Papa Francesco ha dato il via libera ufficiale: Paolo VI sarà beatificato il 19 ottobre

Il Pontefice ha autorizzato la pubblicazione che riconosce come miracolosa la guarigione di un bambino, ancora nel grembo della madre, avvenuta negli Stati Uniti nel 2001

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Città del Vaticano  – Paolo VI sarà beatificato il 19 ottobre. La notizia, anticipata nei giorni scorsi da alcune indiscrezioni provenienti dalla Santa Sede, ha trovato oggi una conferma ufficiale nella decisione di Papa Francesco di autorizzare la Congregazione delle cause dei santi a rendere nota la data dell’elevazione all’onore degli altari, dopo aver autorizzato la pubblicazione di un decreto riguardante ilmiracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Paolo VI (Giovanni Battista Montini), Sommo Pontefice; nato il 26 settembre 1897 a Concesio (Italia) e morto il 6 agosto 1978 a Castelgandolfo (Italia)“. Era stato Benedetto XVI a riconoscere le “virtù eroiche” di Papa Montini il 20 dicembre 2012.

Il miracolo cui si fa riferimento riguarda la guarigione inspiegabile di un bambino ancora nel grembo della madre. Il fatto avvenne negli Stati Uniti nel 2001: un feto al quinto mese di gravidanza si trovava in condizioni critiche per la rottura della vescica fetale, con presenza di liquido nell’addome, e assenza di liquido nel sacco amniotico.

La diagnosi aveva messo in previsione la morte del piccolo nel grembo materno o, in alternativa, gravissime malformazioni future. I medici avevano consigliato alla madre anche di prendere in considerazione un’interruzione di gravidanza, a causa del pericolo per la propria vita cui la donna avrebbe potuto andare incontro.

La mamma però si rifiutò di abortire e, su suggerimento di una suora italiana che l’aveva conosciuta, si rivolse nella preghiera all’intercessione di Papa Montini. Successive analisi mostrarono il miglioramento della situazione e la nascita avvenne all’ottavo mese con parto cesareo, col neonato in buone condizioni generali. Il bambino, del quale non è stato ancora rivelato il nome per rispetto della privacy, ora è adolescente e conduce un’esistenza normale.

20140510-stemma-araldico-paolo-vi-220x348Paolo VI è stato tra i pontefici meno compresi della storia della Chiesa cattolica. Fu un grande riformatore, al quale si deve la conclusione del Concilio Vaticano II – aperto dal suo predecessore, San Giovanni XXIII – e l’approvazione di documenti fondamentali come la costituzione dogmatica Lumen Gentium (sulla Chiesa), la costituzione  Sacrosantum Concilium (sulla riforma liturgica), la costituzione pastorale Gaudium et Spes (sulla Chiesa nel mondo contemporaneo), il decreto ecumenico Unitatis redintegratio (sull’ecumenismo), la dichiarazione Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa.

A lui si deve l’istituzione del Sinodo dei vescovi (1965) e di dicasteri come la Commissione per le comunicazioni sociali (1964), il Consiglio per i laici (1967), la Commissione Iustitia et Pax (1967), il Segretariato per i non cristiani (1964), il Segretariato per i non credenti (1965), il Pontificio Consiglio Cor Unum (1971) e la Commissione teologica internazionale (1969).

Nella storia del Cristianesimo rimarrà un evento importante l’abbraccio con il Patriarca Ecumenico Atenagora, a Gerusalemme, durante il viaggio in Terra Santa del 1964, un atto che l’anno successivo avrebbe poi portato alla dichiarazione comune con la revoca delle scomuniche tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa, scomuniche lanciate reciprocamente all’atto dello Scisma del 1054, un evento che ha segnato l’inizio di nuovi rapporti tra cattolici e ortodossi, con la prospettiva della ricomposizione della separazione tra i credenti in Cristo, una ricomposizione già attuata tra i fedeli, che deve essere ora compiuta nelle e tra le gerarchie ecclesiastiche.

Significativi anche altri gesti, come la rinuncia alla tiara pontificia, messa in vendita nel 1964 per aiutare i più bisognosi, il dono a Madre Teresa durante il viaggio in India del 1964 dell’automobile che aveva usato in quei giorni, l’abolizione nel 1966 dell’Indice dei libri proibiti, nel 1968 della nobiltà pontificia e nel 1970 (Centenario della presa di Roma) dei corpi armati pontifici.

Paolo VI ebbe una straordinaria sensibilità internazionale, maturata anche negli anni della Seconda Guerra Mondiale a fianco di Papa Pacelli. Nel 1967 istituì la Giornata mondiale per la pace, celebrata per la prima volta il 1° gennaio 1968. La notte di Natale di quell’anno celebrò la messa nell’acciaieria di Taranto – gesto senza precedenti – per rilanciare l’amicizia della Chiesa verso il mondo del lavoro.

Tra i tanti e significativi documenti del pontificato si ricordano sempre l’enciclica Populorum progressio del 1967 e la Humanae Vitae del 1968.

La Populorum progressio è “un appello solenne a un’azione concertata per lo sviluppo integrale dell’uomo e lo sviluppo solidale dell’umanità“. In essa si afferma che la questione sociale è problema di dimensioni mondiali e chelo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere sviluppo autentico, dev’essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo“.

L’enciclica Humanae Vitae è ricordata spesso solo per il no alla contraccezione, ma in essa si espresse un concetto poco evidenziato, ossia che la sessualità è un dono di Dio, non un bene di consumo,, e che esiste un rapporto tra libertà e responsabilità, tra amore e apertura alla procreazione.

(Credit: AsiaNews)