Oleg Peskov riposerà in Russia. Davutoglu cerca di metterci una pezza, ma giustifica un crimine di guerra

Il cadavere del pilota russo assassinato da barbari turcomanni in Siria – a sangue freddo in violazione della Convenzione di Ginevra sul trattamento dei Prigionieri di Guerra (PoW) – è stato consegnato alle autorità turche dagli assassini e sarà riconsegnato alla Russia. Il primo ministro Davutoglu prima di partire per Bruxelles ha preso per cretini tutti gli europei (e gli alleati della NATO), parlando di “pilota che ha perso la vita”: come in un incidente stradale, non a causa di un crimine di guerra…

Bruxelles – Il corpo di Oleg Peskov, il pilota russo assassinato barbaramente martedì scorso dai ribelli turcomanni in Siria, dopo essere scampato all’abbattimento da parte di un F16 turco del Sukhoi-24 che comandava sui cieli della Siria, è statoportato dalla Siria alla Turchia e sarà consegnato a un rappresentante russo.

20151129-ahmet-davutoglu-320x190Lo ha riferito domenica il premier turco, Ahmet Davutoglu prima di partire per Bruxelles per il summit UE-Turchia. “Il pilota che ha perso la vita durante la violazione dello spazio aereo ci è stato consegnato la scorsa notte al confine“, ha detto Davutoglu alla stampa, mentendo sapendo di mentire.

Un inviato di Mosca si recherà “prestonella regione meridionale di Hatay, al confine siriano, per recuperare il corpo del pilota, accompagnato da , insieme un ufficiale dell’esercito turco, ha aggiunto, precisando che “nel rispetto delle loro tradizioni religiose, la cerimonia funebre è stata celebrata dai sacerdoti ortodossi ad Hatay“.

L’ambasciata russa ad Ankara ha dichiarato all’agenzia Ria Novosti che il corpo di Oleg Peskov verrà trasferito oggi nella capitale turca, ma non è ancora chiaro quando sarà poi riportato in patria.

Il pilota russo fu colpito dai colpi dei ribelli turcomanni che combattono in Siria contro l’esercito legittimo del Paese, come forze di insurrezione anti-Assad ‘sponsorizzate’ dal regime turco del presidente Erdogan. Un atto barbarico in se, ma anche un crimine di guerra secondo la Convenzione di Ginevra del 12 Agosto 1949 – statuente norme anche sui prigionieri di guerra – che all’articolo 3 vieta ogni violenza, assassinio o condanna di prigionieri di guerra e ne prescrive, al contrario, l’intangibilità fisica e il giusto processo con “le garanzie giudiziarie riconosciute indispensabili dai popoli civili“.

E forse questo è il discrimine: gli insorti islamisti che combattono il regime di Assad con brutalità barbara sono tutt’altro che civili, anche se accusano il presidente siriano di essere mandante di crimini contro l’umanità.

Verrebbe da dire “da quale pulpito”…

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