Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei

Dichiarazioni, aforismi, detti, estratti di discorsi, affermazioni che girano sulla stampa e su internet e che spesso esprimono distillati di concetti, principi, piccole verità che vanno oltre le parole

[…] È inutile illudersi: la Sicilia è irredimibile e il suo destino è legato in modo indissolubile all’ipocrisia, alle mezze verità, alle mezze bugie di un contesto sociale assuefatto e complice della criminalità specifica dell’isola che si chiama mafia. Lo riscontriamo in ogni viaggio nell’amata terra, io sono siciliano, che, ogni volta, diventa odiata, per le palesi falsità di amministratori, politici, professionisti e gente comune, tutti felici nel bozzolo di un’applicazione della legge personale e opzionale.

Ma l’aspetto più inquietante di questa società è che non sai mai con chi hai a che fare: se, veramente, è quello che dice di essere, un cittadino esemplare dedito alla legalità, o un doppio agente del crimine, capace di ascoltarti e di utilizzare un semplice colloquio per le sue personali mene. Non sostengo che, in Sicilia, sono tutti mafiosi. Sostengo che la società ha metabolizzato il fenomeno, ha imparato a conviverci e a utilizzarlo per i propri interessi utilitaristici, si tratti della fornitura in nero o del piccolo abuso, non rilevato dal Comune in quanto con l’atteggiamento indifferente e complice l’interessato s’è conquistato la sua piccola fetta di impunità. […]

(Domenico Cacopardo, Begli amici ha, questo Crocetta, ‘Italia Oggi’ 18 Luglio 2015, pagina 9)

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