La US Navy ottiene carburante per navi e aerei dall’acqua di mare

I ricercatori del Naval Research Laboratory della Marina Militare americana sono riusciti a compiere l’apparente miracolo, in realtà un processo chimico che potrebbe rivoluzionare la logistica militare e forse non solo…

Un FA-18D decolla dal ponte di una portaerei statunitense
Un FA-18D decolla dal ponte di una portaerei statunitense

New York – Trasformare l’acqua di mare in carburante. E’ l’operazione riuscita in laboratorio agli scienziati della Marina militare americana, che sperano in futuro di diminuire la dipendenza degli Stati Uniti dal petrolio e rendere anche le navi più ecosostenibili.

L’idea di partenza è semplice: gli idrocarburi sono composti da carbonio e idrogeno, presenti in grande quantità nell’acqua del mare. Catturando il biossido di carbonio (Co2) e l’idrogeno contenuti nell’oceano, è possibile 20140407-Philip H. Cullom-308x207produrre un cherosene utilizzabile nei motori di navi e aerei. I ricercatori del Naval Research Laboratory hanno dimostrato la fattibilità del progetto, riuscendo a far volare con il nuovo carburante un aeromodello. “E’ un’enorme tappa” ha commentato il viceammiraglio Philip Cullom (nella foto a sinistra).

La Marina, nel 2011, ha consumato quasi due milioni di tonnellate di carburante; la trasformazione dell’acqua di mare in cherosene potrebbe costare tra i 3 e i 6 dollari al gallone (3,8 litri), secondo i ricercatori, al lavoro sul progetto da nove anni. “Per la prima volta – ha commentato la ricercatrice Heather Willauer – siamo stati capaci di mettere a punto una tecnologia per catturare in modo simultaneo la Co2 e l’idrogeno contenuti nell’acqua di mare, facendone un carburante liquido. E’ un passaggio molto importante“. Il carburante ottenuto è molto simile al cherosene convenzionale, anche nell’odore, e il grande vantaggio è che può essere utilizzato già con i motori di navi e aerei attualmente in commercio.

Al momento, la produzione di questo carburante è limitata a piccole quantità in laboratorio. Il potenziale profitto del progetto deriva dalla capacità di produrre scorte di carburante direttamente in mare, riducendo la logistica, gli oneri ambientali e rafforzando di conseguenza la sicurezza e l’indipendenza energetica della Marina. I ricercatori hanno comunque già spento i facili entusiasmi: serviranno almeno altri dieci anni prima che le navi americane siano in grado di produrre a bordo il carburante di cui hanno bisogno.

La tecnologia messa a punto dai ricercatori statunitensi promette di rivoluzionare la logistica delle forze armate americane, e forse non solo. Non sarebbe la prima volta che una ricerca militare giunge alla realizzazione di un prodotto o un sistema che poi passa nell’uso comune anche civile. Tre esempi: i cellulari, i GPS e internet, il nostro regno…

(Credit: TMNews, AFP)