Attacco jihadista alla Francia. Il governo ordina all’Esercito: “producete l’antidoto del gas nervino”

La misura decisa nei giorni scorsi da un decreto del ministero della Sanità, per sopperire alla mancanza di solfato di atropina iniettabile, contromisura per avvelenamenti da pesticidi o armi chimiche come il Sarin, nel quadro del piano di sicurezza generale e rafforzata previsto per il COP21, la conferenza mondiale sul clima che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre

Parigi – Il governo rafforza le contromisure per eventuali attacchi terroristici con armi non convenzionali, ordinando alla Farmacia Centrale dell’Armée de Terre la produzione di solfato di atropina iniettabile 40mg/20ml, in considerazione dell’impossibilità di approvvigionamento veloce di questo farmaco salvavita, costituente un antidoto per varie tossine, tra cui pesticidi e il famigerato Sarin, il gas nervino incolore e inodore con cui il 20 marzo 1995 fu attaccata la metropolitana di Tokyo dalla setta religiosa Aum Shinrikyo su ispirazione del fondatore Shoko Asahara.

La decisione è stata adottata sabato scorso – il giorno successivo agli attacchi terroristici nella capitale francese – con decreto del ministero degli Affari Sociali, della Sanità e dei Diritti delle Donne, firmato dal direttore generale Benoit Vallet.

Nel prologo del decreto si fa espresso riferimento alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (COP21), che si svolgerà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre prossimi. In considerazione dell’arrivo in Francia dei capi di Stato che parteciperanno al summit di preparazione dei lavori della conferenza, previsto per il 29 novembre, e del “rischio di attentati terroristici e di esposizione a neurotossine organiche costituenti minacce sanitarie gravi che richiedono misure di urgenza”, il governo Valls ha deciso di ordinare ai militari la produzione dell’antidoto necessario come contromisura per eventuali attacchi terroristici con armi di distruzione di massa chimiche.

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La produzione militare risulta indispensabile per l’impossibilità di approvvigionarsi dalle industrie farmaceutiche private, evidentemente non in grado di soddisfare la quantità richiesta dal governo francese, che intende fornire capillarmente il Paese di questo fondamentale strumento di difesa.

Nessuna decisione allarmistica, ma solo la pianificazione generale per prevenire eventuali attacchi chimici, che i jihadisti islamici dell’ISIS hanno dichiarato più volte di poter portare a compimento. Una decisione però che – nella dimensione adottata – lascia trasparire la preoccupazione delle intelligence transalpina e alleata (comprese quelle dei Paesi mediorientali con cui la Francia e l’Europa intrattengono un continuo rapporto di scambio di informazioni) per evidenti minacce realistiche di uso di armi di distruzione di massa contro la popolazione francese.

Del resto, emerge sempre più una sottovalutazione delle minacce terroristiche dietro il successo dell’internazionale della barbarie islamica negli attacchi del 13 novembre scorso, con una preparazione, pianificazione e perpetrazione dell’attacco sotto il naso degli 007 del DGSE (Direction générale de la sécurité extérieure) e del DGSI (Direction générale de la Sécurité intérieure).

Salah Abdeslam, l’ottavo terrorista del commando jihadista che ha colpito venerdì scorso a Parigi, e che è ancora ricercato, aveva preso in affitto due stanze in un albergo di Alfortville, alla periferia di Parigi, dove i reparti speciali hanno trovato siringhe e lacci emostatici. Tuttavia ancora gli inquirenti non hanno rivelato cosa sia stato rinvenuto nelle siringhe: droga o miscugli chimici?

(Ha collaborato Patricia Pilchard) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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