti di migranti prima che queste ultime partano“, perché – ha precisato – sarebbe folle immaginare di distruggere i barconi quando sono già in mare carichi di migranti.

Forse andrebbe detto a Gentiloni che nessuno mai si è sognato di affermare un’idiozia del genere. Forse al circolo del tennis dove gioca con Ermete Realacci se ne sarà parlato, magari in preda alla stanchezza post partita.

Dalla Libia però sono arrivate parole dure contro il piano Ue –  L’ambasciatore della Libia alle Nazioni Unite, Ibrahim Dabbashi, ha sottolineato che “il governo libico non è stato consultato dall’Unione Europea, ci hanno lasciato all’oscuro delle loro intenzioni e del tipo di azioni militari che stanno per prendere nelle nostre acque territoriali“.

In particolare, Dabbashi ha rilevato che non è chiaro come i servizi di soccorso marittimo dell’Ue dovranno distinguere le barche dei pescatori dalle navi dei trafficanti, mettendo in rilievo di fatto come tutta la questione si astata affrontata dall’Alto Rappresentante Mogherini con una superficialità disarmante, a meno che non si voglia pensare male, ossia che l’UE indirettamente sostiene i movimenti islamisti più moderati, che sono insorti contro il governo legittimo e il parlamento eletto, dopo lo scarso risultato conseguito alle elezioni del giugno 2014.

Ma questa è un’ipotesi che non vogliamo neanche prendere in considerazione.

(Credit: AGI, UN SECURITY COUNCIL) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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