Respinta la sfiducia a Crocetta: “Pagina dolorosa ma vado avanti con vigore”

Dieci ore di seduta in Sala d’Ercole per dibattere sulla mozione di sfiducia al presidente Crocetta, ma a fine giornata a parlare sono i numeri: 31 favorevoli e 46 contrari. Il governatore della Regione siciliana continua così il suo percorso iniziato un anno fa, pur masticando l’amaro: “E’ una pagina dolorosa, ma lavorerò già da domani con serenità e vigore su variazioni e leggi di bilancio”

crocetta

PALERMO – Una giornata lunga e intensa quella che ha visto ieri il “governatore” della Sicilia, Rosario Crocetta, al centro del dibattito di Sala d’Ercole, dopo la presentazione della mozione di sfiducia da parte dei deputati del Movimento Cinque Stelle. Una giornata lunga, sì, ma che alla fine ha dato ragione a chi continua a credere in questo governo e nel lavoro che porta avanti da un anno. Settantasette presenti, tredici assenti, 31voti favorevoli e 46 contrari. A parlare sono i numeri: l’Assemblea regionale siciliana ha respinto la sfiducia siglata dai “grillini”, dalla Lista Musumesi e da un deputato del Pdl.

E se già si intuiva a inizio giornata che i “sì alla sfiducia” non sarebbero stati sufficienti per mandare a casa il presidente, Crocetta ha comunque manifestato la sua delusione per quanto accaduto. “Si chiude una giornata dolorosa – ha commentato – Sono soddisfatto del voto perché la maggioranza dei deputati ha decido di non sconvolgere il cammino di questa regione. Ma resta una pagina dolorosa”. Una pagina della storia che segna un’ulteriore spaccatura tra Crocetta e i pentastellati, su cui il presidente non ha potuto fare a meno di commentare: “La mozione di sfiducia si è rivelata un boomerang per chi l’ha presentata, a partire dai 5 Stelle. Un’occasione perduta. La maggioranza si è ricompattata e dimostrata forte”.

Dieci ore di seduta, tra attacchi, battute, cambi di posizione e pause. Icastico e duro l’intervento di Nello Musumeci che ha attaccato il presidente Crocetta dichiarandolo “un uomo solo” perché “la fiducia, prima di averla tolta noi, gliel’ha tolta il suo partito”. Non da meno neanche l’ammonimento del capogruppo dei Cinque Stelle Giancarlo Cancelleri, che si è scagliato contro chi ha deciso di non staccare la spina alla giunta attualmente in carica: “Chi non voterà questa mozione perderà il diritto di lamentarsi”. “La slealtà che non si perdona agli amici”, ha commentato Crocetta in Aula, citando il De Amicitia di Cicerone, e considerando la mozione di sfiducia solo il frutto di un pregiudizio. Alla fine, però, il governatore, pur masticando l’amaro, si dice pronto già da domani ad andare avanti “con serenità e vigore su variazioni e leggi per lo sviluppo“, aggiungendo di avere “il dovere di governare e di dare delle risposte”. 

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