Indonesia, continua l’emergenza incendi. Visibilità ridotta e problemi respiratori. Rischia la F1 a Singapore

Continua l’emergenza roghi in Indonesia, ma anche Malesa e Singapore sono colpite dal fenomeno: Kuala Lumpur chiude le scuole. Nella città-stato sconsigliate le attività all’aperto e il Gran Premio di Formula 1 potrebbe perfino saltare. Danni alla salute per decine di migliaia di persone. Finora inutili i tentativi di contenere gli incendi promossi dai governi della regione. Imputate le compagnie che producono olio di palma

Il circuito cittadino di Marina Bay ripreso ieri, 15 Settembre
Il circuito cittadino di Marina Bay ripreso ieri, 15 Settembre

Jakarta – Non cessa l’emergenza roghi in Indonesia, che sta causando un’enormità di problemi di salute, alla circolazione stradale e aerea, per i forti addensamenti di colonne di fumo che causano anche problemi respiratori nei Paesi vicini. Una densa coltre di fumo, sprigionata da incendi dolosi o provocati dagli agricoltori per ripulire i campi, avvolge intere aree dell’arcipelago e provoca seri danni alla salute dei cittadini.

In Malesia le autorità hanno ordinato la sospensione delle attività scolastiche nella capitale Kuala Lumpur e nelle aree circostanti. Problemi anche a Singapore, dove i cittadini sono stati invitati a “evitare attività all’aperto”. Ma nella città-Stato questo week-end è in programma il Gran Premio di Formula 1 e la autorità locali non hanno ancora chiarito quale soluzione sarà attuata, se i livelli di inquinamento resteranno alti come negli ultimi due giorni, ben al di sopra dei massimi consentiti dalle normative locali.

Problemi di visibilità che potrebbero rendere impossibile ai piloti guidare in condizioni minime di sicurezza, tanto che alcune attività sportive di contorno sono state cancellate per motivi di sicurezza. Da parte della autorità della F1 è stato reso noto che ogni decisione sarà presa al momento opportuno e che al momento non è opportuno anticiparle. Una specie di calembour. Di noto c’è già l’obbligo di indossare le mascherine di protezione (si fa per dire…) attorno alla pista, ma di certo non è una condizione ideale per assistere o partecipare a un GP di F1.

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Gli ambientalisti della regione hanno individuato nelle compagnie dedite alla produzione di olio di palma, in particolare i coltivatori illegali, i principali responsabili dei roghi.

L’emergenza roghi aveva colpito l’Indonesia anche nel 2014 quando, secondo i dati del dipartimento della Salute di Pkanbaru – capoluogo e centro più popoloso della provincia di Riau, nel centro dell’isola di Sumatra – 30mila persone avevano sofferto di gravi problemi respiratoria causa del fumo inalato.

Il governo di Jakarta in passato aveva più volte assicurato che avrebbe fermato questi incendi illegali e a questo fine nelle scorse ore ha inviato nella provincia di Riau, epicentro dei roghi, centinaia di soldati con il compito di spegnere le fiamme. Nella zona peraltro resta in vigore lo stato di emergenza, con il fumo ristagnante da settimane e livelli di inquinamento ben oltre la soglia di attenzione.

Il fenomeno dei roghi illegali è diventato un problema resistente e, soprattutto, alimentato dai coltivatori illegali che, per aumentare la superficie coltivabile, provocano roghi, distruggendo decine di ettari di vegetazione. Inoltre, nel Borneo e a Sumatra sono migliaia le persone che ricorrono alle cure mediche con gravi sintomi di patologie legate all’inalazione dei fumi tossici.

Le autorità malesi hanno avviato la distribuzione gratuita di mascherine anti-fumo, mentre anche il sistema dei trasporti risente degli effetti, con rallentamento degli attracchi di navi e di atterraggi e decolli di aerei.

Nelle prossime ore è atteso un peggioramento delle condizioni di visibilità.

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