Paolo Del Debbio, la ragionevolezza al potere (anche mediatico)

Dichiarazioni, aforismi, detti, estratti di discorsi, affermazioni che girano sulla stampa e su internet e che spesso esprimono distillati di concetti, principi, piccole verità che vanno oltre le parole…

[…] Del Debbio, tra tutti gli officianti di messe televisive, è il solo che non se la tiri da fighetto e da maître à penser, e questa è naturalmente una buona cosa. Ma non è per modestia che evita di rendersi ridicolo citando Gramsci o Dahrendorf col mignolino alzato. È una scelta estetica. Gli altri conduttori di talk show affrontano con altezzosità (alla Roberto Saviano, o alla Eugenio Io Io Scalfari) problemi sempre più ridicolmente astratti: non la meccanica quantistica ma la patafisica delle vicende politiche italiane.

Del Debbio passa oltre. Procura un lavoro al disoccupato, trova una casa allo sfrattato, sgrida in diretta il prepotente, sostiene la vedova, soccorre l’orfano, conforta la vittima della violenza, striglia il criminale che rapina i pensionati ma aiuta i suoi parenti che non sanno più come campare, esprime la sua solidarietà al perseguitato dalla magistratura, dai politici corrotti e da Equitalia. […]

(Ishmael, ‘Sotto a chi tocca’, L’unico talk show che va alla grande è quello del Del Debbio, uno che non se la tira, non fa prediche e non sta sempre con il ditino alzato, ‘Italia Oggi’ 31 Ottobre 2015, pagina 6)

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