Andria, violenze su bimbi di una quarta classe delle primarie: arrestata insegnante di 52 anni

Dopo le inefficaci segnalazioni alla dirigente dell’istituto, i genitori dei bambini si sono rivolti alla Polizia di Stato, che da gennaio ha piazzato microfoni e videocamere per le intercettazioni ambientali. Colpisce dalle immagini la inusitata violenza dell’insegnante, ma anche l’inazione della collega che assiste alla scena senza proferire parola. A proposito di riforma della scuola…

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Andria – Un’insegnante di scuola primaria di 52 anni è stata arrestata questa mattina ad Andria dagli agenti del locale Commissariato della Polizia di Stato perché accusata di violenze e maltrattamenti aggravati e continuati ai danni dei propri alunni di una quarta classe. La richiesta di arresto della procura della Repubblica è stata eseguita in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip di Trani, Maria Grazia Caserta.

Per arrestare la donna, nota insegnante del luogo, sono state decisive le immagini delle intercettazioni ambientali video e foniche disposte dalla magistratura inquirente a seguito degli esposti presentati dai genitori degli alunni alla Polizia di Stato di Andria.

Nei mesi scorsi, dopo aver riscontrato un brusco cambiamento di comportamento dei propri figli, i genitori avevano ricostruito gli abusi dell’insegnante e ne avevano chiesto conto alla dirigente dell’istituto, che però aveva minimizzato e non aveva preso alcun provvedimento. Solo allora i genitori hanno deciso di presentare un esposto denunzia alla Polizia, che aveva avviato le indagini, chiedendo l’autorizzazione alla collocazione delle microcamere per le intercettazioni ambientali.

Dalle immagini colte con l’attività di ‘monitoraggio’ del comportamento in classe della maestra è emerso che la donna ricorresse in modo sistematico all’intimidazione e ai maltrattamenti nei confronti dei propri alunni, soprattutto nei confronti di quei bambini che mostravano difficoltà di apprendimento o maggiore propensione alla distrazione, ossia di quelli che avrebbero avuto bisogno di più attenzione e comprensione.

La minaccia di ricorrere alle botte era continua, quotidiana e veemente e non di rado veniva messa in pratica. Gli investigatori hanno così verificato che l’insegnante picchiasse gli alunni, sferrando schiaffi sulla testa, sul viso, sulle braccia o sulle spalle, alzando il tono della voce o abbassandolo a scopo intimidatorio, lanciando e sbattendo libri, diari e altri oggetti sui banchi e persino sulla testa dei bambini.

Comportamenti non certo adatti al ruolo di educatore rivestito dall’insegnante. Ma dalle immagini diffuse dalla Polizia di Stato emerge – da una prima visione – anche l’acquiescenza dell’altra insegnante presente in classe, che non si oppone minimamente ai maltrattamenti della collega ‘prevalente’ e non blocca questi comportamenti del tutto inadatti alla funzione educativa, ma controproducenti, oltre che intollerabili.

Un fatto che andrà approfondito anche alla luce delle promesse riforme della scuola, in cui alcuni docenti dipenderanno in maniera sistematica da altri per il prosieguo della propria carriera. Casi come quello di Andria mostrano come alcuni istituti di emergenza e sicurezza andrebbero attivati, per proteggere chi eventualmente denunziasse i comportamenti incivili dei colleghi.

L’insegnante all’atto del fermo questa mattina è rimasta sorpresa. E le sorprese probabilmente non si esauriranno oggi.

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