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Inchiesta Saipem, l’ex Ad dell’Eni Paolo Scaroni prosciolto dal Gup di Milano

Nessuna tangente in Algeria, tanto rumore per nulla. Per la società di San Donato Milanese archiviato ogni addebito. A giudizio invece l’ex Ad di Saipem, il direttore operativo e il direttore finanziario e la Saipem stessa

Milano – Il Gup di Milano Alessandra Clemente al termine dell’udienza preliminare ha prosciolto l’ex Amministratore Delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, e la società stessa nel procedimento su presunte tangenti pagate in Algeria da parte di Saipem.

Scaroni era accusato di corruzione internazionale e l’Eni era stata imputata per violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilità degli enti per reati commessi da propri dipendenti.

Sette imputati e la società Saipem, anch’essa accusata della violazione della legge 231, sono stati invece rinviati a giudizio dal Gup di Milano. Si tratta dell’ex direttore operativo di Saipem, Pietro Varone, dell’ex direttore finanziario, Alessandro Bernini, dell’ex Ad di Saipem, Pietro Franco Tali, di Farid Noureddine Bedjaoui, fiduciario dell’allora ministro dell’energia dell’Algeria, di Samyr Ouraied, uomo di fiducia di Bedjaoui, e di Omar Habour, considerato riciclatore del denaro delle presunte tangenti pagate dal gruppo italiano. A processo va anche la società Saipem. L’accusa per tutti è di corruzione internazionale. Il processo per loro comincerà il 2 dicembre davanti ai giudici della Quarta Sezione penale del Tribunale di Milano.

Oltre a Scaroni e a Eni, il giudice ha prosciolto Antonio Vella, ex responsabile della società per l’area del Nord Africa. Il non luogo a procedere – per “difetto di giurisdizione” – è stato dichiarato per un altro imputato, Yam Atallah.. Il procedimento ruota attorno a una presunta maxi tangente da quasi 198 milioni di euro che, secondo l’accusa, sarebbe stata versata da Saipem a pubblici ufficiali algerini in cambio di appalti.

I legali di Scaroni, Enrico De Castiglione e Alberto Moro Visconti, non hanno nascosto la soddisfazione per il proscioglimento. “Siamo contenti, eravamo certi della sua innocenza”, hanno commentato i due professionisti, dopo che Scaroni è stato scagionato da ogni accusa sulle presunte tangenti pagate in Algeria.

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