Confesercenti sulle tariffe dei servizi pubblici: nel 2015 il costo dell’acqua potabile è aumentato dell’8,8%

Inarrestabile aumento del peso tariffario dei servizi idrici integrati, ma sulla Tari per le imprese atteso un +35% che metterà in difficoltà soprattutto il settore turistico – Tabella dati

Roma – L’Ufficio Studi di Confesercenti ha rilevato l’andamento delle tariffe, il cui trend è rallentato dal 2014 al 2015, dal 2% dello scorso anno alllo 0,9% di quest’anno. Un dimezzamento che però contribuisce in modo sostanziale all’aumento dell’inflazione. 

Un particolare faro l’associazione degli esercenti l’ha posta soprattutto sull’acqua, che nel corso del 2015 ha registrato un incrementi record delle tariffe locali per l’erogazione dell’acqua potabile, con un +8,8% rispetto allo scorso anno, una crescita del 97% rispetto alla media.

Nel 2015 le tariffe a controllo nazionale hanno infatti registrato un aumento dell’1,5%, causato soprattutto dall’incremento delle tariffe postali (oltre il 10%) e telefoniche, mentre quelle a controllo locale segnano un +1,7%.

Il gas naturale ha fatto registrare un -11% tra 2014 e 2015, con un decrremento che avrebbe ridato fiato ai bilanci di famiglie e imprese, se non fosse stato compensato dai progressivi aumenti di altre tariffe.

Anche il costo della fornitura di energia elettrica – che solo nel 2012 registrava tassi di crescita del 14% – ha segnato un -1,5% nel 2015, contribuendo al contenimento della spesa, anche se il costo in assoluto è tra i più alti in Europa.

Tuttavia, la tariffa che non accenna a frenare la corsa, prosegue Confesercenti nell’analisi, è quella per il servizio idrico integrato, nel 2015 aumentato dell’8,8%, con un aggravio per famiglie e imprese che inficia i benefici delle riduzioni di gas ed elettricità. Anche a fronte di qualità del servizio e qualità del prodotto assai discutibile, come avviene a Gela, caso eclatante in Sicilia, su cui di recente abbiamo acceso i riflettori proprio qui.

Gli adeguamenti tariffari del servizio idrico stabiliti dall’Aeegsi (l’Autorità per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico) sono legati ai fabbisogni d’investimento, stimati in 4,5 miliardi di euro.

L’avvento della gestione industriale, ancora frenato dalla frammentazione degli operatori (se ne contano ancora 2.000 con soggetti diversi per ciascuna fase del servizio), dovrebbe arrivare a determinare, per ogni “ambito territoriale”, gestore e tariffa unica. Anche se su questo quadro incombe il peso del referendum sull’acqua pubblica, attraverso il quale gli italiani hanno deciso che il servizio di distribuzione torni a essere sottratto alle logiche del mercato, con una gestione che valorizzi la natura di bene comune del ‘prezioso liquido’.

Su scala nazionale, anche il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani ha fatto registrare tassi di crescita elevati soprattutto nel 2014, mentre dovrebbe chiudere l’anno in corso con un -3,5% per le famiglie, nonostante in ampie zone del Paese la qualità del servizio sia scandalosa, la partecipazione della cittadinanza ai processi di raccolta differenziata sia inesistente e l’intero processo subisca l’analisi costante della Commissione Europea, che ha comminato all’Italia sul tema molte e ripetute sanzioni.

Le stime di Confesercenti prevedono invece aumenti ingenti della Tari per le imprese, con incrementi fino al 35% negli ultimi cinque anni per le attività del turismo, contro il 24% registrato nello stesso periodo dai nuclei familiari. A dimostrazione ulteriore di quanto mendaci siano le dichiarazioni del Governo sulla diminuzione del carico fiscale, tributario e tariffario in Italia.

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(Agenzie, Confesercenti) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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