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Musumeci presidente della Sicilia: una “guardia repubblicana” civica lo protegga

Nello Musumeci, giornalista pubblicista, è esponente di spicco della destra moderata e repubblicana e ha riportato il Centro-Destra alla vittoria in Sicilia, riaprendo la prospettiva per le elezioni politiche. Una persona perbene al posto giusto al momento giusto, al quale serve però un cordone sanitario civico di protezione, perché i tentativi di condizionamento politico e amministrativo saranno innumerevoli. Il neo presidente della Regione Siciliana ha un’arma segreta


Nello Musumeci è stato eletto presidente della Regione Sicilia e subentra alla calamità amministrativa costituita da Rosario Crocetta, il peggiore leader amministrativo della storia dell’autonomismo isolano e del regionalismo italiano. Un primato difficilmente scalfibile, che resterà negli annali della Trinacria Infelix e dell’Italia repubblicana.

Il Centro-Destra, sconfiggendo l’armata dell’antipolitica (non sempre senza fondamento) del Movimento 5 Stelle, ritorna al governo di una regione chiave per l’Italia, in cui inefficienze, corruttele, incrostazioni burocratiche e molti interessi privati rendono lenta la macchina amministrativa e rischiano di vanificare ogni buona intenzione.

Il PD – con annessi, connessi, escrescenze e derivazioni critiche varie – esce bastonato da queste consultazioni, la giusta retribuzione democratica per aver sostenuto Crocetta per cinque anni, nonostante la capacità amministrativa evanescente e le modalità di governo inefficaci, inefficienti e incomprensibili (50 assessori cambiati durante il mandato, un modo di governare che il Nostro Non Eroe ha ereditato dalla precedente esperienza di sindaco di Gela). Fabrizio Micari, mai sfiorato dal dubbio di doversi dimettere da Rettore dell’Università di Palermo in corso di candidatura (a ricordare che quella carica è politicizzata fino al midollo), tornerà al proprio lavoro in Ateneo. Un’invenzione di Leoluca Orlando svanita come neve al sole.

La Sicilia è però il Regno del Meglio e del Peggio, inizio e fine della bontà e della cattiveria umana; diamante prezioso e rifugio di delinquenti; terra di amore e di orrore, in cui una persona perbene come Nello Musumeci rappresenta il dono arrivato dal Cielo (per mille circostanze favorevoli), capace di avviare davvero il ciclo di rinascita del Paese proprio da quel Triangolo di Terra incastonato nel Mediterraneo, Occidente per vocazione e storia, aperto al mondo per cultura e animo.

Musumeci ha un’arma segreta, oltre alla determinazione, il coraggio, la lucidità e il desiderio di servire la propria terra e la propria Patria: le dimissioni già ‘scritte’. “Questa è la mia ultima campagna elettorale della mia vita politica”, ha affermato ovunque durante il proprio tour siciliano: non ambisce ad altra carica politica, non si ricandiderà fra cinque anni (speriamo cambi idea, ndr), non è attaccato alla poltrona come il proprio non-augusto predecessore. Ergo, non sarà condizionabile con facilità, ha la spada dalla parte del manico e può brandirla in ogni momento per tagliare teste di inetti, delinquenti, corrotti. Non esiterebbe a dimettersi – lo ha dichiarato apertis verbis – se i partiti che lo hanno sostenuto tentassero di condizionarne il governo in modo improprio. Un’attitudine che significa molto, ma che va esercitata con il sostegno della popolazione, non solo di chi lo ha votato, di tutti.

A Nello Musumeci serve una “guardia repubblicana” civica, un esercito silente e diffuso di persone che pungoli il Governo Regionale con segnalazioni, suggerimenti, sostegno, critiche. Serve alla Sicilia che la gente comune possa svolgere un ruolo attivo, sia in via quanto più diretta possibile che attraverso i propri rappresentanti a Sala d’Ercole, sede del più antico Parlamento d’Europa.

Qualche settimana fa, Fabio Granata ha evocato l’immagine della guardia repubblicana a sostegno di Musumeci annunciando la costituzione dell’Associazione Articolo 9, che richiama l’articolo della Costituzione della Repubblica Italiana che statuisce “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Il petrolio d’Italia: la cultura, il paesaggio, il territorio, le intelligenze, i talenti. Evocando quella immagine militare, Granata ha inteso richiamare l’idea del sostegno intellettuale trasversale al presidente della Sicilia, chiamato a ribaltare il trend per questa terra martoriata, fucina di idee, patria di intelligenze, straordinario laboratorio di innovazione, oltre che rifugio di organizzazioni criminali capaci di tenere in ostaggio la gente perbene.

Da questo riparta la Sicilia perbene, abbandonando toni da guerra civile verbale, comprensibili in campagna elettorale, meno per risolvere i veri problemi di questa terra. Chi scrive è convinto che anche nel Movimento 5 Stelle vi siano personalità di spessore che sapranno archiviare l’odio politico ed esercitare le funzioni di opposizione con correttezza e spirito costruttivo. Chi scrive ha assistito con piacere alla discesa in Sicilia di Matteo Salvini (al quale non abbiamo lesinato critiche, in passato), rapito dal calore dei siciliani e dal desiderio di rinascita respirato nell’isola: il segretario della Lega ha ragione, l’Italia si salva tutta insieme, non a pezzi.

In fondo, come ha detto proprio il neo presidente siciliano, noi autonomisti unitari amiamo le regioni come parte della nostra Patria Italia e di quella Nazione in fieri chiamata Europa. E tanto la amiamo da volerla migliore e pensando che questo obiettivo può essere raggiunto, nonostante le difficoltà, tutti insieme, “ciascuno nei propri ruoli e con le proprie idee”.

Auguri, presidente Musumeci. Auguri Sicilia bedda: solo con una Sicilia migliore anche l’Italia di nuovo #diventeràbellissima!

(Credit Photo: #diventeràbellissima) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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