Iraq, Ministero della Difesa annuncia: “il numero due dell’Is (al-Afri) ucciso in un raid aereo” (Video)

In un comunicato, il governo iracheno ha spiegato che il raid è stato effettuato a ovest di Mosul. Abu Alaa al-Afri è stato probabilmente il ‘numero due’ formale del sedicente Stato Islamico, in realtà il ‘califfo’ facente funzioni dopo il ferimento grave del ‘fondatore’ Abu Bakr al-Baghdadi, ritenuto invalido e impossibilitato a guidare l’ISISIS o già morto. I PROBABILI SUCCESSORI DI ABU BAKR AL-BAGHDADI

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Baghdad – Abd al-Rahman Mustafa al-Qaduli, alias Abu Alaa al-Afri, numero due del sedicente Stato Islamico, è stato ucciso in un raid aereo della coalizione internazionale guidata dagli Usa. Lo ha annunciato il governo iracheno attraverso un comunicato diffuso dal ministero della Difesa, in cui si precisa che il raid è stato effettuato a ovest di Mosul.

Sulla base di precise informazioni d’intelligence nel raid aereo da parte delle forze della coalizione internazionale, oltre ad al-Afri, sono stati uccisi molti esponenti del gruppo criminale riuniti nella Moschea dei Martiri nella zona di Tal Afar“, si legge nel comunicato. La zona dista circa 50 km da Mosul.

La scorsa settimana il Dipartimento di Stato americano aveva inserito il nome di al-Afri nella lista dei terroristi più ricercati, emettendo una taglia di sette milioni di dollari.

Video del ministero della Difesa dell’Iraq

Chi è Abu Alaa al-Afri? Lo ‘Stato Islamico’ ha una linea di successione?

Secondo analisti di intelligence, il cosiddetto Stato islamico avrebbe un piano per la successione al leader Abu Bakr al-Baghdadi, che fonti diverse danno per ‘fuori gioco’ – rimasto gravemente ferito, addirittura paralizzato, in un raid tra Siria e Iraq – o addirittura già morto.

Chi sarebbero questi aspiranti al titolo di ‘califfo’?

Secondo il Guardian, le redini del sedicente Stato Islamico sarebbero state prese da Abu Alaa al-Afri, nome di battaglia di Abd al-Rahman Mustafa al-Qaduli, un nome che ritorna anche in un’analisi della Cnn, da cui è possibile trarre una sorta di quadro dei possibili successori in caso di crisi, capaci di succedere ad al-Baghdadi nel caso fosse confermato il suo ferimento (o addirittura la sua morte).

ABU ALAA AL-AFRI

20150513-al-afri-2-230x297Abd al-Rahman Mustafa al-Qaduli è un operativo del cosiddetto Stato Islamico, rimasto nell’ombra fino alla scorsa settimana, quando il Dipartimento di Stato Usa ha inserito il suo nome nella lista dei terroristi più ricercati, offrendo una taglia di sette milioni di dollari per chi fornisca notizie utili alla sua cattura. Si tratta della più alta taglia offerta dalle autorità statunitensi per un leader dell’IsISIS ISIS a parte al-Baghdadi, che ‘vale’ 10 milioni di dollari.

Conosciuto con il nome di Abd al-Rahman Mustafa al-Qaduli, è nato nel 1957 o nel 1959 a Mosul, in Iraq. Secondo la CIA, al-Afri si è unito ad al-Qaeda nel 2004, diventando prima vice comandante e poi leader dell’organizzazione a Mosul. Al-Afri è stato catturato e poi rilasciato nel 2012. Nello stesso anno si è unito all’IsISIS e – secondo il Tesoro Usa – ha trascorso diversi mesi in Siria.

Di etnia turkmena, al-Afri sarebbe stato il candidato preferito di Osama Bin Laden per la successione ad Abu Omar al-Baghdadi, il leader dello Stato islamico dell’Iraq e del levante, come era conosciuta l’organizzazione in passato, rimasto ucciso in un’operazione congiunta delle forze Usa e irachene a nord di Baghdad nel 2010. Secondo alcuni esperti, gli sarebbe stato preferito alla fine Abu Bakr al-Baghdadi perché, al contrario dell’attuale leader dell’Is, non poteva vantare una discendenza diretta dal profeta Maometto.

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ABU MOHAMMED AL-ADNANI

20150513-Shaykh-Muhammad-al-Adnani-230x173È l’attuale portavoce dell’Is, il volto e la voce dell’organizzazione che sta facendo tremare l’Occidente. E’ ritenuto il siriano più potente all’interno del movimento terroristico ed è stato proprio lui ad annunciare per primo lo scorso giugno la nascita del califfato.

E’ un veterano del jihad in Iraq, dove ha combattuto tra le fila degli insorti in particolare nella provincia di Anbar. Catturato dagli americani, anch’egli come al-Afri ha trascorso un lungo periodo in prigione. A settembre al-Adnani ha lanciato un appello ai “lupi solitari” per colpire nei paesi occidentali. Poche settimane dopo il suo audio, si registrarono attacchi in Nord America, Europa e Australia.

Secondo gli analisti, due fattori ostacolano l’ascesa di al-Adnani ai vertici dell’Is. Il primo è la nazionalità siriana – è nato in un villaggio vicino Aleppo – mentre la leadership dell’ISIS è irachena. L’altro è l’età, ancora troppo giovane per l’incarico di califfo.

ABU ALI AL-ANBARI

20150513-Abu-Ali al-Anbari-230x205Guida il consiglio di sicurezza dell’ISIS ed ha una solida esperienza militare, in quanto ex ufficiale dell’intelligence sotto il regime di Saddam Hussein. Come al-Afri è originario della provincia di Ninive. Il suo ruolo è emerso chiaramente dopo un raid contro un altro leader dell’Is, il capo di Stato Maggiore in Iraq, Abu Abdul Rahman al-Bilawi. In alcune chiavette usb rinvenute nel raid, sono stati trovati documenti in cui al-Bilawi identificava al-Anbari come il comandante militare delle operazioni in Siria. La sua esperienza nel regime di Saddam potrebbe, tuttavia, impedirgli di succedere ad al-Baghdadi perché la sua scelta sarebbe impopolare.

TARIQ AL-HARZI

20150513-TARIQ-AL-HARZI-230x299Come al-Adnani, al-Harzi non è iracheno, ma tunisino. Su capo di Tariq Bin-al-Tahar Bin al Falih al-‘Awni al-Harzi – questo il nome completo – pende una taglia di 3 milioni di dollari del Dipartimento di Stato. Secondo il governo Usa è stato “uno dei primi combattenti stranieri ad unirsi all’Isis“. È ritenuto il responsabile delle operazioni del gruppo terroristico oltre i confini di Siria e Iraq. Noto come “l’emiro dei kamikaze“, è stato inserito da Washington nella lista dei terroristi più pericolosi lo scorso anno.

Secondo la ‘Cnn’, al-Harzi è stato liberato dal carcere di Abu Ghrain nel luglio 2013. Suo fratello più giovane è stato arrestato in Tunisia in relazione all’omicidio dell’ambasciatore Usa in Libia, Cristopher Stevens, assassinato l’11 Setembre 2012. Il fatto che al-Harzi sia tunisino e non abbia grande autorità dal punto di vista religioso rende però difficile una sua scelta per un’eventuale successione ad al-Baghdadi.

ULTIMO AGGIORNAMENTO 13/05/2015, ORE 19:07:02 | (Credit: Adnkronos, Iraqi MoD) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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