Palestinese bruciato vivo, sei arresti. “Il movente è nazionalistico”. Un arresto per l’assassinio dei tre giovani seminaristi
Svolta nelle indagine sull’assassinio del giovane palestinese sedicenne, trovato ucciso nel bosco alla periferia di Gerusalemme Est. Netanyahu: calma e sangue freddo
Gerusalemme – La polizia israeliana ha arrestato 6 persone che sarebbero coinvolte nella morte del giovane palestinese, ritrovato cadavere a Gerusalemme Est, poco dopo l’uccisione dei tre giovani coloni israeliani. Lo scrive il quotidiano israeliano Haaretz.
La polizia ritiene che dietro la morte del giovane Mohammed Hussein Khdeir – che secondo i risultati dell’autopsia sarebbe stato bruciato vivo – ci siano motivazioni politico-nazionalistiche, anche se le circostanze del decesso rimangono poco chiare. I palestinesi hanno invece sempre sostenuto che il giovane sia stato rapito e ucciso da ebrei ultranazionalisti come vendetta per la morte dei tre giovani studenti di un seminario rabbinico in un insediamento ebraico.
Sull’assassinio del sedicenne palestinese sono attesi sviluppi in giornata o domani.
Intanto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha esortato alla calma il suo governo, profondamente diviso sulla risposta da dare dopo la morte dei tre giovani coloni ebrei, e ha chiesto di mantenere il “sangue freddo” di fronte alla crescente tensione dentro e fuori la Striscia di Gaza.
“L’esperienza ci ha insegnato che è proprio in momenti come questo che bisogna agire responsabilmente e con la testa fredda e non lasciarsi sopraffare dalle parole forti e l’impeto“, ha detto ai suoi ministri. Netanyahu ha risposto alle critiche dei ‘falchi’ nel suo governo – tra gli altri, il ministro dell’economia, Naftali Bennett e quello degli Esteri, Avigdor Lieberman – che lo accusano di una risposta troppo mite ai palestinesi che continuano anche a lanciare i razzi vero il sud di Israele.
Israele – ha detto il premier nel corso della settimanale riunione del gabinetto di governo, “farà tutto il possibile” per ripristinare la sicurezza nel sud. “Ma dobbiamo agire responsabilmente e con moderazione“, ha aggiunto. Intanto le forze israeliane hanno arrestato nella notte a Hebron, in Cisgiordania, un palestinese sospettato di essere implicato nel sequestro e assassinio dei tre giovani seminaristi israeliani, i cui corpi sono stati rinvenuti il 30 giugno scorso . Secondo i media locali, l’arrestato è Husam Dufash e sarebbe – secondo le autorità israeliane – il terzo individuo coinvolto nel crimine.
Poco dopo il ritrovamento del cadavere dei tre ragazzi, Israele ha rivelato le identità dei due principali sospettati, due giovani anch’essi residenti a Hebron, che però – da quando furono visti per l’ultima volta i tre ragazzi – si sono dileguati. Una portavoce dell’esercito israeliano ha confermato l’arresto di un palestinese residente a Hebron, precisando però che non si tratta di uno dei due principali ricercati. A differenza degli altri due, Dufash non ha abbandonato la sua abitazione dopo il rapimento dei tre israeliani, che erano studenti di un seminario rabbinico in un insediamento colonico.
(AGI)
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