Esteri

Misteriosa sparizione di esplosivo da una caserma in Svizzera

La procura militare ha aperto un’inchiesta su un fatto definito “inquietante”. Ufficialmente non è stato diramato alcun allarme alla popolazione, ma è probabile che l’intelligence federale elvetica sia già in azione. Sul tradizionale riserbo svizzero aleggia lo spettro del jihadismo islamico stragista, a pochi chilometri dal confine con il Baden-Württemberg e l’Alsazia

Berna – Misteriosa sparizione di numerosi chilogrammi di esplosivo dalla caserma dell’Esercito federale elvetico di Aarau, nel Cantone di Argovia, a pochi chilometri dal confine del Baden-Württemberg, Land della Germania Sud-Occidentale, e del Alto Reno francese di Alsazia e Lorena.

La scoperta – secondo quanto riportato lunedì sera dalla TV Svizzera sul proprio sito web – è avvenuta per caso venerdì scorso, durante un controllo ordinario nel magazzino di alta sicurezza. La procura militare ha aperto un’inchiesta, ma al momento le autorità federali elvetiche hanno preferito non specificare tipo e quantità di esplosivo mancante all’appello. “Non vogliamo specificare la natura e la quantità del materiale esplosivo. L’indagine sta verificando ciò che manca e sta indagando sulle cause”, ha dichiarato Tobias Küne, portavoce della procura militare, il quale ha anche precisato che l’indagine è a tutto campo perché tutte le ipotesi non sono escluse: dal semplice errore contabile alla sottrazione dolosa.

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Al momento le autorità federali della Svizzera non hanno diramato ufficialmente specifici allarmi per la popolazione, anche se non è escluso che il SIC (Servizio delle attività informative della Confederazione o Nachrichtendienst des Bundes o Services de renseignement de la Confédération, SRC, nella definizione delle tre lingue ufficiali dello Stato elvetico) sia già in azione.

La caserma di Aarau è in posizione strategica sulla linea di confine tra Francia, Svizzera e Germania, un confine reso incandescente dalla pressione esercitata dal flusso di migranti illegalmente giunti in Europa, grazie al controllo inesistente delle frontiere esterne del Sud Europa, in particolare di Italia e Grecia.

Già quattro anni fa erano sparite una dozzina di granate dalla caserma di Gossau, ma in quel caso una recluta era stata condannata a 15 mesi di detenzione, perché ritenuta responsabile della sottrazione dell’esplosione.

Malgrado il riserbo delle autorità federali svizzere, si ha la sensazione che in questo caso le preoccupazioni siano maggiori di quanto dichiarato e che il fantasma del terrorismo jihadista islamico aleggi sulla vicenda.

(Credit photo: RSI. Le foto sono tratte da un video della Radio Televisione Svizzera) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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